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Marco Magrini – Ombre e ferri volanti
L’artista utilizza materiali diversi, come l’acciaio, il bronzo, il legno, il vetro e lo specchio, scelti in base alla loro versatilità in scultura; ma usa anche gli acrilici, gli inchiostri, i pastelli su carta e colori per stoffa su teli di cotone o di fibre miste; realizza anche grandi istallazioni a terra
Comunicato stampa
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"Solo quando siamo inseguiti diventiamo veloci".
"It is only when you are pursued that you become swift". *
L’artista utilizza materiali diversi, come l’acciaio, il bronzo, il legno, il vetro e lo specchio, scelti in base alla loro versatilità in scultura; ma usa anche gli acrilici, gli inchiostri, i pastelli su carta e colori per stoffa su teli di cotone o di fibre miste; realizza anche grandi istallazioni a terra con sabbie naturali o colorate all’anilina. Quindi, pur trattando dimensioni e temi diversi , realizzati con tecniche differenti, i suoi lavori formano quasi un unico, grande nucleo in continua osmosi.
Diceva Rilke: "il Paradiso non è nientaltro che una gigantesca miniera di immagini…". Per quel che riguarda Magrini, un tutto incentrato sulla memoria, immagini realmente incontrate e di cui si è appropriato, o soltanto sognate… ombre: un paradiso personale, in continuo mutamento.
Una sorta di omaggio al sud del Mediterraneo, soprattutto a Grecia e Egitto, a isole e luoghi mitici in cui ha vissuto per anni, e che, in ogni caso, hanno lasciato tracce indelebili nel suo percorso.
"La mia preoccupazione principale riguarda sempre il contenuto del lavoro.
Ecco quindi dare forma, sostanza alle ombre, ai sogni, ai riflessi in uno specchio, al doppio, a animali mai esistiti, al faraone che è cieco, alla quotidiana lotta con la propria ombra: e poi le armi antiche, i babbuini che sono i "guardiani", la fonte di Narciso, i percorsi dei cromosomi, le orecchie e gli occhi, gli insetti e i gioielli, la schiena e la testa, le ali per non volare, i neri occhiali da sole, i graffiti sui muri, Clorinda e la sua lotta impari, gli acrobati, i campi di cricket in Inghilterra , un cimitero indiano, i video impossibili, i coltelli da caccia finlandesi, le ombre dei piedi proiettate sul soffitto, i denti del Drago, il senso del tatto ormai perduto, samurai e libellule, vespe e api dappertutto, canoe nel nulla e catamarani strani, a colui che è sul suo coltello, la neve cade nera, il Romanico tanto amato, il golem, gli alberghi della memoria, le sindoni, l’eclissi solare, le insidie del mare, le tracce delle mani, i misteri di Eleusi, lanciare gli oggetti, l’archeologia, animali dalle lunghe zampe, corpi sorpresi in corsa, rane di tutti i tipi, Iside con il corpo coperto di stelle, tutti i fiumi possibili, sogni che corrono sul soffitto sotto forma di lucertole, Alex che è solo un bambino, la fontana di vita, alla mia mano sinistra, gli specchi neri come esuli pensieri…, antropocentrico, al mio ginocchio destro, tappeti volanti, fantasmi nel sole, tutti gli oggetti sono vivi e legati tra loro…"
Tutto ciò a rappresentare l’abitudine di vedere oltre le cose stesse, perché altrimenti si rimane ciechi di fronte alla loro banalità quotidiana.
Tutto questo e molto altro ancora…
Marco Magrini nasce a Milano il 31 luglio 1945.
Dal 1965 il suo lavoro è stato esposto in gallerie private, fondazioni e musei in mostre di gruppo e in oltre cinquanta mostre personali.
Ha esposto in Italia, Spagna, Svizzera, Belgio, Germania, Francia, Olanda, Austria, Tunisia, Svezia, Egitto, Grecia, Yugoslavia, Hong Kong, Islanda, U.S.A. e Inghilterra.
*Kalil Gibran : Sabbia e Onda / Sand and Foam Guanda editore
"It is only when you are pursued that you become swift". *
L’artista utilizza materiali diversi, come l’acciaio, il bronzo, il legno, il vetro e lo specchio, scelti in base alla loro versatilità in scultura; ma usa anche gli acrilici, gli inchiostri, i pastelli su carta e colori per stoffa su teli di cotone o di fibre miste; realizza anche grandi istallazioni a terra con sabbie naturali o colorate all’anilina. Quindi, pur trattando dimensioni e temi diversi , realizzati con tecniche differenti, i suoi lavori formano quasi un unico, grande nucleo in continua osmosi.
Diceva Rilke: "il Paradiso non è nientaltro che una gigantesca miniera di immagini…". Per quel che riguarda Magrini, un tutto incentrato sulla memoria, immagini realmente incontrate e di cui si è appropriato, o soltanto sognate… ombre: un paradiso personale, in continuo mutamento.
Una sorta di omaggio al sud del Mediterraneo, soprattutto a Grecia e Egitto, a isole e luoghi mitici in cui ha vissuto per anni, e che, in ogni caso, hanno lasciato tracce indelebili nel suo percorso.
"La mia preoccupazione principale riguarda sempre il contenuto del lavoro.
Ecco quindi dare forma, sostanza alle ombre, ai sogni, ai riflessi in uno specchio, al doppio, a animali mai esistiti, al faraone che è cieco, alla quotidiana lotta con la propria ombra: e poi le armi antiche, i babbuini che sono i "guardiani", la fonte di Narciso, i percorsi dei cromosomi, le orecchie e gli occhi, gli insetti e i gioielli, la schiena e la testa, le ali per non volare, i neri occhiali da sole, i graffiti sui muri, Clorinda e la sua lotta impari, gli acrobati, i campi di cricket in Inghilterra , un cimitero indiano, i video impossibili, i coltelli da caccia finlandesi, le ombre dei piedi proiettate sul soffitto, i denti del Drago, il senso del tatto ormai perduto, samurai e libellule, vespe e api dappertutto, canoe nel nulla e catamarani strani, a colui che è sul suo coltello, la neve cade nera, il Romanico tanto amato, il golem, gli alberghi della memoria, le sindoni, l’eclissi solare, le insidie del mare, le tracce delle mani, i misteri di Eleusi, lanciare gli oggetti, l’archeologia, animali dalle lunghe zampe, corpi sorpresi in corsa, rane di tutti i tipi, Iside con il corpo coperto di stelle, tutti i fiumi possibili, sogni che corrono sul soffitto sotto forma di lucertole, Alex che è solo un bambino, la fontana di vita, alla mia mano sinistra, gli specchi neri come esuli pensieri…, antropocentrico, al mio ginocchio destro, tappeti volanti, fantasmi nel sole, tutti gli oggetti sono vivi e legati tra loro…"
Tutto ciò a rappresentare l’abitudine di vedere oltre le cose stesse, perché altrimenti si rimane ciechi di fronte alla loro banalità quotidiana.
Tutto questo e molto altro ancora…
Marco Magrini nasce a Milano il 31 luglio 1945.
Dal 1965 il suo lavoro è stato esposto in gallerie private, fondazioni e musei in mostre di gruppo e in oltre cinquanta mostre personali.
Ha esposto in Italia, Spagna, Svizzera, Belgio, Germania, Francia, Olanda, Austria, Tunisia, Svezia, Egitto, Grecia, Yugoslavia, Hong Kong, Islanda, U.S.A. e Inghilterra.
*Kalil Gibran : Sabbia e Onda / Sand and Foam Guanda editore
19
aprile 2005
Marco Magrini – Ombre e ferri volanti
Dal 19 aprile al 28 maggio 2005
arte contemporanea
Location
SPAZIOTEMPORANEO
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16–19,30
Vernissage
19 Aprile 2005, ore 18,30
Autore

