Tonino Milite, nato a Tirana nel 1942, studia all’Istituto d’Arte di Lucca; trasferitosi a Milano prosegue la sua formazione all’Accademia di Brera, licenziandosi con una tesi su Bruno Munari. Nei primi anni Settanta coadiuva Bruno Munari nei laboratori sperimentali di tecniche della stimolazione della creatività presso la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco. Insegna Tecnica dell’illuminazione presso la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco dal 1975 al 1978 proseguendo al contempo le proprie ricerche pittoriche. Espone da Montrasio Arte nel 1970 e nel 1972. Nel 1979 collabora con Munari al laboratorio tattile del Centre Pompidou. Nel 1980 Zanichelli pubblica la sua ricerca sulle “Textures”. Nel 1981 progetta e realizza la bandiera della Pace riprendendo l’immagine dell’arcobaleno. La sua ricerca sulle architetture effimere riceve il primo premio nel concorso nazionale “Un’esperienza di scuola”. antologica di opere, con testo di Bruno Munari, alla Montrasio Arte nell’aprile del 1992. Nel 1994 espone al SAGA di Parigi con Montrasio Arte, a Lineart a Gand in Belgio e allestisce una nuova personale alla Montrasio Arte con testo di Roberto Sanesi e Bruno Munari.

Scrive Claudio Cerritelli, nel saggio in catalogo: “Dinamici come esseri che si proiettano verso il futuro, primordiali come guerrieri che emergono dal labirinto del passato, gioiosi come personaggi che giocano con le luci fosforescenti dell’attualità: gli animaloidi di Tonino Milite accompagnano il pubblico di questa mostra in un viaggio dove sono protagonisti di una tensione prometeica che dalle premesse essenziali dell’arcaico sfida la complessità della visione contemporanea”(…)” Essi svelano, passo per passo, ciò che desiderano diventare: una luce che illumina le oscure regioni della mente, una freccia che sibila nel vuoto, un segno che graffia il corpo del pensiero, un’insidia che mette in crisi le certezze del buon senso comune.
Gli animaloidi vogliono soprattutto parlare il linguaggio della complessità, amplificare i limiti dell’umana percezione attraverso un linguaggio originario e originale che ci parla della autobiografia culturale e umana dell’artista, della sua tensione auto-analitica, del suo percorso spirituale e fisico, e soprattutto dell’ironia che sdrammatizza le angosce della realtà.”