Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Meschac Gaba – Le pain migrateur
un lavoro appositamente concepito per l’occasione ma che sviluppa il progetto presentato nell’importante collettiva itinerante “Afrika Remix”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo due anni dalla sua prima personale italiana, l’artista africano
Meschac Gaba ritorna negli spazi della sede milanese della Galleria
Artra con un nuovo progetto che aprirà al pubblico mercoledì 28 aprile.
Le pain migrateur, titolo della nuova esposizione, è un lavoro
appositamente concepito per l’occasione ma che sviluppa il progetto
presentato nell’importante collettiva itinerante “Afrika Remix” già
approdata al Kunst Palast di Dusseldorf, alla Hayward Gallery di Londra
e che vede come prossime tappe il Centre George Pompidou di Parigi e il
Mori Museum di Tokyo.
Originario del Benin (Cotonou 1961) e dal ’95 residente ad Amsterdam,
dove attualmente vive e lavora, la figura di Meschac Gaba è
internazionalmente nota per le partecipazioni alla Documenta XI, alla
50 ª edizione della Biennale di Venezia, per le sue personali nei
maggiori musei del mondo e per l’imponente progetto del “Museum of
Contemporary African Art” che lo ha visto impegnato per sei anni, dal
1997 al 2002.
Tra i maggiori rappresentanti del globalismo, della condizione del
postcolonialismo e della realtà diasporica contemporanea, Meschac Gaba
opera - attraverso le pratiche artistiche che di volta in volta mette
in atto - una radicale decostruzione del concetto di identità.
Interessato ai processi di trasformazione culturale, l’intero progetto
artistico di Gaba tende a smontare la costruzione ideologica
dell’alterità e a minare ogni fondamento “essenzialista” e ogni
stereotipo dell’identità storico-culturale. Come ha scritto Okwui
Enwezor a proposito del “Museum of Contemporary African Art”: Anziché
essere una critica istituzionale, va piuttosto considerato una
riflessione sulla natura dell’appropriazione culturale, della
legittimazione e della narrazione istituzionale e della mercificazione
economica”.
Tutti il lavoro di Meschac Gaba si fonda sul concetto di fiction di
matrice broodthaersiana, a partire da due precise modalità
d’intervento: una che vede la decostruzione delle icone e degli
stereotipi coloniali; l’altra che necessita del coinvolgimento e della
partecipazione del pubblico. Così dopo aver concepito il Museo di Arte
Contemporanea Africana in dodici ambienti nomadi e processuali come
critica all’etnocentrismo, Gaba cerca ora di rintracciare le piste
confuse, le rotte ibridate e meticce delle forme culturali ordinarie
che si sono imposte nel tempo come pratiche di cultura urbana globale.
Il ginger cocktail realizzato per la Biennale di Venezia 2003 e
l’hairstyle rasta e a piccole trecce appena presentato in diciotto
parrucche all’Harlem Museum di New York, ne sono un esempio.
In questa occasione la baguette è al centro dell’archeologia
contemporanea di Gaba: un’archeologia dello sradicamento e dell’esodo.
Vero e proprio pain migrateur la baguette francese si può trovare ora
in ogni regione del mondo, non solo per processi di colonizzazione. Nel
Benin per esempio è il pane più popolare e il cibo più comune dopo il
mais, il riso e la patata. Non c’è bisogno di coltivare il grano (nel
Benin non ci cresce!) per mangiare baguettes. Ma la baguette, declinata
in differenti versioni e piegata a diversi usi, è ormai un genere a più
colori della pelle, a cittadinanza globale. Altro che “pain peint” di
surrealistica memoria!
MESCHAC GABA
Nato nel 1961 in Cotonou, Benin. Vive e lavora ad Amsterdam.
Mostre personali
2005 Le pain migrateur Galleria Artra, Milano;Tresses The Studio Museum
in Harlem, New York; Abidjan, Costa D’Avorio/ 2003 Atlantique Lumen
Travo, Amsterdam; 2002 Museum of Contemporary African Art: Library
Falaki Gallery, American University of Cairo, Cairo; Galleria Artra,
Milano e Genova; Palais de Tokyo, Salon du Musée, Parigi/ 2001
Ensemble, Lumen Travo Gallery, Amsterdam; Museum of Contemporary
African Art:The Library, Witte de With, center for contemporary art,
Rotterdam; Der Inforaum, Kunsthalle di Berna, Berna/ 2000 Meschac Gaba
(Salle de Jeux du Musée d’Art Contemporain Africain), S.M.A.K. Gent;
Spielregen-Rules of the Game Galerie Gebauer, Berlino/ 1999 Summer
Collection (Defilée de Mode)Vrije Universiteit, Amsterdam; Salle de
Jeux du Musée d’Art Contemporain Africain, Le Pavé Dans La Mare,
Besançon; Museum Restaurant, W139, Amsterdam; Vente en gros and
detaille, Lumen Travo Gallery, Amsterdam/ 1998 Museum of Contemporary
Art, Gate Foundation, Amsterdam, Meschac Gaba, SBK knsm-eiland,
Amsterdam/ 1997 Bazar Bizar, Tropenmuseum, Amsterdam/ 1991 Centre
Culturelle Français de Cotonou, Benin
Mostre collettive
2005 Afrika Remix Hayward Gallery, Londra, Centre George Pompidou,
Parigi; Dressing Ourselves, La Triennale, Milano; Op Hoogte Gedacht,
Beeldende Kunst op Groninger Kerkhoven, Groningen; Overtures-on Water,
Art Circolo, Monaco/ 2004 Horizon, voices from a Global Africa, Museum
of World Cultures, Göteborg; Strange Planet Ernest Welch School of Art
& Design Gallery, Atlanta; We are the World, Museum Boijmans Van
Beuningen, Rotterdam; Visa for Thirteen, PS1, New York; Afrika Remix,
Kunst Palast, Dusseldorf; The Fiction of Authenticity, Miller Gallery,
Pittsburgh/ 2003 Fiction of Authenticity, Forum of Contemporary Art,
St. Louis, Missouri; Exhibition of Exhibitions, Casey Kaplan Gallery,
New York; We are the World, Dutch Pavilion, Venice Biennale / 2002
documenta 11, Kassel / 2001 réalité rèalisée, Albi, France, Institut of
Visual Arts, University of Wisconin, Milw.; Locus Focus, Sonsbeek 9,
Arnhem Red Ribbon Art, Groninger Museum, Groningen / 2000 For Real,
Stedelijk Museum, Amsterdam, Taipei Biennale,The sky is the limit
“Meschac Gaba Made in Taiwan”, Fine Arts Museum, Taipei
East/International, Norwich Gallery, Norwich Play-use, Witte de With,
center for contemporary art, Rotterdam; A casa di, Cittadellarte
Fondazione Pistoletto, Biella, Continental Shift. A Voyage between
Cultures, Bonnefantnmuseum, Maastricht; Dialogues, ARCO, madrid;
Worthless (invaluable). The concept of Value in Contemporary Art,
Moderna Galerija, Ljubljana; Chess Game, Kunstmesse, Basel/ 99-2000
Mirror’s Edge, BildMuseet, Umeå; Vancouver Art Gallery; Castello di
Rivoli, Turin; Tramway, Glasgow; Charlottemburg, Copenhagen/ 1999 South
Meets West, National Museum of Ghana; Historisches Museum, Bern;
Waardige Zaken, Wonderkamers, De Nieuwe Vide, Haarlem¸Trafique,
S.M.A.K. Gent, Gent; Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam/ 1998
Meeting Point, Lumen Travo Gallery, Amsterdam, NICC, Antwerp/ 1997 Open
Ateliers, Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam; Blueprint, De
Appel, Amsterdam/ 1995 German Embassy, Cotonou/1994 Biennale d’Abidjan,
Abidjan/ 1993 Centre Culturelle Americain, Cotonou/ 1992 Musée des Arts
d’Afrique et d’Océanie, Paris
Meschac Gaba ritorna negli spazi della sede milanese della Galleria
Artra con un nuovo progetto che aprirà al pubblico mercoledì 28 aprile.
Le pain migrateur, titolo della nuova esposizione, è un lavoro
appositamente concepito per l’occasione ma che sviluppa il progetto
presentato nell’importante collettiva itinerante “Afrika Remix” già
approdata al Kunst Palast di Dusseldorf, alla Hayward Gallery di Londra
e che vede come prossime tappe il Centre George Pompidou di Parigi e il
Mori Museum di Tokyo.
Originario del Benin (Cotonou 1961) e dal ’95 residente ad Amsterdam,
dove attualmente vive e lavora, la figura di Meschac Gaba è
internazionalmente nota per le partecipazioni alla Documenta XI, alla
50 ª edizione della Biennale di Venezia, per le sue personali nei
maggiori musei del mondo e per l’imponente progetto del “Museum of
Contemporary African Art” che lo ha visto impegnato per sei anni, dal
1997 al 2002.
Tra i maggiori rappresentanti del globalismo, della condizione del
postcolonialismo e della realtà diasporica contemporanea, Meschac Gaba
opera - attraverso le pratiche artistiche che di volta in volta mette
in atto - una radicale decostruzione del concetto di identità.
Interessato ai processi di trasformazione culturale, l’intero progetto
artistico di Gaba tende a smontare la costruzione ideologica
dell’alterità e a minare ogni fondamento “essenzialista” e ogni
stereotipo dell’identità storico-culturale. Come ha scritto Okwui
Enwezor a proposito del “Museum of Contemporary African Art”: Anziché
essere una critica istituzionale, va piuttosto considerato una
riflessione sulla natura dell’appropriazione culturale, della
legittimazione e della narrazione istituzionale e della mercificazione
economica”.
Tutti il lavoro di Meschac Gaba si fonda sul concetto di fiction di
matrice broodthaersiana, a partire da due precise modalità
d’intervento: una che vede la decostruzione delle icone e degli
stereotipi coloniali; l’altra che necessita del coinvolgimento e della
partecipazione del pubblico. Così dopo aver concepito il Museo di Arte
Contemporanea Africana in dodici ambienti nomadi e processuali come
critica all’etnocentrismo, Gaba cerca ora di rintracciare le piste
confuse, le rotte ibridate e meticce delle forme culturali ordinarie
che si sono imposte nel tempo come pratiche di cultura urbana globale.
Il ginger cocktail realizzato per la Biennale di Venezia 2003 e
l’hairstyle rasta e a piccole trecce appena presentato in diciotto
parrucche all’Harlem Museum di New York, ne sono un esempio.
In questa occasione la baguette è al centro dell’archeologia
contemporanea di Gaba: un’archeologia dello sradicamento e dell’esodo.
Vero e proprio pain migrateur la baguette francese si può trovare ora
in ogni regione del mondo, non solo per processi di colonizzazione. Nel
Benin per esempio è il pane più popolare e il cibo più comune dopo il
mais, il riso e la patata. Non c’è bisogno di coltivare il grano (nel
Benin non ci cresce!) per mangiare baguettes. Ma la baguette, declinata
in differenti versioni e piegata a diversi usi, è ormai un genere a più
colori della pelle, a cittadinanza globale. Altro che “pain peint” di
surrealistica memoria!
MESCHAC GABA
Nato nel 1961 in Cotonou, Benin. Vive e lavora ad Amsterdam.
Mostre personali
2005 Le pain migrateur Galleria Artra, Milano;Tresses The Studio Museum
in Harlem, New York; Abidjan, Costa D’Avorio/ 2003 Atlantique Lumen
Travo, Amsterdam; 2002 Museum of Contemporary African Art: Library
Falaki Gallery, American University of Cairo, Cairo; Galleria Artra,
Milano e Genova; Palais de Tokyo, Salon du Musée, Parigi/ 2001
Ensemble, Lumen Travo Gallery, Amsterdam; Museum of Contemporary
African Art:The Library, Witte de With, center for contemporary art,
Rotterdam; Der Inforaum, Kunsthalle di Berna, Berna/ 2000 Meschac Gaba
(Salle de Jeux du Musée d’Art Contemporain Africain), S.M.A.K. Gent;
Spielregen-Rules of the Game Galerie Gebauer, Berlino/ 1999 Summer
Collection (Defilée de Mode)Vrije Universiteit, Amsterdam; Salle de
Jeux du Musée d’Art Contemporain Africain, Le Pavé Dans La Mare,
Besançon; Museum Restaurant, W139, Amsterdam; Vente en gros and
detaille, Lumen Travo Gallery, Amsterdam/ 1998 Museum of Contemporary
Art, Gate Foundation, Amsterdam, Meschac Gaba, SBK knsm-eiland,
Amsterdam/ 1997 Bazar Bizar, Tropenmuseum, Amsterdam/ 1991 Centre
Culturelle Français de Cotonou, Benin
Mostre collettive
2005 Afrika Remix Hayward Gallery, Londra, Centre George Pompidou,
Parigi; Dressing Ourselves, La Triennale, Milano; Op Hoogte Gedacht,
Beeldende Kunst op Groninger Kerkhoven, Groningen; Overtures-on Water,
Art Circolo, Monaco/ 2004 Horizon, voices from a Global Africa, Museum
of World Cultures, Göteborg; Strange Planet Ernest Welch School of Art
& Design Gallery, Atlanta; We are the World, Museum Boijmans Van
Beuningen, Rotterdam; Visa for Thirteen, PS1, New York; Afrika Remix,
Kunst Palast, Dusseldorf; The Fiction of Authenticity, Miller Gallery,
Pittsburgh/ 2003 Fiction of Authenticity, Forum of Contemporary Art,
St. Louis, Missouri; Exhibition of Exhibitions, Casey Kaplan Gallery,
New York; We are the World, Dutch Pavilion, Venice Biennale / 2002
documenta 11, Kassel / 2001 réalité rèalisée, Albi, France, Institut of
Visual Arts, University of Wisconin, Milw.; Locus Focus, Sonsbeek 9,
Arnhem Red Ribbon Art, Groninger Museum, Groningen / 2000 For Real,
Stedelijk Museum, Amsterdam, Taipei Biennale,The sky is the limit
“Meschac Gaba Made in Taiwan”, Fine Arts Museum, Taipei
East/International, Norwich Gallery, Norwich Play-use, Witte de With,
center for contemporary art, Rotterdam; A casa di, Cittadellarte
Fondazione Pistoletto, Biella, Continental Shift. A Voyage between
Cultures, Bonnefantnmuseum, Maastricht; Dialogues, ARCO, madrid;
Worthless (invaluable). The concept of Value in Contemporary Art,
Moderna Galerija, Ljubljana; Chess Game, Kunstmesse, Basel/ 99-2000
Mirror’s Edge, BildMuseet, Umeå; Vancouver Art Gallery; Castello di
Rivoli, Turin; Tramway, Glasgow; Charlottemburg, Copenhagen/ 1999 South
Meets West, National Museum of Ghana; Historisches Museum, Bern;
Waardige Zaken, Wonderkamers, De Nieuwe Vide, Haarlem¸Trafique,
S.M.A.K. Gent, Gent; Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam/ 1998
Meeting Point, Lumen Travo Gallery, Amsterdam, NICC, Antwerp/ 1997 Open
Ateliers, Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam; Blueprint, De
Appel, Amsterdam/ 1995 German Embassy, Cotonou/1994 Biennale d’Abidjan,
Abidjan/ 1993 Centre Culturelle Americain, Cotonou/ 1992 Musée des Arts
d’Afrique et d’Océanie, Paris
28
aprile 2005
Meschac Gaba – Le pain migrateur
Dal 28 aprile all'undici giugno 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
28 Aprile 2005, ore 18
Autore
Curatore



