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Chiara Fumai era Zalumma Agra, Dope Head, Carla Lonzi, Rosa Luxemburg, Ulrike Meinhof, Eusapia Palladino, Elisabetta Querini Valier, Valerie Solanas. Ma anche Harry Houdini e Julius Evola. Identità plurali, fluidità tra personalità e sistemi di pensiero, un rituale per sfuggire alle griglie sociali e culturali. L’artista tragicamente scomparsa nell’agosto del 2017 sarà ricordata l’8 dicembre, alle 16, al Castello di Rivoli, in occasione de “La rivolta dei morti. Retrospettiva 1969-2018. Parte II”, mostra dedicata a Nalini Malani e visitabile fino al 6 gennaio 2019, nell’ambito del Ciclo di incontri Sulla violenza contro le donne / On Violence Against Wome, a cura della stessa artista originaria del Pakistan e di Carolyn Christov-Bakargiev, con il sostegno di Nicoletta Fiorucci. Interverranno Milovan Farronato, direttore e curatore del Fiorucci Art Trust e curatore del Padiglione Italia della 58ma Biennale di Venezia, con “Tra verità e menzogna: le muse ‘inquietanti’ di Chiara Fumai”, e Christov-Bakargiev, con “Su Medea, le madri e la crudeltà”.