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Julio Le Parc
Le Parc è un uomo nuovo, che ha sempre tenuto coerenza tra pensiero e azione, e lo spettatore delle sue opere è avvolto da questa magica geometria in cui gli apparati, le strutture, piene di luci e ombre, di forme estroflesse e introflesse, di forme sinuose, segmentate pure e attraversate da fasci di luce.
Comunicato stampa
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Martedì 5 ottobre 2004 alle ore 18,30 presso Archivio di Stato di Milano, Palazzo del Senato, si inaugurerà un’importante mostra intitolata “Julio Le Parc” dal nome del Maestro cinetista, protagonista innovativo dell’arte contemporanea, artista di grande esperienza, dalla grande creatività, di grandi vedute.
Le Parc è un uomo nuovo, che ha sempre tenuto coerenza tra pensiero e azione, e lo spettatore delle sue opere è avvolto da questa magica geometria in cui gli apparati, le strutture, piene di luci e ombre, di forme estroflesse e introflesse, di forme sinuose, segmentate pure e attraversate da fasci di luce, di forme compresse l’un l’altra, esprimono una filosofia fenomenologia, dettata a volte dal caso, a volte dalla natura sapiente.
Il suo lavoro negli anni ha toccato proposte visive, progressioni instabili, rilievi sistematici, problemi di dislocamento, i 14 colori permutabili, la continuità mobile, movimenti sorpresa, oggetti da esaminare, giochi, ombre collettive, esperienze nella strada, inchieste, ambientazioni, e infine tra tante altre cose, le modulazioni e le alchimie. Ma anche fantomatici spettri visivi, circonferenze emblematiche, colloquiali equilibri di geometria e sovrapposizioni piene e vuote, le quali vincolano lo spettatore ad una nuova concezione estetica ed esistenziale che osserva la natura e apre una nuova investigazione di concetti e significati di consecutivi progetti riconoscibili, pulsanti. Egli si è servito dei risultati analitici e concreti, per costruire nell’unità e definitezza della sua inconfondibile personalità un mondo effabile, per dare a quel suo mondo una forma sensibile, o misura di nuovi spazi abitabili. Le tappe di questo artista, presente nelle collezioni dei più importanti museu e nelle sedi internazionali più rappresentative dell’arte, sono state tante e tutte ricche di interessi sensibili all’idea dello spazio, del colore e del movimento. Gli elementi delle sue opere sono pochi, semplici, eppure avvincenti radici di un primitivismo nobile e aristocratico, primario nei segni e nelle strutture, pieno di fenomenologie, i cui segnali trasmettono un’intera coscienza plastica, una messinscena artefatta e prospettica, testi indispensabili e testimoniali della collettiva modernità.
Nell’ultimo quinquennio Le Parc si è avventurato in una poetica pittorica che egli ha chiamato alchimia, con la sua interrelazione fra il mondo antico e il moderno.
Le alchimie di Le Parc si separano da una linea, attorno alla quale gioca da una parte una rigorosa occasione naturalmente della luce decomposta e composta, dall’altra il gusto istintuale della visione, che libera la luce in colori, in una gamma di astrazioni vivaci, di dinamismi plastici vertiginosi, di pioggia multicolore.
Le Parc ha quindi operato all’interno di un movimento che approfondisce sì la problematica ingegneristica e architettonica, ma soprattutto l’aspetto etico complessivo dell’arte, del suo farsi, del suo organizzarsi, del suo diffondersi, concentrando nelle sue opere, tutte le conquiste dell’arte del Novecento, portando reali innovazioni in ambito artistico attraverso proposizioni nuove sia nel campo della ricerca, in cui l’Arte si avvale della scienza, che in quello della fruizione, dove il pubblico viene coinvolto attivamente nella vita dell’opera d’arte.
Le Parc è un uomo nuovo, che ha sempre tenuto coerenza tra pensiero e azione, e lo spettatore delle sue opere è avvolto da questa magica geometria in cui gli apparati, le strutture, piene di luci e ombre, di forme estroflesse e introflesse, di forme sinuose, segmentate pure e attraversate da fasci di luce, di forme compresse l’un l’altra, esprimono una filosofia fenomenologia, dettata a volte dal caso, a volte dalla natura sapiente.
Il suo lavoro negli anni ha toccato proposte visive, progressioni instabili, rilievi sistematici, problemi di dislocamento, i 14 colori permutabili, la continuità mobile, movimenti sorpresa, oggetti da esaminare, giochi, ombre collettive, esperienze nella strada, inchieste, ambientazioni, e infine tra tante altre cose, le modulazioni e le alchimie. Ma anche fantomatici spettri visivi, circonferenze emblematiche, colloquiali equilibri di geometria e sovrapposizioni piene e vuote, le quali vincolano lo spettatore ad una nuova concezione estetica ed esistenziale che osserva la natura e apre una nuova investigazione di concetti e significati di consecutivi progetti riconoscibili, pulsanti. Egli si è servito dei risultati analitici e concreti, per costruire nell’unità e definitezza della sua inconfondibile personalità un mondo effabile, per dare a quel suo mondo una forma sensibile, o misura di nuovi spazi abitabili. Le tappe di questo artista, presente nelle collezioni dei più importanti museu e nelle sedi internazionali più rappresentative dell’arte, sono state tante e tutte ricche di interessi sensibili all’idea dello spazio, del colore e del movimento. Gli elementi delle sue opere sono pochi, semplici, eppure avvincenti radici di un primitivismo nobile e aristocratico, primario nei segni e nelle strutture, pieno di fenomenologie, i cui segnali trasmettono un’intera coscienza plastica, una messinscena artefatta e prospettica, testi indispensabili e testimoniali della collettiva modernità.
Nell’ultimo quinquennio Le Parc si è avventurato in una poetica pittorica che egli ha chiamato alchimia, con la sua interrelazione fra il mondo antico e il moderno.
Le alchimie di Le Parc si separano da una linea, attorno alla quale gioca da una parte una rigorosa occasione naturalmente della luce decomposta e composta, dall’altra il gusto istintuale della visione, che libera la luce in colori, in una gamma di astrazioni vivaci, di dinamismi plastici vertiginosi, di pioggia multicolore.
Le Parc ha quindi operato all’interno di un movimento che approfondisce sì la problematica ingegneristica e architettonica, ma soprattutto l’aspetto etico complessivo dell’arte, del suo farsi, del suo organizzarsi, del suo diffondersi, concentrando nelle sue opere, tutte le conquiste dell’arte del Novecento, portando reali innovazioni in ambito artistico attraverso proposizioni nuove sia nel campo della ricerca, in cui l’Arte si avvale della scienza, che in quello della fruizione, dove il pubblico viene coinvolto attivamente nella vita dell’opera d’arte.
05
ottobre 2004
Julio Le Parc
Dal 05 ottobre al 03 novembre 2004
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL SENATO E ARCHIVIO DI STATO
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì/venerdì ore 10,00 – 15,00 - Martedì/mercoledì/giovedì ore 10,00 – 18,00 - Sabato ore 10,00 - 14,00 - domenica chiuso
Vernissage
5 Ottobre 2004, ore 18,30
Curatore




