Dopo la grande mostra antologica organizzata presso Palazzo Magnani nel 2000 Enrico Della Torre torna ad esporre a Reggio Emilia con una selezione di venti dipinti dell¹ultimo decennio in cui l¹artista prosegue la ricerca intorno al tema del paesaggio attraverso atmosfere incantate che rivelano una profonda passione per la dimensione interiore della natura.
Nelle immagini di questo recente viaggio intorno al visibile, emergono i motivi fondamentali dell¹arte di Della Torre: i ritmi costruttivi del segno, gli accordi cromatici, le rivelazioni della luce, gli affioramenti del colore e quei turbamenti della materia che sollecitano la visione astratta del paesaggio come spazio dell¹enigma. Il divenire delle attuali ricerche mostra una straordinaria continuità con le stagioni precedenti, seguendo tracce già frequentate dall¹artista nel corso del suo lungo lavoro, in un continuo flusso di emozioni e pensieri legati ai luoghi della memoria. questo sottile rapporto tra il presente e il passato si avverte anche in relazione alla scelta dei titoli che riflettono il particolare rapporto tra uomo e natura, tra meditazione e invenzione, condizione creativa indispensabile per ricreare le atmosfere del vissuto.
Come scrive Claudio Cerritelli in catalogo, ³Tra il passato e il presente c¹è una visibile continuità: ci sono vegetazioni padane dipinte negli anni cinquanta riprese nelle visioni più recenti, intrecci affiorati negli anni sessanta che non smettono di turbare la luce degli attuali racconti, specchi d¹acqua e geometrie enigmatiche degli anni ottanta evocate dalle forme dell¹ultimo, periodo: come un gioco di rimandi che risveglia la coscienza del dipingere. La pittura si nutre di se stessa come un flusso misurato e avvolgente che travalica i confini cronologici per farsi pura emozione di luce, fremito di linee alla ricerca del colore, tensione a rivelare la vita interiore delle forme, affidata a intonazioni e contrasti, transiti e fughe, rotture e armonie².
