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Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento
Ad aprire la stagione primaverile del Castello di Rivalta una nuova mostra dal titolo “ Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento” a cura di Franco Moro e il ritorno di una fra le sue mostre più apprezzate: “Viaggio in Europa” – grand tour delle vedute ottiche”.
Comunicato stampa
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Mostre al castello di Rivalta “Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento.” e “Viaggio in Europa” Grand tour delle vedute ottiche
Ad aprire la stagione primaverile del Castello di Rivalta una nuova mostra dal titolo “ Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento.” a cura di Franco Moro e il ritorno di una fra le sue mostre più apprezzate: “Viaggio in Europa – grand tour delle vedute ottiche.
La presenza della mano di Paolo Borroni (Voghera, 12 gennaio 1749 - Voghera, 25 agosto 1819) nella decorazione di alcune sale del Castello di Rivalta, suggerisce l’idea all’iniziativa che intende ricostruire in quegli ambienti il clima culturale e figurativo al quale attinse anche il giovane Goya (Fuendetodos, 30 marzo 1746 - Bordeaux, 16 aprile 1828) durante gli anni del soggiorno in Italia. Borroni è colui che nel 1771 vinse il concorso all’Accademia parmense precedendo proprio lo spagnolo, classificatosi subito dopo di lui.
Questa iniziativa intende affiancarsi al contesto della mostra dedicata a Francisco Goya: La maturazione di un genio, in programma al palazzo della Pilotta di Parma prevista per il 2020; le tele e gli affreschi di Paolo Borroni che risalgono al 1780, alcuni anni dopo il suddetto concorso, sono un significativo episodio dell’interessante mutamento di stile in atto proprio in quegli anni, verso quel clima di rinnovamento figurativo orientato a formule ritenute più aggiornate e moderne.
Il percorso artistico svolto dal Borroni, dapprima a Milano e poi a Parma, fino al pensionato di quattro anni a Roma, dal 1772, rappresenta in un certo senso un simile processo formativo svolto a ritroso rispetto al grande spagnolo allora ancora incompreso e sconosciuto.
Al castello di Rivalta sarà attivo anche un altro maestro dimenticato del panorama di fine secolo, quel Filippo Comerio, con il quale il Borroni si alterna nella decorazione delle nuove sale riallestite dalla ristrutturazione voluta da Giuseppe Landi in seguito ai danni subiti dalla struttura. Insieme, dunque, alle opere di costoro nelle medesime sale si raccolgono alcuni esempi delle opere dei molti maestri, anche forestieri, attivi in quegli anni e determinanti per la formazione di Paolo Borroni e di Francisco Goya durante il suo soggiorno nella città eterna; si intende costituire uno spaccato del contesto culturale e figurativo dell’epoca, unendo la presentazione di alcune opere finora inedite di autori milanesi e di giovani talenti contemporanei a costoro provenienti dalle più varie aree geografiche che, con essi, ebbero a imparare e a dialogare.
Le opere esposte intendono sottolineare l’enorme valore delle suggestioni artistiche vissute nel nostro paese dal grande talento iberico, acquisite e divenute personali nella libera interpretazione del grande talento iberico: dai grandi capiscuola come Giaquinto, Tiepolo e Mengs, conosciuti anche a Madrid per i grandi cicli pittorici nel palazzo reale, al Batoni, al Piranesi o al Kuntze, solo per indicarne alcuni tra coloro che furono da lui avvicinati nell’ambiente romano.
La mostra si propone come luogo di ricerca, affrontando un argomento per lo più trascurato dagli studi come è quello della loro formazione giovanile. Oltre agli esempi di artisti noti si presentano opere di incerto autore o anonime, comunque inerenti al contesto, con l’intento di ricostruire le dinamiche di relazione, per sottoporre confronti diretti agli specialisti e stimolare nuovi studi.
Comitato scientifico
Filippo M. Ferro, Giovanni Godi, Paolo E. Mangiante
Mostra di vedute ottiche “Viaggio in Europa”
Solo in occasione della mostra sarà possibile ammirare ambienti solitamente inaccessibili, in particolare, nella stanza della musica, troverete una collezione davvero molto interessante, esposta per la seconda volta volta: 104 vedute ottiche originali del 1700.
Ad un primo sguardo le incisioni vi potranno sembrare classiche vedute di piazze e palazzi di città italiane ed europee ma, quando la sala sarà al buio, le vedute ottiche, retroilluminate, si trasformeranno in paesaggi notturni. vi sembreranno delle vedute notturne.
Si tratta, infatti, di stampe acquarellate e ritagliate, con applicazione di sete settecentesche. Le incisioni, dai colori molto vivaci, con cieli azzurri digradanti verso un orizzonte più chiaro, rappresentano strade e piazze con una prospettiva volutamente accentuata: le finestre degli edifici sono appositamente traforate e coperte da carte colorate, così che una volta retroilluminate si ottenga una versione notturna della scena.
Le vedute ottiche oggi sono raggruppate nella stessa sala, ma un tempo si osservavano all’interno di una scatola, una ad una: proprio come vedere un film!
Osservandole potrete riconoscere le piazze di città come Firenze, Roma, Londra, Parigi, Amsterdam, che erano considerate tappe fondamentali del Gran Tour, il viaggio che i nobili rampolli intraprendevano per completare la propria formazione. Molto in voga nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, questi itinerari potevano durare da pochi mesi fino ad una paio d’anni.
Le vedute ottiche, inizialmente considerate come souvenirs, divennero in seguito pezzi da collezione. Le producevano stampatori attivi a Londra e a Parigi mentre in Italia i più conosciuti erano i Fratelli Remondini di Bassano.
La collezione dei Conti Zanardi Landi di Rivalta, esposta nel castello di famiglia, è intitolata “Viaggio in Europa” e comprende anche le incisioni dette del “Figliol Prodigo”, le uniche che non rappresentano vedute di piazze conosciute. La storia del Figliol Prodigo, che lascia la casa paterna, era il pretesto per raccontare un viaggio attraverso l’Italia e le maggiori città d’Europa.
Le mostre avranno il patrocinio di:
Associazione Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli
Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI)
Comune di Gazzola
Comune di Parma
Comune di Piacenza
Fondazione Piacenza e Vigevano
IBACN - Istituto per i beni artistici culturali e naturali (Regione Emilia-Romagna)
Percorso visita guidata:
Oltre alle due mostre, sarà possibile visitare, con il consueto percorso, le seguenti sale: Salone d’ onore, Sala da pranzo, cucina, cantina, prigioni, camere da letto, torre, area museale (dedicata alla Battaglia di Lepanto, museo di arte sacra e delle esplorazioni, museo delle divise)
Durata:
Durata visita completa: novanta minuti
Durata visita solo mostra : quaranta minuti
Orari delle visite guidate:
lunedì e martedì solo su prenotazione
mercoledì, giovedì e venerdì: ore 11.00 e 15:30
sabato: ore 11:00, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
domenica: ore 10:30, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
*inizio ultima visita guidata
Ad aprire la stagione primaverile del Castello di Rivalta una nuova mostra dal titolo “ Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento.” a cura di Franco Moro e il ritorno di una fra le sue mostre più apprezzate: “Viaggio in Europa – grand tour delle vedute ottiche.
La presenza della mano di Paolo Borroni (Voghera, 12 gennaio 1749 - Voghera, 25 agosto 1819) nella decorazione di alcune sale del Castello di Rivalta, suggerisce l’idea all’iniziativa che intende ricostruire in quegli ambienti il clima culturale e figurativo al quale attinse anche il giovane Goya (Fuendetodos, 30 marzo 1746 - Bordeaux, 16 aprile 1828) durante gli anni del soggiorno in Italia. Borroni è colui che nel 1771 vinse il concorso all’Accademia parmense precedendo proprio lo spagnolo, classificatosi subito dopo di lui.
Questa iniziativa intende affiancarsi al contesto della mostra dedicata a Francisco Goya: La maturazione di un genio, in programma al palazzo della Pilotta di Parma prevista per il 2020; le tele e gli affreschi di Paolo Borroni che risalgono al 1780, alcuni anni dopo il suddetto concorso, sono un significativo episodio dell’interessante mutamento di stile in atto proprio in quegli anni, verso quel clima di rinnovamento figurativo orientato a formule ritenute più aggiornate e moderne.
Il percorso artistico svolto dal Borroni, dapprima a Milano e poi a Parma, fino al pensionato di quattro anni a Roma, dal 1772, rappresenta in un certo senso un simile processo formativo svolto a ritroso rispetto al grande spagnolo allora ancora incompreso e sconosciuto.
Al castello di Rivalta sarà attivo anche un altro maestro dimenticato del panorama di fine secolo, quel Filippo Comerio, con il quale il Borroni si alterna nella decorazione delle nuove sale riallestite dalla ristrutturazione voluta da Giuseppe Landi in seguito ai danni subiti dalla struttura. Insieme, dunque, alle opere di costoro nelle medesime sale si raccolgono alcuni esempi delle opere dei molti maestri, anche forestieri, attivi in quegli anni e determinanti per la formazione di Paolo Borroni e di Francisco Goya durante il suo soggiorno nella città eterna; si intende costituire uno spaccato del contesto culturale e figurativo dell’epoca, unendo la presentazione di alcune opere finora inedite di autori milanesi e di giovani talenti contemporanei a costoro provenienti dalle più varie aree geografiche che, con essi, ebbero a imparare e a dialogare.
Le opere esposte intendono sottolineare l’enorme valore delle suggestioni artistiche vissute nel nostro paese dal grande talento iberico, acquisite e divenute personali nella libera interpretazione del grande talento iberico: dai grandi capiscuola come Giaquinto, Tiepolo e Mengs, conosciuti anche a Madrid per i grandi cicli pittorici nel palazzo reale, al Batoni, al Piranesi o al Kuntze, solo per indicarne alcuni tra coloro che furono da lui avvicinati nell’ambiente romano.
La mostra si propone come luogo di ricerca, affrontando un argomento per lo più trascurato dagli studi come è quello della loro formazione giovanile. Oltre agli esempi di artisti noti si presentano opere di incerto autore o anonime, comunque inerenti al contesto, con l’intento di ricostruire le dinamiche di relazione, per sottoporre confronti diretti agli specialisti e stimolare nuovi studi.
Comitato scientifico
Filippo M. Ferro, Giovanni Godi, Paolo E. Mangiante
Mostra di vedute ottiche “Viaggio in Europa”
Solo in occasione della mostra sarà possibile ammirare ambienti solitamente inaccessibili, in particolare, nella stanza della musica, troverete una collezione davvero molto interessante, esposta per la seconda volta volta: 104 vedute ottiche originali del 1700.
Ad un primo sguardo le incisioni vi potranno sembrare classiche vedute di piazze e palazzi di città italiane ed europee ma, quando la sala sarà al buio, le vedute ottiche, retroilluminate, si trasformeranno in paesaggi notturni. vi sembreranno delle vedute notturne.
Si tratta, infatti, di stampe acquarellate e ritagliate, con applicazione di sete settecentesche. Le incisioni, dai colori molto vivaci, con cieli azzurri digradanti verso un orizzonte più chiaro, rappresentano strade e piazze con una prospettiva volutamente accentuata: le finestre degli edifici sono appositamente traforate e coperte da carte colorate, così che una volta retroilluminate si ottenga una versione notturna della scena.
Le vedute ottiche oggi sono raggruppate nella stessa sala, ma un tempo si osservavano all’interno di una scatola, una ad una: proprio come vedere un film!
Osservandole potrete riconoscere le piazze di città come Firenze, Roma, Londra, Parigi, Amsterdam, che erano considerate tappe fondamentali del Gran Tour, il viaggio che i nobili rampolli intraprendevano per completare la propria formazione. Molto in voga nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, questi itinerari potevano durare da pochi mesi fino ad una paio d’anni.
Le vedute ottiche, inizialmente considerate come souvenirs, divennero in seguito pezzi da collezione. Le producevano stampatori attivi a Londra e a Parigi mentre in Italia i più conosciuti erano i Fratelli Remondini di Bassano.
La collezione dei Conti Zanardi Landi di Rivalta, esposta nel castello di famiglia, è intitolata “Viaggio in Europa” e comprende anche le incisioni dette del “Figliol Prodigo”, le uniche che non rappresentano vedute di piazze conosciute. La storia del Figliol Prodigo, che lascia la casa paterna, era il pretesto per raccontare un viaggio attraverso l’Italia e le maggiori città d’Europa.
Le mostre avranno il patrocinio di:
Associazione Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli
Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI)
Comune di Gazzola
Comune di Parma
Comune di Piacenza
Fondazione Piacenza e Vigevano
IBACN - Istituto per i beni artistici culturali e naturali (Regione Emilia-Romagna)
Percorso visita guidata:
Oltre alle due mostre, sarà possibile visitare, con il consueto percorso, le seguenti sale: Salone d’ onore, Sala da pranzo, cucina, cantina, prigioni, camere da letto, torre, area museale (dedicata alla Battaglia di Lepanto, museo di arte sacra e delle esplorazioni, museo delle divise)
Durata:
Durata visita completa: novanta minuti
Durata visita solo mostra : quaranta minuti
Orari delle visite guidate:
lunedì e martedì solo su prenotazione
mercoledì, giovedì e venerdì: ore 11.00 e 15:30
sabato: ore 11:00, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
domenica: ore 10:30, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
*inizio ultima visita guidata
04
aprile 2020
Attorno a Goya in Italia. Paolo Borroni e gli altri. Gli anni del cambiamento
Dal 04 aprile al 30 agosto 2020
arte moderna
Location
CASTELLO DI RIVALTA
Gazzola, (Piacenza)
Gazzola, (Piacenza)
Biglietti
Biglietto visita completa: 15 euro
Biglietto visita ridotta: 12 euro
Orario di apertura
Visite guidate: lunedì e martedì solo su prenotazione
mercoledì, giovedì e venerdì: ore 11.00 e 15:30
sabato: ore 11:00, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
domenica: ore 10:30, 14:00, 15:20, 16:40, 18:00*
*inizio ultima visita guidata
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