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“Ah l’arte, una presa in giro. E poi corrotta, girano soldi sporchi”. A quanti di voi è capitato di sentire frasi del genere a una cena qualunque, alzi la mano. È capitato a tutti. Sull’arte, specie quella contemporanea, si addensano sospetti. E il bello è che chi li esprime in genere di arte non sa niente. Sì e no ha visto qualche mostra in vita sua. Ma parla. Anzi, straparla.
Noi, che invece il calcio lo subiamo da quando siamo nati, che dovremmo dire? Che c’è del marcio si sapeva prima di questa ultima maxi retata si vertici mondiale della FIFA. Che girano soldi sporchi, tra scommesse e mazzette, si sapeva pure. Senza parlare delle cifre del calcio mercato, roba in confronto alla quale le quotazioni degli artisti blue chips impallidiscono.
Eppure il calcio non si tocca. La partita? Un rito altro che la domenica al museo. Il campo? Un sancta sanctorum trasversale. I giocatori? I divi di oggi. Nonostante giri un vademecum su come boicottare la FIFA: non andare alla Coppia del mondo, non guardare le qualificazioni in tv, non comprare giochi e gadget targati FIFA, non comprare i prodotti degli sponsor, c’è da giurarci che anche questo ultimo scandalo verrà dimenticato in fretta. E tutto tornerà come prima: ladroni ai vertici, accoltellamenti d’ordinanza prima e dopo il match, compravendita di partite e tutto l’ameno mondo che gira intorno al pallone. Scandalo più scandalo meno.