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fino al 3.VII.2004 Javier Gil Torino, Gas Art Gallery
torino
Paiono scorrere velocemente le vedute di Javier Gil. Scorrono e... si deformano. Create con pastello e gomma, utilizzando un supporto millenario come la carta. Per restituire immagini dal sapore piranesiano...
Bisogna scendere al piano interrato della Gas Art Gallery per vedere i lavori di Javier Gil (Montevideo, Uruguay, 1961. Vive a Madrid), mentre al pianterreno è allestita un’altra personale, dedicata ai lavori recenti di Paolo Consorti (San Benedetto del Tronto, 1964). Una scelta che si distingue dalla programmazione finora proposta da Gas, poiché in genere si era ricercato un dialogo -talora sfociato in litigio- fra le opere degli artisti presentati in contemporanea, per esempio proprio in D’Après, quando era esposto anche un lavoro dello stesso Gil. In questo caso, tuttavia, lo scarto è netto da ogni punto di vista, non per ultimo quello della qualità. Poiché dell’opera di Consorti s’è già detto più volte, e il dato che pare emergere con insistenza è ormai piuttosto condiviso: essa non convince affatto.
Discorso diametralmente opposto vale per l’uruguagio. Ciò che colpisce immediatamente è la tecnica sopraffina nell’uso del pastello. Poiché, forse influenzati da ciò che si vede al primo piano e dalle precedenti mostre alla Gas, si pensa dapprima a una lavorazione fotografica che si avvale di un sapiente uso del fotoritocco digitale.
Invece si tratta di vedute realizzate a pastello, con una capacità di rendere la distorsione delle prospettive, i chiaroscuri e la luce che non possono non rammentare il superbo Piranesi. E l’invito è rivolto a osservare con quanto maestrìa Gil utilizzi non solo il pigmento, l’addizione cromatica, ma pure la sottrazione. Insomma, come riesca a far emergere la luce con poche de-trazioni di gomma, cancellature che non solo facilitano, ma permettono quasi l’emersione del soggetto. Le deformazioni vedustiche colgono in questo caso alcune città d’arte europee, restituendocene un’immagine oscillante, a metà strada fra l’azione di un gigantesco specchio carnascialesco e l’ottica ubriaca di una nottata felliniana.
In alcuni casi l’accento cade su una visione neogotica, come in El Municipio (Ciudades Fantasticas) (2002). È qui che si esplicita il legame più palese con l’“altra metà” del lavoro di Gil. Infatti, sono forse più note le sue doti di illustratore erotico, o addirittura “pornografico”, quando con tratto graffiante e implacabile dà corpo alle visioni di Sade e Bataille. Ma in mostra questo è un côté che viene evocato solo da Weiermair, che firma la presentazione a catalogo. Mentre un altro aspetto che va ricordato concerne le “fonti” del sudamericano. I lavori datano infatti tutti 2002, ma soprattutto quelli che evocano la capitale spagnola riportano un sottotitolo che recita (Madrid 1950). Gl lavora dunque anche a partire da vecchie fotografie, come d’altronde si può evincere dalla foggia di certe automobili o dalla vegetazione di alcune piazze che ora sono adibite a parcheggi. In quel cortocircuito spazio-temporale sta probabilmente la più acuta distorsione di Gil. Poiché con i medesimi occhi potremmo vedere già oggi quanto è cambiata la New York che ha ritratto dopo l’11 settembre, ma a partire da fotografie che, nella loro memoria visiva, rammentano ancora le Twin Towers.
articoli correlati
Gil alla collettiva “D’Après” alla Gas
Personale di Consorti alla 3G di Udine
Piranesi alla Chiesa del Carmine di Fermo
link correlati
Il sito dell’artista, aggiornato fino al 2001
marco enrico giacomelli
mostra visitata il 29 maggio 2004
Javier Gil
Gas Art Gallery – Level_Two
C.so Vittorio Emanuele II, 90 – 10123 Torino
Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 20
Ingresso libero
Info: tel. 011-19700031; fax 011-19700032; gallery@gasart.it; www.gasart.it
Catalogo bilingue italiano-inglese con presentazione di Peter Weiermair
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