30 giugno 2006

Art and the city

 
Dove l’arte esce allo scoperto, sgomita, invade, sorprende, ammicca, cattura sguardi e pensieri, rende complici. Ma perché mai? Incredibile, dall’epoca della sua morte (annunciata) l’arte dilaga. Ecco l’evento Kontracom, in tutta Salisburgo…

di

L’arte contemporanea ambisce ormai a saturare il visibile oltre i suoi confini istituzionali dando luogo a nuove situazioni. Nulla di strano dunque se qui il percorso a cielo aperto tracciato dalle opere di una decina di giovani -e già affermati– artisti componga un decalogo di emozioni da condividere collettivamente, come fosse l’ossessione di un dover essere. Fatalmente, etica ed estetica si congiungono.
Città barocca per eccellenza, e pertanto segnata dalla immanenza di una peculiare modalità stilistica, Salisburgo si presta bene ad essere il luogo di un movimento complesso di pieghe e dispiegamenti. A guardare le grandi sfere colorate installate da Ayse Erkmen nell’anfratto di un edificio, si ha la sensazione di volgere gli occhi ad un arcobaleno comparso dal nulla. Negli interstizi del quotidiano l’arte diviene un gioco ad incastro, riempie vuoti, colora zone d’ombra, stempera la rigidità strutturale in sinuosità molli; tutto per dare risalto a spazi neutri, trascurati e finalmente riscattati, pienamente recuperati all’attenzione del pubblico. E se sarebbe già sorprendente girare l’angolo di una via e trovarsi in una piazza dove staziona un elicottero, è stupefacente trovarsi in tale luogo a tu per tu con un Vessex 558 atterrato impeccabilmente sottosopra. Inconcepibile eppure inoppugnabile la situazione posta in atto da Paola Pivi. È un’opera impostata sul colpo di scena inusitato, una situazione illogica, mirata ad un effetto di incredulità. In perfetto stile Pivi.
Ayse Erkmen - The GapIl coinvolgimento tra il sentimento della comunità e il luogo del vissuto è la caratteristica di questo evento artistico. Senza però negare l’individualità delle esperienze. Come accade in 11, la scaltra manipolazione dell’orologio della Torre Comunale ad opera di Markus Schinwald. Volendo indagare la percezione intima dello scorrere temporale, l’artista ha sostituito il normale quadrante con uno da undici ore, mentre il meccanismo continua il suo regolare battito delle dodici ore. Si produce così una sfasatura che permette di godere di un tempo guadagnato da investire secondo i propri desideri. Ma anche Tunnel della miniera d’oro di Jonathan Meese evoca il passaggio verso il luogo di una possibile utopia.
La costruzione di questo labirinto estetico, tra illusioni e riflessioni, continua poi con opere di Hans Schabus, Michael Sailstorfer, Olaf Nicolai, Knut Asdam, Christoph Buechel, Michael Elmgreen/Ingar Dragset. Rimane sospesa una domanda: che motivo ha l’arte di espandersi verso i luoghi reali della socialità? Gia qualche decennio fa il filosofo tedesco Odo Marquard si occupò della tendenza alla estetizzazione del mondo. Egli ipotizzò che nell’epoca contemporanea l’arte si offre come “compensazione” al fallimento delle trionfalistiche utopie della storia. Unico inconveniente è che essa da estetica si tramuti in una anestetica, con tutto lo spettro delle ambiguità che questo termine comporta.

franco veremondi
mostra visitata il 15 giugno 2006


Kontracom 06 – A cura di Max Hollein. Fino al 16.VII.2006
Percorso cittadino, Salisburgo
mozart2006@salzburg.gv.at  – www.salzburg-kontra.com


[exibart]

10 Commenti

  1. CREDO CHE LE OPERE DI PAOLA PIVI SIANO SINGOLARI, AUTENTICCHE, AL CONFINE TRA L’IMMAGINARIO ED IL REALE. FANNO SOGNARE, RIFLETTERE, SORRIDERE E SCIOCCARE. AD OGNI OPERA PUOI ATTRIBUIRE INNUMEREVOLI SIGNIFICATI OPPURE PUOI RIMANERE INSENSIBILE A CIO’ CHE L’ARTISTA VUOLE CONDIVIDERE CON TE. E’ PROPRIO QUESTO CHE RENDE OGNI OPERA ORIGINALE, UNICA ED IRRIPETIBILE, POICHE’ OGNUNO PUO’ ASSOCIARLE TUTTE LE EMOZIONI E SENSAZIONI CHE IN QUEL MOMENTO INVADONO IL PROPRIO PENSIERO E ANIMO. NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE PAOLA P. CI PRESENTA UN OPERA “SOTTO-SOPRA”, MA A ME SEMBRANO TUTTE DIVERSE TRA LORO. CIASCUNA NON RICONDUCIBILE MINIMAMENTE ALLE PRECEDENTI PERCHE’ PROVOCANO SUGGESTIONI E PERCEZIONI SEMPRE NUOVE.
    CREDO, DUNQUE, CHE IN CRISI CI SIA TU, c.a.s.a., INCAPACE DI TROVARE IN OPERE SEMPRE NUOVE, ALTRETTANTI NUOVI SIGNIFICATI ED IMPRESSIONI.

  2. camion capovolto….. aereo capovolto …..elicottro capovolto
    Credo che oramai le opere della Pivi manchino di originalità, non saprei più se chiamarla arte o ricerca di un guinness dei primati; la prossima volta cosa ribalterà, un tir? una nave??

  3. Criticare ed arrivare a giudizi affrettati…facile! Troppo difficile rinnovarsi davanti ad opere originali, trovando in se stessi, grazie all’opera creata dall’artista, emozioni e pensieri sempre nuovi. Effettivamente non è da tutti.Continuamo a pronunciare sentenze che ripropongono solo luoghi comuni.D’altra parte cosa aspettarsi di più…altro risulterebbe troppo complicato!

  4. Mah! ci sarà anche del vero in quel che dice “sera1980” ma vedo che le opere della Pivi non riescono più a stupirmi, le trovo prevedibili, già viste; ho come la sensazione che voglia puntare sul fare “tante oprere” piuttosto che “belle opere”. Chissa perchè, mi porta alla memoria (con i dovuti distinguo) il sig. Portento, che ha sfruttato fino al midollo quella sua unica riuscita battuta (triccheballacche) per poter camparci una stagione e poi tornare nell’oblio da cui è stato prelevato.
    Questo senza nulla togliere alla persona “paola pivi” che trovo simpatica, intelligente … e pure carina

  5. Dal 14 Novembre 2006 Paola Pivi terrà una mostra a Milano, in internet potrete trovare tutte le informazioni necessarie per raggiungerla. Andiamola a vedere e poi, se vorrete, riparleremo insieme delle sue opere, dei suoi lavori e della sua personalità. E’ una proposta, spero che venga accettata da molti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui