Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Emilio Resmini – Linea di Galleggiamento
Nel lavoro presentato presso lo Spazio Aperto San Fedele, Resmini elude apparentemente la tipicità veneziana: rifugge ogni velleità, abbandona il misticismo romantico e gioca su linee che convergono e divaricano i lembi di una città ideale, mercantile e portuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Suggerisce una Venezia superficiale e diafana, i cui margini si stemperano come nei canali le terre e le rocce corrose. Venezia, luogo anfibio, vive nello scambio reciproco fra tre entità: il bacino scolante, la laguna e l¹alto Adriatico. Tripartito è anche il lavoro di Resmini, e trivalente l¹effetto che si consegue descrivendolo: talora incide la prosa didascalica, un¹altra volta si cede al peso dell¹interrogativo o, infine, prende forma l¹ossimoro.
A Venezia, Resmini riscopre il pigro azzurrognolo di un riverbero continuo, un indaco astratto, un cielo alabastro, superando il contrasto che la città vive quotidianamente tra terra, mare, stili, momenti nella luce congelata di una stagione incerta. Le strade lastricate sono semivuote e la città pare un monumento sepolcrale la cui spinta della magnificenza di una tradizione mercantile e laboriosa giungono soffuse, appannate. La Serenissima sonnecchia, paralizzata nel suo abbraccio salato. Venezia sorse creando un paesaggio nuovo, con una tecnica speciale e un fine sempre più complesso, dove ³artificio² divenne arte e ³straordinario² familiare.
Le foto di Resmini sono sequenze ripartite in tre scatti, sono terzine di un canto. La tinta è bruciata, sovraesposta a una luce lattiginosa. A fianco della sua macchina fotografica si respira la mitologia religiosamente riprodotta tra le sculture dei mesi e delle vite dei santi, mentre sfiora il muro l¹ombra di un angelo scolpito. Questa essenza spirituale, che diede forme alle pietre e colori alle vetrate, è epidermicamente auscultata e vagamente suggerita. Resmini non vuole essere enciclopedico. Compone una Venezia senza inclinazione al restauro o alla conservazione, riscopre una logica ritmica tra concavo e convesso e tra pieno e vuoto. Raccoglie le oscillazioni del moto ondoso nei livelli segnati su di un argine. Venezia diventa una clessidra ad acqua. Fonda uno schema regolare che costruisce con una reiterata soluzione di continuità. Proprio come la simmetria delle immagini laterali. Permutazioni, disposizioni, combinazioni giocano in una strategia dell'ordinamento di varianti. Il piano è costruttivo, logico: brevi proposizioni compiute in tre pezzi inscindibili, che dipendono l'uno dagli altri. E, più prosaicamente, dalle pietre preziose su cui si adagiano le onde, ai livelli delle maree, al colore aranciato che il metallo assume tra scafi e ormeggi, tutto si rifrange come su di un piano in cui ogni curva ritrova la sua traccia. Romanticamente, la ruggine sostituisce il rosso Tiziano. E¹ il tocco colorato, moderno eppure poetico in questa dimensione sottile, ossidata e cianotica: una tinta che insieme al resto è la traccia del passaggio dell´acqua e del tempo.
A Venezia, Resmini riscopre il pigro azzurrognolo di un riverbero continuo, un indaco astratto, un cielo alabastro, superando il contrasto che la città vive quotidianamente tra terra, mare, stili, momenti nella luce congelata di una stagione incerta. Le strade lastricate sono semivuote e la città pare un monumento sepolcrale la cui spinta della magnificenza di una tradizione mercantile e laboriosa giungono soffuse, appannate. La Serenissima sonnecchia, paralizzata nel suo abbraccio salato. Venezia sorse creando un paesaggio nuovo, con una tecnica speciale e un fine sempre più complesso, dove ³artificio² divenne arte e ³straordinario² familiare.
Le foto di Resmini sono sequenze ripartite in tre scatti, sono terzine di un canto. La tinta è bruciata, sovraesposta a una luce lattiginosa. A fianco della sua macchina fotografica si respira la mitologia religiosamente riprodotta tra le sculture dei mesi e delle vite dei santi, mentre sfiora il muro l¹ombra di un angelo scolpito. Questa essenza spirituale, che diede forme alle pietre e colori alle vetrate, è epidermicamente auscultata e vagamente suggerita. Resmini non vuole essere enciclopedico. Compone una Venezia senza inclinazione al restauro o alla conservazione, riscopre una logica ritmica tra concavo e convesso e tra pieno e vuoto. Raccoglie le oscillazioni del moto ondoso nei livelli segnati su di un argine. Venezia diventa una clessidra ad acqua. Fonda uno schema regolare che costruisce con una reiterata soluzione di continuità. Proprio come la simmetria delle immagini laterali. Permutazioni, disposizioni, combinazioni giocano in una strategia dell'ordinamento di varianti. Il piano è costruttivo, logico: brevi proposizioni compiute in tre pezzi inscindibili, che dipendono l'uno dagli altri. E, più prosaicamente, dalle pietre preziose su cui si adagiano le onde, ai livelli delle maree, al colore aranciato che il metallo assume tra scafi e ormeggi, tutto si rifrange come su di un piano in cui ogni curva ritrova la sua traccia. Romanticamente, la ruggine sostituisce il rosso Tiziano. E¹ il tocco colorato, moderno eppure poetico in questa dimensione sottile, ossidata e cianotica: una tinta che insieme al resto è la traccia del passaggio dell´acqua e del tempo.
05
maggio 2004
Emilio Resmini – Linea di Galleggiamento
Dal 05 al 29 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle dalle 16 alle 19 (mattino su richiesta)
Vernissage
5 Maggio 2004, ore 18.00




