Architetto, professore presso la Facoltà di Architettura di Firenze, responsabile del Laboratorio di Progettazione Architettonica, esperto di bioarchitettura e architettura bioclimatica, Alessandro Gioli ha affiancato ad una intenso lavoro di progettazione professionale una attività di rilettura degli elementi architettonici non finalizzati alla sola realizzazione. La sua fantasia gli ha permesso di creare disegni che non si fermassero alla realtà ma che la rappresentassero come spazio nuovo, abitata da segni e elementi che prendessero forma e la trasformassero.

Nella mostra che potrà essere visitata dal 4 al 27 settembre al Cassero Medievale di Prato, saranno esposti 60 disegni a matita colorata raffiguranti temi e figure architettoniche di formato 100x70, la cui poetica è riferibile alla monumentalità urbana ed al rapporto fra architettura e natura. L'architettura in Gioli si trasforma e si trasfigura in qualcosa di diverso, rivela simbolismi inaspettati, coglie di sorpresa. In molte suo opere precedenti gli elementi moderni si fondono con strutture antiche analizzando un problema centrale dell'architettura contemporanea che è il rapporto della modernità con la tradizione. Il rapporto tra l'uomo e lo spazio in cui vive viene rivisto e l'umanità risulta spossessata da tutto quello che ha conquistato nella storia, ritrovandosi inghiottita e intrappolata nelle strutture che la circondano.



Segni come figure: figure retoriche, metafore, grani di follia. Tutta l'architettura può essere definita una grande universale metafora, ma essa va oltre, orienta i pensieri di chi la costruisce, la distrugge, la riscopre, la riutilizza.

Ho disegnato l'architettura suggeritami dalla realtà. Ogni disegno ha la sua storia invisibile, un recinto che altri vorranno violare, negare o esaltare.

Alessandro Gioli