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Alberto Ghinzani
Alberto Ghinzani è l’ultimo degli scultori espressionisti viventi di forma altra. È l’erede coraggioso di quella crisi della riconoscibilità dell’immagine venuta alla ribalta nell’immediato secondo dopoguerra.
Comunicato stampa
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Giovedì 16 settembre 2004, alle ore 18,30, si inaugurerà a Torino, presso il Circolo degli Artisti (Palazzo Graneri della Roccia, via Bogino 9), la mostra dedicata ad Alberto Ghinzani, promossa dalla Regione Piemonte e organizzata dalla Elede editrice.
In questa rassegna, curata da Paolo Levi, verranno esposte, oltre ai lavori al Circolo degli Artisti, anche due sculture a Palazzo Bricherasio e una al Circolo Eridano di Torino.
Alberto Ghinzani è nato nel 1939. Compie i suoi studi a Milano all’Accademia di Brera dove frequenta il corso di scultura tenuto da Marino Marini. Nel 1962 e 1967 viene invitato alla Biennale di Carrara, la sua prima personale viene allestita alla Galleria delle Ore di Milano nel 1966 e nello stesso anno alla Galleria il Girasole di Roma. E’ docente all’Accademia di Brera e ha insegnato, oltre che a Milano, a Napoli, Firenze e Urbino.
Alberto Ghinzani è l’ultimo degli scultori espressionisti viventi di forma altra. È l’erede coraggioso di quella crisi della riconoscibilità dell’immagine venuta alla ribalta nell’immediato secondo dopoguerra. Ghinzani è il continuatore, in chiave tridimensionale, di quei maestri europei ed americani che hanno cancellato la presenza umana e naturalista dall’opera, procedendo oltre la forma in una ricerca analitica entro e fuori l’esistenziale.
Un’ombra nera incombe in ogni sua ricerca visiva. È calcolata, con istintualità di rapida riflessione, la parte bianca che avverte un sussurro di luce ingannevole. Sono lavori dove egli utilizza il ferro, manipolato da un poeta della materia, da scultore e, soprattutto, da faber-artigiano. Alberto Ghinzani possiede un introverso ingegno di fronte a questa materia antica, quale il ferro povero, nobilmente inerte.
Il suo operare tridimensionale è stabilito tra la parte farraginosa (salvata dall’oblio) e la bicromia degli opposti: una luce catturata dall’ombra. È scultore dell’ultimo guizzante bagliore della vita che resiste fredda prima di cedere il passo alla provvisorietà della notte. Ghinzani ha un senso rigenerativo della materia in una poetica di costante, immanente trasmutazione. Materia-ferro, materia-tempo sono archeologie visive che scorrono, come sogni inferi immanenti, all’interno del nostro profondo, di fronte al nostro sguardo, di questi solidi sogni nero-plastici, solide figure entro uno spazio inevitabilmente chiuso.
L’etica di Ghinzani è riconducibile al suo desiderio – lui figlio di Prometeo (con parentela ben stretta con Ermes) – di salvare una materia degenerata, conservandone una sua infinitezza. Non per nulla molti suoi recenti reperti visivi – riportati in luce come archetipi dal suo inconscio – egli li titola Clessidra.
Il catalogo, a cura di Paolo Levi ed edito dalla Elede Editrice, conterrà la riproduzione di tutte le opere esposte e un saggio del curatore.
In questa rassegna, curata da Paolo Levi, verranno esposte, oltre ai lavori al Circolo degli Artisti, anche due sculture a Palazzo Bricherasio e una al Circolo Eridano di Torino.
Alberto Ghinzani è nato nel 1939. Compie i suoi studi a Milano all’Accademia di Brera dove frequenta il corso di scultura tenuto da Marino Marini. Nel 1962 e 1967 viene invitato alla Biennale di Carrara, la sua prima personale viene allestita alla Galleria delle Ore di Milano nel 1966 e nello stesso anno alla Galleria il Girasole di Roma. E’ docente all’Accademia di Brera e ha insegnato, oltre che a Milano, a Napoli, Firenze e Urbino.
Alberto Ghinzani è l’ultimo degli scultori espressionisti viventi di forma altra. È l’erede coraggioso di quella crisi della riconoscibilità dell’immagine venuta alla ribalta nell’immediato secondo dopoguerra. Ghinzani è il continuatore, in chiave tridimensionale, di quei maestri europei ed americani che hanno cancellato la presenza umana e naturalista dall’opera, procedendo oltre la forma in una ricerca analitica entro e fuori l’esistenziale.
Un’ombra nera incombe in ogni sua ricerca visiva. È calcolata, con istintualità di rapida riflessione, la parte bianca che avverte un sussurro di luce ingannevole. Sono lavori dove egli utilizza il ferro, manipolato da un poeta della materia, da scultore e, soprattutto, da faber-artigiano. Alberto Ghinzani possiede un introverso ingegno di fronte a questa materia antica, quale il ferro povero, nobilmente inerte.
Il suo operare tridimensionale è stabilito tra la parte farraginosa (salvata dall’oblio) e la bicromia degli opposti: una luce catturata dall’ombra. È scultore dell’ultimo guizzante bagliore della vita che resiste fredda prima di cedere il passo alla provvisorietà della notte. Ghinzani ha un senso rigenerativo della materia in una poetica di costante, immanente trasmutazione. Materia-ferro, materia-tempo sono archeologie visive che scorrono, come sogni inferi immanenti, all’interno del nostro profondo, di fronte al nostro sguardo, di questi solidi sogni nero-plastici, solide figure entro uno spazio inevitabilmente chiuso.
L’etica di Ghinzani è riconducibile al suo desiderio – lui figlio di Prometeo (con parentela ben stretta con Ermes) – di salvare una materia degenerata, conservandone una sua infinitezza. Non per nulla molti suoi recenti reperti visivi – riportati in luce come archetipi dal suo inconscio – egli li titola Clessidra.
Il catalogo, a cura di Paolo Levi ed edito dalla Elede Editrice, conterrà la riproduzione di tutte le opere esposte e un saggio del curatore.
16
settembre 2004
Alberto Ghinzani
Dal 16 settembre al 20 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
CIRCOLO DEGLI ARTISTI – PALAZZO GRANERI DELLA ROCCIA
Torino, Via Conte Giambattista Bogino, 9, (Torino)
Torino, Via Conte Giambattista Bogino, 9, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16-19; chiuso la domenica. Citofonare 1115 e campanella
Vernissage
16 Settembre 2004, ore 18,30
Editore
ELEDE
Autore
Curatore




