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La storia di Ana Mendieta è nota. Artista cubana, scappa dall’isola con la sorella quando Castro va al potere, fuga che la divide dalla famiglia. Poi gli studi d’arte, la vita a New York, la permanenza a Roma, l’affermazione come una delle performer più radicali, l’incontro con Carl Andre, il matrimonio con lui.
Forse mai due persone più diverse si sono innamorate. Andre, quasi un’icona del Minimalismo, freddo, molto americano. Mendieta, l’esponente incendiaria di un body art che ricorre solo a elementi naturali. Poi il tragico epilogo. Ana vola dal 34esimo piano dell’appartamento a Manhattan dove vive con il marito. Andre, che è in casa al momento della caduta di Mendieta, presenta sul volto segni di colluttazione. È dapprima imputato di omicidio e poi assolto.
La mostra inaugurata quattro giorni fa alla Galleria Lelong di New York, “Ana Mendieta Experimental and Interactive Films”, propone dei vecchi film dell’artista di cui uno, Weather Balloon, Feathered Balloon, girato nel 1974. Molto poetico e a suo modo molto allegro, racconta di un volo. In questo caso di un pallone, nel blu dipinto di blu, che poi si sbriciola, un po’ come faceva lei nelle sue performance di cui rimanevano tracce effimere.
Courtesy Galerie Lelong
















