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Mario Schifano – Opere 1960-1965
La mostra, che presenta una decina di opere di medio e grande formato,
> ripropone il percorso artistico di Mario Schifano dal 1960 al 1965.
Per l’occasione sarà edito il volume Mario Schifano. Opere 1960-1965 a cura di Laura Cherubini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Schifano debutta, giovanissimo, alla fine degli anni Cinquanta.. Al 1959
> risale, infatti, la sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma
> dove espone i suoi cementi materici e gestuali colati su tela che attirano
> immediatamente l'interesse di critici come Emilio Villa. Dopo aver
> partecipato ad alcune collettive, partecipa nel 1960 alla mostra
> presentata da Pierre Restany alla Galleria La Salita insieme a Festa, Lo
> Savio, Uncini e Angeli. In questa occasione si coglie già un mutamento
> nella sua pittura. Nell'ambito della generale e diffusa esigenza di
> superare l'informale dipinge ora quadri monocromi stendendo sulla tela
> larghe campiture di colore sgocciolante. Lo smalto, ossia quella tecnica
> non tradizionale, che per eccellenza richiama la vita moderna, viene usato
> per ricoprire grandi carte da pacco incollate su tela. Questo supporto è
> peraltro un grande protagonista dei cambiamenti del paesaggio urbano
> avvenuti tra la fine del '50 e i primi anni '60, quando i muri della città
> si ricoprono di immagini pubblicitarie, manifesti, affiches che si
> aggiungono alla grafica squillante della segnaletica stradale. Per questo
> qualche anno dopo, sulle superfici monocrome appaiono frammenti segnici
> della civiltà consumistica, cifre, lettere e marchi come quelli della Coca
> Cola o della Esso.
> Nel '62 Schifano si reca negli Stati Uniti dove conosce la Pop Art dalla
> quale però prende le distanze: "Nel mio lavoro c'è anche un sentimento di
> relatività che nei pittori americani non esiste... certo, tutto nel mio
> lavoro, è approssimativo.", come recita il titolo del quadro Il mare
> approssimativamente in cui compare una scritta che si fa onda. Al
> soggiorno newyorkese risale En plein air.
> Verso la fine del '64 si accentua un interesse per la rivisitazione della
> storia dell'arte che lo porterà l'anno successivo, ai notissimi pezzi
> dedicati al Futurismo. Ancora una volta è un'immagine tratta dai mezzi di
> comunicazione di massa, l'icona fotografica del gruppo storico futurista a
> Parigi, a sollecitare Schifano. Ormai le immagini abitano le superfici
> monocrome di Mario Schifano come il grande albero che si accampa sulla
> tela Grande oggetto paesaggio.
> risale, infatti, la sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma
> dove espone i suoi cementi materici e gestuali colati su tela che attirano
> immediatamente l'interesse di critici come Emilio Villa. Dopo aver
> partecipato ad alcune collettive, partecipa nel 1960 alla mostra
> presentata da Pierre Restany alla Galleria La Salita insieme a Festa, Lo
> Savio, Uncini e Angeli. In questa occasione si coglie già un mutamento
> nella sua pittura. Nell'ambito della generale e diffusa esigenza di
> superare l'informale dipinge ora quadri monocromi stendendo sulla tela
> larghe campiture di colore sgocciolante. Lo smalto, ossia quella tecnica
> non tradizionale, che per eccellenza richiama la vita moderna, viene usato
> per ricoprire grandi carte da pacco incollate su tela. Questo supporto è
> peraltro un grande protagonista dei cambiamenti del paesaggio urbano
> avvenuti tra la fine del '50 e i primi anni '60, quando i muri della città
> si ricoprono di immagini pubblicitarie, manifesti, affiches che si
> aggiungono alla grafica squillante della segnaletica stradale. Per questo
> qualche anno dopo, sulle superfici monocrome appaiono frammenti segnici
> della civiltà consumistica, cifre, lettere e marchi come quelli della Coca
> Cola o della Esso.
> Nel '62 Schifano si reca negli Stati Uniti dove conosce la Pop Art dalla
> quale però prende le distanze: "Nel mio lavoro c'è anche un sentimento di
> relatività che nei pittori americani non esiste... certo, tutto nel mio
> lavoro, è approssimativo.", come recita il titolo del quadro Il mare
> approssimativamente in cui compare una scritta che si fa onda. Al
> soggiorno newyorkese risale En plein air.
> Verso la fine del '64 si accentua un interesse per la rivisitazione della
> storia dell'arte che lo porterà l'anno successivo, ai notissimi pezzi
> dedicati al Futurismo. Ancora una volta è un'immagine tratta dai mezzi di
> comunicazione di massa, l'icona fotografica del gruppo storico futurista a
> Parigi, a sollecitare Schifano. Ormai le immagini abitano le superfici
> monocrome di Mario Schifano come il grande albero che si accampa sulla
> tela Grande oggetto paesaggio.
02
dicembre 2003
Mario Schifano – Opere 1960-1965
Dal 02 dicembre 2003 al 31 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
ZONCA & ZONCA
Milano, Via Ciovasso, 4, (Milano)
Milano, Via Ciovasso, 4, (Milano)
Orario di apertura
10.00_13.00; 15.30_19.30 Chiuso la domenica e il lunedì mattina
Vernissage
2 Dicembre 2003, ore 18.30



