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Remo Pasetto
La Galleria Spazio6 presenta le tele del pittore di Raldon Remo Pasetto, classe 1925, che si avvicinò all’arte dipingendo muri dei soffitti dì casa nei lontani anni ’30.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Oggi, sabato 30 marzo, alle ore 18.00 la Galleria Spazio6 presenta le tele del pittore di Raldon, Remo Pasetto, classe 1925, che si avvicinò all'arte dipingendo muri dei soffitti di casa nei lontani anni '30. Nel dopoguerra,nella stagione della giovinezza, Pasetto si trasferisce a Milano, dove alterna pittura e scultura, preferendo quest'ultima grazie all'amicizia di Manzù e agli amici di Brera.
Frequenta Migneco, Tomiolo, Melotto, lo scrittore Spina.
Nel 1960 torna ai pennelli ed è protagonista della prima personale a Firenze, alla Galleria "Nuova Corrente".
La scelta è giusta e riceve lusinghieri riconoscimenti. Nel 1961 vince il premio Suzzara, nel 1963 il premio Ramazzotti e nel 1967, per la seconda volta, il premio Suzzara, seguito, quasi venti anni dopo, dal premio ginestra d'Oro del Conero del 1986.
A Spazio 6 vedremo una carrellata di opere realizzate dall'artista veronese dal 1957 al 1980 che raccontano la vita familiare, la giornata domestica, il lavoro nei campi della gente veneta. Spesso povera gente. Contadini, muratori, salariati. Interpreti di quella "Vita agra" ben narrata da Luciano Bianciardi e da Vittorino Andreoli in "Omeni done e buteleti", con le misere garanzie sociali di mezzo secolo fa, fatica tanta, divertimenti pochi.
Pasetto ha fermato quella stagione con tratti decisi e proporzioni esagerate. Per questo alcuni critici lo hanno paragonato a Botero.
Una pittura che diventa narrazione di un novecento duro, con figure di corpi massicci e i muscoli avvezzi alla fatica, dove anche gli "Innamorati " hanno la faccia triste, lontani anni luce dalle raffinate ed esili figure di Baltus o Beraldini, ma sempre nobilitando i lavori umili e le esistenze semplici. Quelle che sorridevano di rado ma riuscivano col poco che avevano a trovare l'essenza della vita.
Comunicato stampa a cura di Danilo Castellarin
Frequenta Migneco, Tomiolo, Melotto, lo scrittore Spina.
Nel 1960 torna ai pennelli ed è protagonista della prima personale a Firenze, alla Galleria "Nuova Corrente".
La scelta è giusta e riceve lusinghieri riconoscimenti. Nel 1961 vince il premio Suzzara, nel 1963 il premio Ramazzotti e nel 1967, per la seconda volta, il premio Suzzara, seguito, quasi venti anni dopo, dal premio ginestra d'Oro del Conero del 1986.
A Spazio 6 vedremo una carrellata di opere realizzate dall'artista veronese dal 1957 al 1980 che raccontano la vita familiare, la giornata domestica, il lavoro nei campi della gente veneta. Spesso povera gente. Contadini, muratori, salariati. Interpreti di quella "Vita agra" ben narrata da Luciano Bianciardi e da Vittorino Andreoli in "Omeni done e buteleti", con le misere garanzie sociali di mezzo secolo fa, fatica tanta, divertimenti pochi.
Pasetto ha fermato quella stagione con tratti decisi e proporzioni esagerate. Per questo alcuni critici lo hanno paragonato a Botero.
Una pittura che diventa narrazione di un novecento duro, con figure di corpi massicci e i muscoli avvezzi alla fatica, dove anche gli "Innamorati " hanno la faccia triste, lontani anni luce dalle raffinate ed esili figure di Baltus o Beraldini, ma sempre nobilitando i lavori umili e le esistenze semplici. Quelle che sorridevano di rado ma riuscivano col poco che avevano a trovare l'essenza della vita.
Comunicato stampa a cura di Danilo Castellarin
30
marzo 2019
Remo Pasetto
Dal 30 marzo al 20 aprile 2019
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato da 19,30 alle 20.30
Vernissage
30 Marzo 2019, ore 18,00
Autore
Curatore