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Luigi Ghirri – Una per restare una per andare
Protagonista rappresentativo come pochi in Italia degli anni settanta e ottanta, certo non solo in ambito fotografico, Luigi Ghirri ha ancora molti aspetti da svelare. Rivedere, come questa mostra permette con un rigore che lascia poco spazio al compiacimento, un gruppo di sue opere così importanti è un’occasione da non perdere.
Comunicato stampa
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La ricchezza della sua opera, già consegnata alle interpretazioni del concettualismo prima e del postmodernismo poi, non è in effetti riducibile ad esse e nasconde ancora la sua più intima poetica.
“Un libro per restare e uno per andare”, ha scritto dell’Album di famiglia e dell’Atlante, frase che abbiamo voluto riprendere a titolo di questa mostra per segnalare soprattutto questa fondamentale preoccupazione di Ghirri di mantenere sempre la doppia direzionalità del suo lavoro e delle sue immagini. Album di famiglia e Atlante, i due libri che, bambino, aveva in casa e sfogliava con incanto, incontrando così per la prima volta la fotografia, sono i due oggetti e i due generi cardine della fotografia di sempre, quello della memoria e quello della documentazione, quello della narrazione e quello della descrizione, quello della figura e quello del paesaggio; l’interno e l’esterno, la storia e il luogo, il privato e il pubblico, “le due categorie del mondo”, sintetizza Ghirri. Ma non l’una senza l’altra, è l’indicazione di Ghirri, la sintesi della sua ricerca, la ricerca della sintesi: attraverso i segni visivi si scopre il mondo (il mappa-mondo), attraverso l’attenzione acuita (il cannocchiale, sostituto della macchina fotografica) per il mondo si impara a “pensare per immagini” e si dà ad esse la stessa realtà del mondo.
Una lezione “italiana” – come suggerirà con il titolo del suo progetto per gli anni ottanta, Paesaggio italiano – ancora tutta da verificare e senza dubbio da ribadire. In tempi di riproposta di Atlanti vari, da quello di Richter e di Fischli & Weiss a quello di Warburg, si riguardi questo di Ghirri nella sua diversità fondamentale.
Con più di sessanta fotografie tra le più importanti di Luigi Ghirri, provenienti dal Fondo Eredi Luigi Ghirri, la mostra è a cura di Elio Grazioli.
“Un libro per restare e uno per andare”, ha scritto dell’Album di famiglia e dell’Atlante, frase che abbiamo voluto riprendere a titolo di questa mostra per segnalare soprattutto questa fondamentale preoccupazione di Ghirri di mantenere sempre la doppia direzionalità del suo lavoro e delle sue immagini. Album di famiglia e Atlante, i due libri che, bambino, aveva in casa e sfogliava con incanto, incontrando così per la prima volta la fotografia, sono i due oggetti e i due generi cardine della fotografia di sempre, quello della memoria e quello della documentazione, quello della narrazione e quello della descrizione, quello della figura e quello del paesaggio; l’interno e l’esterno, la storia e il luogo, il privato e il pubblico, “le due categorie del mondo”, sintetizza Ghirri. Ma non l’una senza l’altra, è l’indicazione di Ghirri, la sintesi della sua ricerca, la ricerca della sintesi: attraverso i segni visivi si scopre il mondo (il mappa-mondo), attraverso l’attenzione acuita (il cannocchiale, sostituto della macchina fotografica) per il mondo si impara a “pensare per immagini” e si dà ad esse la stessa realtà del mondo.
Una lezione “italiana” – come suggerirà con il titolo del suo progetto per gli anni ottanta, Paesaggio italiano – ancora tutta da verificare e senza dubbio da ribadire. In tempi di riproposta di Atlanti vari, da quello di Richter e di Fischli & Weiss a quello di Warburg, si riguardi questo di Ghirri nella sua diversità fondamentale.
Con più di sessanta fotografie tra le più importanti di Luigi Ghirri, provenienti dal Fondo Eredi Luigi Ghirri, la mostra è a cura di Elio Grazioli.
27
maggio 2004
Luigi Ghirri – Una per restare una per andare
Dal 27 maggio al 24 luglio 2004
fotografia
Location
GALLERIA FRANCO SOFFIANTINO
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 14.00 – 19.00
Vernissage
27 Maggio 2004, ore 18



