Neverland come un luogo che non esiste se non nella fantasia di chi crede nelle favole e di chi , non volendo perdere la purezza dello sguardo di un bambino, si rifiuta di crescere.
Andrea Canu ci guida volando nella sua personale “Isola che non c’è” dove le scenografie riscoprono in modo assolutamente unico i quattro elementi: i cieli tersi solcati da nuvole bianche e materiche, il giallo paglierino della terra nei paesaggi agresti, le luci nella notte innevata simili a fiabeschi fuochi fatui sino al blu delle recondite profondità marine.
Il quinto elemento è invece quello che anima questi luminosi scenari; e allora invece dei bambini sperduti, delle sirene e dei pirati, non finiscono di stupirci girasoli, lupi e pesci multicolori
Scoprendo che, per trovare la “vera isola che non c’è”, non è necessario seguire le indicazioni della famosa canzone di Edoardo Bennato: -seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino-, ma la si può trovare negli occhi di questo artista e nei sorrisi di quelli che ammirano i suoi quadri.