Ancora cinque chilometri, dice un cartello scritto a mano. L’atleta assorbe l’informazione emettendo un sospiro profondo. Per alcuni istanti chiude gli occhi, si sforza di ritrovare la concentrazione, l’energia per tenere il ritmo. E’ lì per vincere, non deve dimenticarselo.
Sono qui per vincere, si dice. E riapre gli occhi.

La sala adesso è davvero gremita. Un sacco di gente che chiacchiera, beve, ride, si abbraccia e occasionalmente butta un occhio ai suoi dipinti. Alcuni sono volti noti, altri completi sconosciuti. L’artista si aggira tra la folla con un sorriso forzato, immobile. Una paresi del convenevole.
Il proprietario della galleria trabocca entusiasmo dalle pupille. Lo raggiunge e gli rifila due sonore pacche sulle spalle. Hai visto quanta gente, eh?
Ha visto.

Ancora quattro chilometri. E un’altra salita. Quella della collina, la più ardua, tenuta apposta verso la fine, allo scopo preciso di tagliarti le gambe. Non deve farsi abbattere, sapeva che sarebbe arrivata, era pronto. Ne ha affrontate così tante di salite negli allenamenti. Eppure oggi, forse è l’emozione della gara reale, forse è questo caldo opprimente, ma all’atleta lo sforzo appare quasi inumano.
Sente alle sue spalle il respiro affannoso di un corridore che lo sta raggiungendo. E’ lo stimolo di cui aveva bisogno. Riprende velocità……….