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Emanuela Fabozzi – Incontri
Il paesaggio marino, con la sua spiaggia e la luce accecante del sole, è la location privilegiata per incontri imprevisti con oggetti smarriti o gettati sulla sabbia o nell’acqua e casualmente trovati dall’artista.
Comunicato stampa
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Il paesaggio marino, con la sua spiaggia e la luce accecante del sole, è la location privilegiata per incontri imprevisti con oggetti smarriti o gettati sulla sabbia o nell'acqua e casualmente trovati dall'artista che li elegge a protagonisti assoluti delle sue storie. Carte di caramelle si affiancano a un galleggiante di rete o a tappi di bottiglia, un relitto di barca si avvicina a un secchiello o a un giocattolo rotto, conchiglie sono compagne di formine di plastica colorata, un pezzo di legno corroso dalla salsedine fa bella mostra di sé accanto a vetri rotti o a buffi pupazzetti... C'è qualcosa di magico e allo stesso tempo di familiare, in questi reperti salati, vivacizzati dalla luminosità straordinaria che solo il mare riesce ad avere, quasi la producesse esso stesso .Emanuela la ricrea mirabilmente anche quando le sue composizioni si nascondono al colore e quando si trasformano in fantasmi lontani attraverso un originale uso della tecnica del graffio.
Questa modalità vela i contorni della raffigurazione, sottrae definizione al disegno, attenua la percezione della composizione attraverso la scarnificazione dell'immagine che deriva in parte dall'esperienza che l'artista ha fatto con la tecnica dell'incisione. Qualsiasi sia la tipologia della registrazione di cose concrete portata sulla superficie pittorica dall'artista, la prospettiva scelta è sempre "dall'alto": gli oggetti sono infatti guardati da un punto di vista soggettivo ma allo stesso tempo come normalmente poterebbero essere visti da ognuno di noi. L'occhio dell'artista mischia le carte immergendo questo realismo in un clima surreale ottenuto attraverso una sospensione spaziotemporale. Quello che queste opere riescono a comunicarci è l'assoluta straordinarietà delle piccole cose normali che proprio perché tali e sotto gli occhi di tutti sono spesso ignorate, "cancellate" dall'attenzione comune. Sono però restituite alla vita grazie allo sguardo privilegiato dell'arte che le nota, le raffigura, ne scorge la sottile bellezza, l'efficacia delle associazioni tra loro. L'ulteriore passaggio, quasi obbligato, per Emanuela, è che questi reperti sono resi partecipi di una nuova esistenza e caricati di nuovo senso.
Cosa che le mini-installazioni seriali a corredo della mostra ci indicano con evidenza quasi disarmante, ricostruendo tangibilmente gli "incontri" e costringendoci ad un rapporto concreto con essi e con l'emozionalità dell'artista; insomma, portandoci a fare un'esperienza diretta. Questo è, in fin dei conti, quello che in seconda battuta provoca -o dovrebbe- l'arte: una nuova esperienza attraverso interrogativi, destabilizzazione, analisi della realtà da altri punti di vista.
BARBARA MARTUSCELLO
Questa modalità vela i contorni della raffigurazione, sottrae definizione al disegno, attenua la percezione della composizione attraverso la scarnificazione dell'immagine che deriva in parte dall'esperienza che l'artista ha fatto con la tecnica dell'incisione. Qualsiasi sia la tipologia della registrazione di cose concrete portata sulla superficie pittorica dall'artista, la prospettiva scelta è sempre "dall'alto": gli oggetti sono infatti guardati da un punto di vista soggettivo ma allo stesso tempo come normalmente poterebbero essere visti da ognuno di noi. L'occhio dell'artista mischia le carte immergendo questo realismo in un clima surreale ottenuto attraverso una sospensione spaziotemporale. Quello che queste opere riescono a comunicarci è l'assoluta straordinarietà delle piccole cose normali che proprio perché tali e sotto gli occhi di tutti sono spesso ignorate, "cancellate" dall'attenzione comune. Sono però restituite alla vita grazie allo sguardo privilegiato dell'arte che le nota, le raffigura, ne scorge la sottile bellezza, l'efficacia delle associazioni tra loro. L'ulteriore passaggio, quasi obbligato, per Emanuela, è che questi reperti sono resi partecipi di una nuova esistenza e caricati di nuovo senso.
Cosa che le mini-installazioni seriali a corredo della mostra ci indicano con evidenza quasi disarmante, ricostruendo tangibilmente gli "incontri" e costringendoci ad un rapporto concreto con essi e con l'emozionalità dell'artista; insomma, portandoci a fare un'esperienza diretta. Questo è, in fin dei conti, quello che in seconda battuta provoca -o dovrebbe- l'arte: una nuova esperienza attraverso interrogativi, destabilizzazione, analisi della realtà da altri punti di vista.
BARBARA MARTUSCELLO
21
ottobre 2004
Emanuela Fabozzi – Incontri
Dal 21 ottobre al 18 novembre 2004
arte contemporanea
Location
SPAZIOESPANSO
Roma, Via Dei Bergamaschi, 60, (Roma)
Roma, Via Dei Bergamaschi, 60, (Roma)
Vernissage
21 Ottobre 2004, ore 19,00



