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Dici New York e dici Weegee, una leggenda. Il fotografo nato austro-ungarico (vero nome Arthur Fellig) è l’equivalente di quello che nel cinema è stato raccontato in Cotton Club di Francis Ford Coppola o in C’era una volta in America di Sergio Leone. Ma Weegee è stato anche l’antesignano dei paparazzi, sostantivo in realtà nato a Roma, a via Veneto, perché lui girava soprattutto di notte, con la sua ingombrante macchina fotografica al collo con tanto di flash, con cui immortalava divi del cinema, scazzottate, bulli e pupe ai night club, gli italiani di Little Italy, prima che questa fosse mangiata da China town, la Grande Mela a metà tra il crimine e il noir.
Insomma, New York allo stato puro, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, in un bianco e nero tanto abbagliante quanto immediato. Perché Weegee non studiava mai l’inquadratura, scattava e basta, rapidissimo. Flash su flash.
L’ultimo libro che riporta le sue immagini più famose, uscito recentemente, è già chiamato “Guida di New York”