23 novembre 2025

Biennale Architettura: l’altare restaurato chiude il cantiere del Padiglione Santa Sede

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Dopo la mostra che ha trasformato una cappella veneziana in un cantiere vivo, il Padiglione della Santa Sede conclude la sua presenza alla Biennale di Architettura con lo svelamento dell’altare restaurato

Padiglione della Santa Sede, Opera Aperta, installation views, ph. Marco Cremascoli

Il Padiglione della Santa Sede si prepara a chiudere il suo percorso alla Biennale di Venezia con un gesto che ne costituisce tanto la conclusione quanto il culmine: lo svelamento del restauro dell’altare nella Cappella del Complesso di Santa Maria Ausiliatrice a Venezia, previsto per domenica 23 novembre alle 17.

Opera Aperta (questo il titolo del progetto), a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, è stato concepito come «padiglione-cantiere» e ha avuto fin dall’origine una doppia ambizione: intervenire sul patrimonio architettonico della Cappella — restituendo alla struttura parti danneggiate e oggetti di valore — e, al contempo, costruire pratiche di cura e relazione con la comunità locale. Il progetto ha immaginato la riparazione non come mera conservazione tecnica, ma come gesto politico e sociale capace di rimettere in moto relazioni, saperi artigiani e pratiche condivise.

Anche per questo Opera Aperta ha ricevuto una menzione speciale dalla Biennale per la sua capacità di costruire «spazi di scambio, negoziazione e riparazione»: aspetti che fanno dialogare il progetto con i grandi temi dell’attuale Biennale di Architettura, che esplora pratiche progettuali attente all’abitare, ai legami sociali e alla sostenibilità del costruito. In questo senso, il Padiglione della Santa Sede si propone come laboratorio in cui architettura, etica e cura si incontrano per proporre modelli alternativi di relazione con il patrimonio.

L’impostazione curatoriale, poi, ha privilegiato il lavoro corale e l’azione diretta: dal coinvolgimento di officine artigiane e imprese specializzate (come Lares) allo spazio dato a studenti e operatori locali, fino alle azioni performative che hanno trasformato i momenti di cantiere in occasioni pubbliche di ascolto e condivisione.

Padiglione della Santa Sede, Opera Aperta, installation views, ph. Marco Cremascoli

Il finissage di Opera Aperta

Il finissage sarà anticipato, nella stessa giornata, dalla presentazione del catalogo Opera Aperta: la riparazione come atto radicale (Allemandi), in programma alle 15.30, alla presenza del Cardinale José Tolentino de Mendonça, delle curatrici Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, e delle architette Tatiana Bilbao e Anna Puigjaner.

Il volume raccoglie disegni, fotografie, testimonianze e materiali prodotti durante i mesi di lavoro nel Padiglione, insieme a saggi e interventi di figure centrali del pensiero contemporaneo: da Papa Francesco a Umberto Eco, da Tim Ingold a Mierle Laderman Ukeles, da Maria Puig de la Bellacasa a Nigel Thrift, passando per voci come Stephen Graham, Elke Krasny, Shannon Mattern ed Elizabeth Spelman.

Il programma del finissage comprenderà anche la performance La riparazione, attivata da cinque operatori Pilosio che daranno avvio allo smontaggio del ponteggio presente nella Cappella: un’azione tecnica che, accompagnata dagli interventi musicali degli studenti del Conservatorio Benedetto Marcello, diventa momento di rivelazione e restituzione.

Padiglione della Santa Sede, Opera Aperta, installation views, ph. Marco Cremascoli

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