Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Orient Inn
ORIENT INN mostra i soggetti più vitali di questo paradigma glocale che contraddistingue l’arte russa contemporanea come gli effetti dei mass media nel contesto sociale attraverso i lavori di Anton Litvin, la realtà commerciale simulata con Irina Korina, le relazioni sociali con Anna Jermolaeva, la trasformazione del concetto di terra natia con il gruppo di artsti Program Escape.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Associazione Culturale diip è lieta di presentare ORIENT INN la quarta mostra del progetto O.S.M.U. – One Space Many Use, in collaborazione con il Centro Musei e Esposizioni di Stato ROSIZO del Ministero della Cultura e della Comunicazione della Federazione Russa e con il supporto dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia e della Fondazione Italia Russia.
ONE SPACE MANY USE, progetto promosso dall’Associazione Culturale diip e curato da Natasha Bordiglia, utilizza un prestigioso palazzo veneziano, Palazzo Pesaro Papafava, come luogo per quattro diverse esposizioni d’arte. In questa prospettiva lo spazio diviene periodicamente laboratorio di idee in cui l’antico palazzo è la piattaforma comune di creazione collettiva. La necessità di confrontarsi con altre realtà culturali ha spinto la curatrice Natasha Bordiglia ad invitare artisti e curatori provenienti da differenti aree geografiche dell’Europa: sud – nord – ovest – est. L’Italia ha rappresentato l’Europa meridionale in Private, la Norvegia l’Europa settentrionale in Somewhere else, la Francia l’Europa occidentale in Horizons. A settembre One Space Many Use si chiude con ORIENT INN che vede protagonista la Federazione Russa.
L’ormai scontato fenomeno della globalizzazione ha invaso tutti i settori della cultura e negli ultimi decenni qualunque discorso investa come soggetto il processo internazionale dell’arte non può prescinderne. Importanti Biennali di Arte Contemporanea avvengono ormai lontane dalla culla dell’arte - il continente europeo – e gli artisti stessi spesso provengono dal cosiddetto secondo e terzo mondo. Ma nonostante si stia assistendo all’esplosione di forme artistiche contemporanee provenienti dai paesi di cultura russa, cinese, scandinava e araba, si avverte il carattere effimero di questa stessa nuova attenzione, che sembra non portare con sé ad una reale affermazione di queste culture sulla scena dell’arte internazionale. In particolare la crisi della rappresentazione nazionale continua ad esistere e le problematiche legate alla nazionalità obbligano gli artisti a giocare ruoli specifici che non fanno altro che disegnare nuovamente i confini fra le diverse identità.
Contemporaneamente, negli ultimi anni, gli artisti russi, peraltro di differenti generazioni, percepiscono la loro arte come parte integrante di un processo globale dove le distinzioni nazionali sono sempre più spesso sentite come superflue etnografie. L’apertura della Russia all’Occidente e la conseguente globalizzazione hanno reso meno marcati i confini fra la Russia e l’Europa dando vita ad un processo di interrelazione fra le diverse culture. Il ruolo dell’est selvaggio che l’arte russa ha interpretato in alcune recenti rappresentazioni artistiche all’estero sembra aver annoiato sia gli artisti russi che gli spettatori occidentali. E adesso si sta assistendo ad un processo artistico i cui soggetti sono globali ma intimamamente connessi a problematiche locali, generando ciò che Achille Bonito Oliva chiama il paradigma glocale.
ORIENT INN mostra i soggetti più vitali di questo paradigma glocale che contraddistingue l’arte russa contemporanea come gli effetti dei mass media nel contesto sociale attraverso i lavori di Anton Litvin, la realtà commerciale simulata con Irina Korina, le relazioni sociali con Anna Jermolaeva, la trasformazione del concetto di terra natia con il gruppo di artsti Program Escape. L’interesse verso problematiche interne al discorso sull’arte come la questione della documentazione della performance art o il realismo fotografico quotidiano viene testimoniato atraverso i lavori di Elena Kovylina e di Georgy Pervov. Al di là di qualunque speculazione l’arte continua a mantenere la sua essenza enigmatica dove lo spazio per le riflessioni e i sentimenti è libero ed infinito come viene rimarcato dalla video-installazione creata appositamente da Sergey Shutov per questa mostra.
Infine ORIENT INN ammicca ai nomi di alcuni hotel, luoghi dove il paradigma glocale è esplicitato e il connubio fra locale e globale genera spazi sempre diversi.
Artisti:
Anton Litvin
Irina Korina
Anna Jermolaeva
Program Escape
Elena Kovylina
Georgy Pervov
Sergey Shutov
ONE SPACE MANY USE, progetto promosso dall’Associazione Culturale diip e curato da Natasha Bordiglia, utilizza un prestigioso palazzo veneziano, Palazzo Pesaro Papafava, come luogo per quattro diverse esposizioni d’arte. In questa prospettiva lo spazio diviene periodicamente laboratorio di idee in cui l’antico palazzo è la piattaforma comune di creazione collettiva. La necessità di confrontarsi con altre realtà culturali ha spinto la curatrice Natasha Bordiglia ad invitare artisti e curatori provenienti da differenti aree geografiche dell’Europa: sud – nord – ovest – est. L’Italia ha rappresentato l’Europa meridionale in Private, la Norvegia l’Europa settentrionale in Somewhere else, la Francia l’Europa occidentale in Horizons. A settembre One Space Many Use si chiude con ORIENT INN che vede protagonista la Federazione Russa.
L’ormai scontato fenomeno della globalizzazione ha invaso tutti i settori della cultura e negli ultimi decenni qualunque discorso investa come soggetto il processo internazionale dell’arte non può prescinderne. Importanti Biennali di Arte Contemporanea avvengono ormai lontane dalla culla dell’arte - il continente europeo – e gli artisti stessi spesso provengono dal cosiddetto secondo e terzo mondo. Ma nonostante si stia assistendo all’esplosione di forme artistiche contemporanee provenienti dai paesi di cultura russa, cinese, scandinava e araba, si avverte il carattere effimero di questa stessa nuova attenzione, che sembra non portare con sé ad una reale affermazione di queste culture sulla scena dell’arte internazionale. In particolare la crisi della rappresentazione nazionale continua ad esistere e le problematiche legate alla nazionalità obbligano gli artisti a giocare ruoli specifici che non fanno altro che disegnare nuovamente i confini fra le diverse identità.
Contemporaneamente, negli ultimi anni, gli artisti russi, peraltro di differenti generazioni, percepiscono la loro arte come parte integrante di un processo globale dove le distinzioni nazionali sono sempre più spesso sentite come superflue etnografie. L’apertura della Russia all’Occidente e la conseguente globalizzazione hanno reso meno marcati i confini fra la Russia e l’Europa dando vita ad un processo di interrelazione fra le diverse culture. Il ruolo dell’est selvaggio che l’arte russa ha interpretato in alcune recenti rappresentazioni artistiche all’estero sembra aver annoiato sia gli artisti russi che gli spettatori occidentali. E adesso si sta assistendo ad un processo artistico i cui soggetti sono globali ma intimamamente connessi a problematiche locali, generando ciò che Achille Bonito Oliva chiama il paradigma glocale.
ORIENT INN mostra i soggetti più vitali di questo paradigma glocale che contraddistingue l’arte russa contemporanea come gli effetti dei mass media nel contesto sociale attraverso i lavori di Anton Litvin, la realtà commerciale simulata con Irina Korina, le relazioni sociali con Anna Jermolaeva, la trasformazione del concetto di terra natia con il gruppo di artsti Program Escape. L’interesse verso problematiche interne al discorso sull’arte come la questione della documentazione della performance art o il realismo fotografico quotidiano viene testimoniato atraverso i lavori di Elena Kovylina e di Georgy Pervov. Al di là di qualunque speculazione l’arte continua a mantenere la sua essenza enigmatica dove lo spazio per le riflessioni e i sentimenti è libero ed infinito come viene rimarcato dalla video-installazione creata appositamente da Sergey Shutov per questa mostra.
Infine ORIENT INN ammicca ai nomi di alcuni hotel, luoghi dove il paradigma glocale è esplicitato e il connubio fra locale e globale genera spazi sempre diversi.
Artisti:
Anton Litvin
Irina Korina
Anna Jermolaeva
Program Escape
Elena Kovylina
Georgy Pervov
Sergey Shutov
07
settembre 2004
Orient Inn
Dal 07 al 22 settembre 2004
arte contemporanea
Location
PALAZZO PESARO PAPAFAVA
Venezia, Cannaregio, 3764, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 3764, (Venezia)
Orario di apertura
15.00-19.00
Vernissage
7 Settembre 2004, h. 18.30 Performance E. Kovylina h. 19.00
Curatore




