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L’artista coreana Jung Lee è conosciuta principalmente per le sue fotografie che ritraggono installazioni al neon collocate in aree deserte. Il suo interesse per la lingua inglese ha portato alla creazione della serie Aporia, in cui frasi prese in prestito da film, scritti di Roland Barthes, e perfino la Divina Commedia, sono isolate dai loro contesti originari e poste in luoghi desolati, dove acquistano una nuova carica espressiva e significati completamente diversi. Nella sua ultima serie, No More, gli “slogan luminosi” che combinavano l’amore per le parole e il neon, sono stati sostituiti da messaggi illeggibili e indecifrabili, una serie di forme astratte che si riflettono su specchi d’acqua o paesaggi innevati. (NG)