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Cristina Pavesi – Il primo mondo
Nel suo lavoro usa abitualmente il gioco e le forme prese dal mondo dei bambini. A volte piccoli calchi in gesso o silicone ossessivamente ripetuti per creare un effetto di ripetizione ridondante.
Comunicato stampa
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Cristina Pavesi è nata a Milano nel 1966 dove ha compiuto studi artistici diplomandosi a Brera. Dal 1992 espone in mostre personali e collettive e più volte nella Fiera d'Arte Contemporanea Internazionale, milanese (13/16 maggio) - MIART.
Nel suo lavoro usa abitualmente il gioco e le forme prese dal mondo dei bambini. A volte piccoli calchi in gesso o silicone ossessivamente ripetuti per creare un effetto di ripetizione ridondante. Il primo mondo è quello dal quale proveniamo, del quale ci ricordiamo poco o niente.
Quel primo mondo dal quale nascono ombre e paure: " l’uomo nero ": babau cattivo, o orco uscito dalla mente dei favolisti che genera incubi, addolciti poi, dai piccoli orsi di peluche o di pezza che diventano i primi compagni di gioco.
Dal primo mondo escono mostri umani o animali tigrati, personaggi scissi o in mutazione, ma anche la sicurezza di un approdo: una casa col comignolo che fuma, finestre fiorite e una porta con maniglia che si può sempre aprire.
Dal primo mondo fuoriescono fantasie malsane o liberatorie: una faccia di bambola che con la sua boccuccia di rosa inghiottisce microscopici soldatini come prelibati bocconcini cucinati per pranzo, un bambino che a gattoni percorre improbabili percorsi su precipizi dai quali inevitabilmente cade, un carillon che con la sua musichetta innocente viene messo a tacere distrutto da un inesorabile martello incurante della richiesta di pietà.
Queste e altre brevi storie come visioni si liberano dalla nebbia del primo mondo, e come una speranza di incontrare alla fine il mondo reale primo e vero mondo si concretizzano in una duplice fila di piedini rosa maschili e femminili che da luoghi opposti arrivano ad incontrarsi in un punto.
Nelle serie " Cenerentola " e "Indumenti antierotici " usa utensili domestici e simboli erotici come bocche e cuori alludendo al condizionamento dei lavori domestici e della seduzione sulla costruzione dell’identità femminile. Nella serie " Vero-Falso " oggetti d’uso domestico vengono mostrati nella doppia versione del formato reale e giocattolo toccando il tema della trasmissione dei modelli e dei ruoli durante l’infanzia.
Nell’ultimo lavoro " Evoluzione del linguaggio grafico " Cristina Pavesi raccoglie e cataloga, quindi sceglie e riproduce ingrandendoli su carta o su tela i disegni dei bambini esattamente come aveva fatto in passato in " Evoluzione del linguaggio " riportando fedelmente lallazioni, sillabe e poi frasi con l’uso dei timbri. L’uso della miniaturizzazione della realtà, dei giocattoli e dei colori sgargianti danno un’apparenza giocosa alle sue opere sia esse installazioni, foto, quadri o video pur contenendo all’opposto uno sguardo tagliente e critico verso il mondo presuntuosamente serioso degli adulti.
Nel suo lavoro usa abitualmente il gioco e le forme prese dal mondo dei bambini. A volte piccoli calchi in gesso o silicone ossessivamente ripetuti per creare un effetto di ripetizione ridondante. Il primo mondo è quello dal quale proveniamo, del quale ci ricordiamo poco o niente.
Quel primo mondo dal quale nascono ombre e paure: " l’uomo nero ": babau cattivo, o orco uscito dalla mente dei favolisti che genera incubi, addolciti poi, dai piccoli orsi di peluche o di pezza che diventano i primi compagni di gioco.
Dal primo mondo escono mostri umani o animali tigrati, personaggi scissi o in mutazione, ma anche la sicurezza di un approdo: una casa col comignolo che fuma, finestre fiorite e una porta con maniglia che si può sempre aprire.
Dal primo mondo fuoriescono fantasie malsane o liberatorie: una faccia di bambola che con la sua boccuccia di rosa inghiottisce microscopici soldatini come prelibati bocconcini cucinati per pranzo, un bambino che a gattoni percorre improbabili percorsi su precipizi dai quali inevitabilmente cade, un carillon che con la sua musichetta innocente viene messo a tacere distrutto da un inesorabile martello incurante della richiesta di pietà.
Queste e altre brevi storie come visioni si liberano dalla nebbia del primo mondo, e come una speranza di incontrare alla fine il mondo reale primo e vero mondo si concretizzano in una duplice fila di piedini rosa maschili e femminili che da luoghi opposti arrivano ad incontrarsi in un punto.
Nelle serie " Cenerentola " e "Indumenti antierotici " usa utensili domestici e simboli erotici come bocche e cuori alludendo al condizionamento dei lavori domestici e della seduzione sulla costruzione dell’identità femminile. Nella serie " Vero-Falso " oggetti d’uso domestico vengono mostrati nella doppia versione del formato reale e giocattolo toccando il tema della trasmissione dei modelli e dei ruoli durante l’infanzia.
Nell’ultimo lavoro " Evoluzione del linguaggio grafico " Cristina Pavesi raccoglie e cataloga, quindi sceglie e riproduce ingrandendoli su carta o su tela i disegni dei bambini esattamente come aveva fatto in passato in " Evoluzione del linguaggio " riportando fedelmente lallazioni, sillabe e poi frasi con l’uso dei timbri. L’uso della miniaturizzazione della realtà, dei giocattoli e dei colori sgargianti danno un’apparenza giocosa alle sue opere sia esse installazioni, foto, quadri o video pur contenendo all’opposto uno sguardo tagliente e critico verso il mondo presuntuosamente serioso degli adulti.
18
maggio 2004
Cristina Pavesi – Il primo mondo
Dal 18 maggio al 18 giugno 2004
arte contemporanea
Location
MARIA CILENA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
lunedì/venerdì ore 15,30/19,3
Vernissage
18 Maggio 2004, ore 18




