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Particolari metropolitani
La mostra è imperniata sulle ricerche di quattro artisti che elaborano il loro lavoro attorno ad una visione fantastica delle anime che percorrono le metropoli.
Andrea Covelli utilizza come mezzo espressivo la fotografia, cercando immagini che siano al contempo suggestione e provocazione, scatti provenienti dalla Roma storica o dalla periferia prototecnologica. E’ evidente il collegamento culturale di questo fotografo con il lavoro di Mimmo Rotella, lo stesso Covelli definisce le sue delle “non-foto”, una sorta di “defotografie” che nascono inquadrando manifesti pubblicitari sui muri, cercando sovrapposizioni di colori, oggetti, carte, persino visi di persone, tutti strappati dal tempo.
Il lavoro di Emilio Giusti è totalmente pittorico, con forti radici nei lavori dei grafitisti che però rivelano delle correlazioni sia con il linguaggio infantile di Twombly che con l’espressionismo tedesco, soprattutto nelle forme satiriche utilizzate da Otto Dix e George Grosz. Le tele dipinte con gesti veloci di Giusti tendono a porgere allo spettatore dei personaggi che si esplicano come grottesche maschere della società consumistica, immagini tratte da un mondo in cui è la realtà stessa a farsi surreale attraverso il micidiale cocktail di superficialità ed idiozia di cui si compone.
Sulla scia del grafitismo converge anche il lavoro di Marco Galofaro.
Particolari metropolitani
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)



