La mostra comprende opere tra le più belle e significative del maestro goriziano, selezionate tra quelle che la Galleria Torbandena ha esposto negli ultimi decenni nello spazio di Trieste, ed ora raccolte in un catalogo pubblicato per l’occasione.

Attraverso una trentina di lavori, ora parte di importanti collezioni private, si staglia un tracciato che serve a ripercorrere, in modo sintetico ma sostanziale, il complesso cammino creativo dell’artista, scandito da una numerosa serie di stagioni, o meglio, di passioni e di esercizi della memoria, che hanno profondamente segnato la sua carriera. I “cavallini” istriani della seconda metà degli anni Quaranta, il lirismo dei “pesaggi umbri” e “senesi” degli anni Cinquanta, percorrendo la linea temporale dei luoghi in cui il maestro è vissuto.

La lettura del tema veneziano comincia con i delicatissimi acquarelli del 1947/48 e finisce per immergersi nelle nebbie e nella monocromia delle tele degli anni Ottanta: “Facciate di case” e “Canali della Giudecca”, scarne e ridotte ai minimi termini così come la fantasmagorica figurazione che Music esegue negli ultimi vent’anni di attività, quasi a registrare la parabola discendente della sua vita attraverso una serie di immagini drammatiche e rarefatte.

E’ l’evoluzione naturale di quel tributo allo straziante ricordo dell’esperienza di Dachau, che era riapparso nelle opere degli anni Settanta, e a cui anche questa volta la galleria da un’ampia visibilità nella rassegna: pastelli, gouaches e tele che riflettono l’orrore e che impongono il dovere della memoria.

La mostra si inserisce in una serie di tributi internazionali a Zoran Music: in aprile gli renderà omaggio il Museo dell’Albertina di Vienna: in maggio si aprirà a Dachau una mostra con la serie dei “Non siamo gli ultimi”; sempre in maggio i piccoli formati di un’importante raccolta privata saranno di scena a Gorizia; e infine, in luglio, l’IVAM di Valencia metterà a confronto un centinaio di opere di Music con altrettante di Whistler sul tema veneziano.