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Biagio Pancino – Dall’Informale all’Organico
Personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria d’Arte Tarozzi è lieta di presentare la prima antologica pordenonese di Biagio Pancino.
La mostra tesa a ripercorrere i principali momenti creativi del suo viaggio artistico sottolinea in particolar modo la produzione degli anni sessanta e degli anni ottanta sino ai lavori più recenti.
Nato a S.Stino di Livenza (Venezia) nel 1931 Pancino incomincia la sua carriera da autodidatta, giovanissimo si trasferisce a Parigi nel 1952, dove ha inizio la sua avventura informale. La forza del gesto riempie le superfici, la gestualità e i colori saturi prendono il sopravvento sulla narrazione, le figure del primo periodo si perdono e quel che rimane sulla tela è puro sentire.
Di questo primo periodo si manterranno i cromatismi intensi, che continueranno a caratterizzare le immagini, ma la gestualità andrà via via razionalizzandosi: i segni s’irrigidiscono in movimenti astratti che danno vita ad una sorta d’ ‘espressionismo geometrico’.
È in questi stessi anni che Pancino inizia anche ad approfondire l’aspetto concettuale del suo lavoro: s’interroga sul senso del suo fare arte, e sul controverso rapporto arte-vita.
E così che i dipinti escono dalla superficie per depositarsi all’esterno. Prima si fanno cornice, poi coinvolgono l’intero ambiente espositivo (Bôite de peinture – Peinture de Boîte, 1973), ed in fine escono concretamente dagli spazi istituzionali predisposti all’arte per afferrare il reale. Le opere-azioni si avvalgono così della quotidianità, l’artista in opposizione al mercato dell’arte, sceglie di esporre al mercato di Pont sur Yonne, dove con dissacrante umorismo propone frutta e verdura rettificata, trasformata cioè dai suoi caratteristici colori (Installation, Etal N°1, 1975). È un prendersi gioco dell’arte, delle sue funzioni, del senso stesso dell’operazione artistica; l’opera non è più un frammento d’immortalità, è merce, come qualsiasi altra cosa.
Tutti i successivi lavori seguiranno questa linea concettuale, sebbene le modalità subiscano una brusca inversione. Le opere rientrano in galleria, le immagini tornano a riempire la superficie pittorica. Torna al supporto tradizionale, ma non si tratterà più di gesti immortali, bensì di figurazioni composte di materiale organico, per lo più patate. I vegetali si consumano, muoiono, ma si tingono di quelle tinte vivaci che hanno caratterizzato l’intera produzione. L’organismo, che ovviamente non può far altro che decomporsi nel tempo, prende sarcasticamente il posto dei grandi soggetti classici.
Così facendo anche questo ultimo ciclo sembra continuare a ripetere: non c’è nulla d’eterno tanto meno l’arte, l’arte è un gioco, facciamo in modo che almeno resti variopinto.
Principali mostre personali
1957, Galleria ‘Jaques Goldschmidt’, Paris (contratto in esclusiva-espone per 2anni), Galleria ‘Musee de Poche, Bl. Raspil’, Paris. 1966, Galleria Mou, Paris. 1969, Mostra - evento: RECONTRE, Galleria ‘Marchè Expèrimental d’Art’ di Paris. 1971, PARCOURS, Galleria Louxembourg, Parigi. 1972, PARCOURS, Museo de Tesse, Le Mans. 1973, BOITE DE PEINTURE; PEINTURE DE BOITE, Galleria ‘Philosophes’, Genere. 1978, ALTERNATIVA, Galleria Centro Arte Moderna, Pisa. 1979, ARTISTE PEINTRE EFFILOCHEUR, Galleria Cherley Chevalier, Paris. 1982 ,LA MIA FAMIGLIA È IL MIO MUSEO, OGGI è GIORNO DI BUCATO, Galleria dei Tribunali Bologna. LA BOUFFE, Centro George Pompidu, Paris. NEUE, Museo ‘Saaltland Museum Altes Haus, Saarbrucken. 1983, JOUR DE LESSIVE, Clac, Nancy. 1986, EPHEMERE: 2ème Etat, Galleria Produnzenten, Münich. 1988, UN AN APRES, Galleria Cherley Chevalier, Paris. 1991, L’ANGELUS, OMAGGIO A F.MILLET, Musèe en Erbe , Paris. 1995, UNIVERSALIS PAPAS POLYCROMIA, LES DRAPEUX, Galleria, de Roquefeuil, Paris. 1997, È UNIVERSALIS AUTO PSYCHÈ, Galleria Weiller, Paris.
La mostra tesa a ripercorrere i principali momenti creativi del suo viaggio artistico sottolinea in particolar modo la produzione degli anni sessanta e degli anni ottanta sino ai lavori più recenti.
Nato a S.Stino di Livenza (Venezia) nel 1931 Pancino incomincia la sua carriera da autodidatta, giovanissimo si trasferisce a Parigi nel 1952, dove ha inizio la sua avventura informale. La forza del gesto riempie le superfici, la gestualità e i colori saturi prendono il sopravvento sulla narrazione, le figure del primo periodo si perdono e quel che rimane sulla tela è puro sentire.
Di questo primo periodo si manterranno i cromatismi intensi, che continueranno a caratterizzare le immagini, ma la gestualità andrà via via razionalizzandosi: i segni s’irrigidiscono in movimenti astratti che danno vita ad una sorta d’ ‘espressionismo geometrico’.
È in questi stessi anni che Pancino inizia anche ad approfondire l’aspetto concettuale del suo lavoro: s’interroga sul senso del suo fare arte, e sul controverso rapporto arte-vita.
E così che i dipinti escono dalla superficie per depositarsi all’esterno. Prima si fanno cornice, poi coinvolgono l’intero ambiente espositivo (Bôite de peinture – Peinture de Boîte, 1973), ed in fine escono concretamente dagli spazi istituzionali predisposti all’arte per afferrare il reale. Le opere-azioni si avvalgono così della quotidianità, l’artista in opposizione al mercato dell’arte, sceglie di esporre al mercato di Pont sur Yonne, dove con dissacrante umorismo propone frutta e verdura rettificata, trasformata cioè dai suoi caratteristici colori (Installation, Etal N°1, 1975). È un prendersi gioco dell’arte, delle sue funzioni, del senso stesso dell’operazione artistica; l’opera non è più un frammento d’immortalità, è merce, come qualsiasi altra cosa.
Tutti i successivi lavori seguiranno questa linea concettuale, sebbene le modalità subiscano una brusca inversione. Le opere rientrano in galleria, le immagini tornano a riempire la superficie pittorica. Torna al supporto tradizionale, ma non si tratterà più di gesti immortali, bensì di figurazioni composte di materiale organico, per lo più patate. I vegetali si consumano, muoiono, ma si tingono di quelle tinte vivaci che hanno caratterizzato l’intera produzione. L’organismo, che ovviamente non può far altro che decomporsi nel tempo, prende sarcasticamente il posto dei grandi soggetti classici.
Così facendo anche questo ultimo ciclo sembra continuare a ripetere: non c’è nulla d’eterno tanto meno l’arte, l’arte è un gioco, facciamo in modo che almeno resti variopinto.
Principali mostre personali
1957, Galleria ‘Jaques Goldschmidt’, Paris (contratto in esclusiva-espone per 2anni), Galleria ‘Musee de Poche, Bl. Raspil’, Paris. 1966, Galleria Mou, Paris. 1969, Mostra - evento: RECONTRE, Galleria ‘Marchè Expèrimental d’Art’ di Paris. 1971, PARCOURS, Galleria Louxembourg, Parigi. 1972, PARCOURS, Museo de Tesse, Le Mans. 1973, BOITE DE PEINTURE; PEINTURE DE BOITE, Galleria ‘Philosophes’, Genere. 1978, ALTERNATIVA, Galleria Centro Arte Moderna, Pisa. 1979, ARTISTE PEINTRE EFFILOCHEUR, Galleria Cherley Chevalier, Paris. 1982 ,LA MIA FAMIGLIA È IL MIO MUSEO, OGGI è GIORNO DI BUCATO, Galleria dei Tribunali Bologna. LA BOUFFE, Centro George Pompidu, Paris. NEUE, Museo ‘Saaltland Museum Altes Haus, Saarbrucken. 1983, JOUR DE LESSIVE, Clac, Nancy. 1986, EPHEMERE: 2ème Etat, Galleria Produnzenten, Münich. 1988, UN AN APRES, Galleria Cherley Chevalier, Paris. 1991, L’ANGELUS, OMAGGIO A F.MILLET, Musèe en Erbe , Paris. 1995, UNIVERSALIS PAPAS POLYCROMIA, LES DRAPEUX, Galleria, de Roquefeuil, Paris. 1997, È UNIVERSALIS AUTO PSYCHÈ, Galleria Weiller, Paris.
15
aprile 2005
Biagio Pancino – Dall’Informale all’Organico
Dal 15 aprile al 15 maggio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA DANIELE TAROZZI
Pordenone, Viale Trento, 28, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trento, 28, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.30
Vernissage
15 Aprile 2005, ore 18,30
Autore
Curatore



