Lo scorso 13 agosto si è avviato il progetto di consultazione che porterà alla Nuova Costituzione Cubana. Immutato il sistema socialista al governo, mentre uno dei temi più dibattuti riguarda il diritto al matrimonio per persone
dello stesso sesso. L'attenzione solitamente riservata a Cuba è quasi esclusivamente legata a quello che rappresenta, al simbolo che è diventato e così luoghi comuni e pregiudizi sembrano orientare la maggior parte delle discussioni dentro stereotipi da chiacchiere post vacanziere. La verità è che l’eccezionalità cubana è scomoda, in quanto dimostra che per fornire alcuni servizi sociali fondamentali (istruzione, sanità, pensione) non sia sufficiente vincere delle libere elezioni, ma si debba fare qualcosa di impronunciabile: una rivoluzione.
Ho voluto osservare le trasformazioni in atto e registrare le contraddizioni. L'adesione al progetto socialista resta maggioritaria, ma emergono sacche di dissenso presso chi è attratto dalle sirene del libero mercato e dalla possibilità di arricchirsi con un turismo selvaggio. I media e internet
diffondono quotidianamente programmi in cui vengono mostrati i livelli di
vita e di consumo delle classi medio/alte, e sappiamo quanto questo condiziona le aspirazioni e gli stili di vita; è forse per questo anche che tra i giovani non si riscontra quel sentimento di appartenenza e di fducia nella
“specialità” cubana che caratterizza le generazioni passate che hanno vissuto con orgoglio la propria sobrietà come un valore rivoluzionario. Assediata e circondata dalle merci e dal turismo chissà se Cuba riuscirà a mantenere la sua specialità.