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Nato nel 1957 a Sakata e formatosi come sculture, Tokihiro Sato si avvicinò alla fotografia verso la fine degli anni ’80, quando iniziò a sperimentare con il bianco e nero e con l’utilizzo della luce, due caratteristiche che con il tempo diventarono i tratti distintivi della sua produzione fotografica. Oggi è conosciuto per i suoi paesaggi surreali e vuoti, popolati da puntini o fasci luminosi che testimoniano la presenza-assenza dell’essere umano. Dopo aver posizionato una telecamera fissa, durante esposizioni che durano dall’una alle tre ore, Sato si muove velocemente attraverso lo spazio scelto, creando punti di luce o linee luminose, di notte con delle torce, e di giorno con specchi rivolti verso il sole. Il risultato sono una serie di fotografie che catturano il suo passaggio nel tempo e nello spazio, ma non la sua immagine. (NG)