Le opere esposte rappresentano dunque un viaggio nella memoria rappresentata da una fisicità trapassata, non più vitale ma densa di rimandi emozionali. Le mummie, raccolte con perizia di particolari in un incisivo e particolarissimo corpus di immagini fotografiche, sono elette dall’artista a simbolo di caducità e passaggio. Il senso delle immagini, trattate attraverso interventi pittorici nervosi e scostanti, ripercorrono il senso etico della vita a partire dalla morte. I corpi delle mummie non sono rappresentati dall’artista come involucri silenti ma piuttosto come simulacri di vita passata. Le opere di Gaggia mettono misteriosamente in luce la presenza/assenza di un “io” passato, di diverse identità con ancora un ruolo spirituale attivo, in qualche modo nel presente. L’emblema della mostra è il cuore, inteso come motore di vita dall’immensa fragilità. Il cuore: un muscolo fisiologicamente fragile, trasparente per il potere emozionale che ad esso è attribuito, ma per questo ancor più vulnerabile. Giovanni Gaggia ha esposto in varie galleria in Italia e all’estero, imponendosi con un lavoro artistico di grande impatto emotivo. La mostra, curata da Roberta Ridolfi, è patrocinata dal Comune di Urbania e resterà aperta fino al 21 dicebre 2003.