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L’archeologia dell’assenza
La tragedia dei desaparecidos argentini raccontata dalla mostra fotografica “L’archeologia dell’assenza” e dal libro “La memoria ostinata”
Comunicato stampa
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La tragedia dei desaparecidos argentini raccontata dalla mostra fotografica “L’archeologia dell’assenza” e dal libro “La memoria ostinata”. Per presentarli a Prato la presidente delle Nonne di Plaça de Mayo, Estela Carlotto. L’appuntamento è stato spostato a sabato 9 aprile (ore 10) a palazzo Novellucci (invece di venerdì 8 aprile)
PRATO – Gli stessi sorrisi distesi, lo stesso sguardo limpido verso il domani nei volti di genitori e figli ritratti insieme in un’unica immagine. Sono i volti di giovani desaparecidos argentini, mai invecchiati perché scomparsi ormai da 25 anni, e dei loro figli, oggi giovani anch’essi, volti che animano la mostra “Archeologia dell’assenza” della fotografa argentina Lucila Quieto, promossa dall’assessorato alla Pace della Provincia e dalla Commissione pari opportunità come seconda tappa di quel percorso sulle “Donne che resistono” avviato l’8 marzo di quest’anno.
Ad inaugurare la mostra, allestita negli spazi a piano terra della Provincia in piazza Buonamici, e a presentare il libro della giovane storica italiana Benedetta Calandra su “La memoria ostinata”, a Prato arrivano Estela Carlotto, presidente delle Nonne di Plaça de Mayo, Rosa Tarlovsky Roisimblit, vicaria della stessa associazione, e Jorge Ithurburu, responsabile del programma “Memoria e diritti umani”.
“I 48 ritratti di figli ripresi davanti a un muro dove sono proiettate le immagini dei volti dei genitori scomparsi sono la dolorosa testimonianza di un’assenza, di un vuoto incolmabile, ma anche di una caparbia resistenza della memoria di tutto un popolo – spiega l’assessore alla Pace Irene Gorelli – Un altro capitolo, dunque, della cronaca di resistenza di donne e uomini di fronte alla violenza in ogni parte del mondo e una tappa del percorso di riflessione e sensibilizzazione sui temi della pace che la Provincia sta costruendo”.
“Da queste immagini, che raccontano un dolore immobile, come se il tempo fosse sospeso e scardinate tutte le leggi del percorso della vita, crediamo possa nascere spontaneamente una riflessione sulla cultura della pace – aggiunge la presidente della Commissione pari opportunità Cristina Sanzò – Dalla memoria delle immagini, con una foto delle donne di Prato scattata un 8 marzo di cinquant’anni fa, ha preso l’avvio il nostro percorso, che adesso prosegue con il racconto sofferto della scomparsa di più di 4.000 persone, trucidati con “i voli della morte” nel tristemente celebre campo ESMA”. Il volume che accompagna la mostra racconta infatti la disperata ricerca di giustizia da parte dei figli dei desaparecidos. In copertina è ritratta l’autrice della mostra fotografica, Lucila Quieto, davanti all’immagine della madre che la tiene in braccio.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione con il CENRI (Centro relazioni internazionali), associazione impegnata nel sostegno alle azioni giudiziarie avviate dalle famiglie italiane dei desaparecidos in Argentina insieme agli organismi per i diritti umani argentini “Familiares” e “Abuelas de Plaza de Mayo”. Il 25 maggio 2005 presso il Tribunale di Roma, ad esempio, si terrà l’udienza preliminare contro alcuni militari argentini imputati dell’omicidio di due cittadini italiani e della loro figlia, ma l’associazione è anche fortemente impegnata nella ricerca dei figli degli scomparsi, bambini e neonati strappati alla famiglia d’origine per essere affidati a quelle di generali ed esponenti del regime.
Estela Carlotto è stata parte civile nel processo celebratosi a Roma nel 2000 per l’omicidio della figlia Laura e il sequestro del nipote Giulio. Rosa Tarlovsky invece ha ritrovato dopo 22 anni il nipote nato all’ESMA.
PRATO – Gli stessi sorrisi distesi, lo stesso sguardo limpido verso il domani nei volti di genitori e figli ritratti insieme in un’unica immagine. Sono i volti di giovani desaparecidos argentini, mai invecchiati perché scomparsi ormai da 25 anni, e dei loro figli, oggi giovani anch’essi, volti che animano la mostra “Archeologia dell’assenza” della fotografa argentina Lucila Quieto, promossa dall’assessorato alla Pace della Provincia e dalla Commissione pari opportunità come seconda tappa di quel percorso sulle “Donne che resistono” avviato l’8 marzo di quest’anno.
Ad inaugurare la mostra, allestita negli spazi a piano terra della Provincia in piazza Buonamici, e a presentare il libro della giovane storica italiana Benedetta Calandra su “La memoria ostinata”, a Prato arrivano Estela Carlotto, presidente delle Nonne di Plaça de Mayo, Rosa Tarlovsky Roisimblit, vicaria della stessa associazione, e Jorge Ithurburu, responsabile del programma “Memoria e diritti umani”.
“I 48 ritratti di figli ripresi davanti a un muro dove sono proiettate le immagini dei volti dei genitori scomparsi sono la dolorosa testimonianza di un’assenza, di un vuoto incolmabile, ma anche di una caparbia resistenza della memoria di tutto un popolo – spiega l’assessore alla Pace Irene Gorelli – Un altro capitolo, dunque, della cronaca di resistenza di donne e uomini di fronte alla violenza in ogni parte del mondo e una tappa del percorso di riflessione e sensibilizzazione sui temi della pace che la Provincia sta costruendo”.
“Da queste immagini, che raccontano un dolore immobile, come se il tempo fosse sospeso e scardinate tutte le leggi del percorso della vita, crediamo possa nascere spontaneamente una riflessione sulla cultura della pace – aggiunge la presidente della Commissione pari opportunità Cristina Sanzò – Dalla memoria delle immagini, con una foto delle donne di Prato scattata un 8 marzo di cinquant’anni fa, ha preso l’avvio il nostro percorso, che adesso prosegue con il racconto sofferto della scomparsa di più di 4.000 persone, trucidati con “i voli della morte” nel tristemente celebre campo ESMA”. Il volume che accompagna la mostra racconta infatti la disperata ricerca di giustizia da parte dei figli dei desaparecidos. In copertina è ritratta l’autrice della mostra fotografica, Lucila Quieto, davanti all’immagine della madre che la tiene in braccio.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione con il CENRI (Centro relazioni internazionali), associazione impegnata nel sostegno alle azioni giudiziarie avviate dalle famiglie italiane dei desaparecidos in Argentina insieme agli organismi per i diritti umani argentini “Familiares” e “Abuelas de Plaza de Mayo”. Il 25 maggio 2005 presso il Tribunale di Roma, ad esempio, si terrà l’udienza preliminare contro alcuni militari argentini imputati dell’omicidio di due cittadini italiani e della loro figlia, ma l’associazione è anche fortemente impegnata nella ricerca dei figli degli scomparsi, bambini e neonati strappati alla famiglia d’origine per essere affidati a quelle di generali ed esponenti del regime.
Estela Carlotto è stata parte civile nel processo celebratosi a Roma nel 2000 per l’omicidio della figlia Laura e il sequestro del nipote Giulio. Rosa Tarlovsky invece ha ritrovato dopo 22 anni il nipote nato all’ESMA.
09
aprile 2005
L’archeologia dell’assenza
Dal 09 al 20 aprile 2005
fotografia
presentazione
presentazione
Location
PROVINCIA DI PRATO – PALAZZO NOVELLUCCI
Prato, Vicolo De' Novellucci, (Prato)
Prato, Vicolo De' Novellucci, (Prato)
Orario di apertura
feriali 16-19.30. . Domenica 10 aprile l’orario sarà 9.30/12.30 e 16/19.30, domenica 17 aprile chiuso
Vernissage
9 Aprile 2005, ore 10



