07 aprile 2003

fino al 16.IV.2003 Teràpies urbanes Barcellona, Collegi d’Arquitectes de Catalunya

 
Nove idee per orientare la città verso i suoi abitanti. Nove designer under 40, protagonisti ormai da alcuni anni della scena barcellonese, inventano terapie di gruppo surreali. Divertenti, provocatrici con effetti collaterali urbanistico-sociali…

di

L’any del disseny 2003 di Barcellona mantiene alto il livello delle sue proposte e guarda con insistenza al sociale. La mostra Teràpies urbanes è un gioco intellettuale, che ironizza sugli aspetti estetici del design urbano e propone maliziose alternative.
Il taxi collettivo di Curro Claret , ecologico, economico, estroverso è una buona soluzione per “curare” gli ormai moribondi trasporti pubblici delle grandi città. Nel caso fossero già tutti occupati Ernest Perera ha disegnato PU’ (Passeig Urbà), vale a dire piste pedonali con tanto di cronometro che indica il tempo impiegato per spostarsi da un luogo ad un altro.
A chi volesse riposare Martìn Ruiz de Azùa propone In aut Curro Claret - taxi compartido Cushion, ovvero il sofà di casa a spasso per le vie. La stessa filosofia che vuole trasformare lo spazio pubblico in spazio domestico anima This is not a Graffiti di Anna Pla Català. L’idea è elementare: pittura e bombolette spray servono per delimitare l’area di un parking animato all’intero del quale sia possibile prendere il te, rilassarsi o giocare finchè il parchimetro lo consenta. Il poster fluorescente di una finestra di Jordi Pigem e Marta Matamala o i Souvenirs-Vérité di Meritxell Duran ed Enric Jardì indagano le contraddizioni della città/quinta che si manifesta sotto forma di apparenza patinata e tirata a lucido per il turista distratto. Per Victor Juan la città è un magna in costante trasformazione che ha bisogno di un programma specifico di segnalazione che informi i cittadini sui fenomeni territoriali emergenti. Per le strade di questa città tanto improbabile quanto attraente Nathalie Danton traccia una poetica bussola che indica iAna Mir Emili Padros - Hot urban service cammino da seguire per mezzo di quegli stessi elementi che della città costituiscono spesso i confini, geografici o solo visivi: il mare, la montagna o gli spigoli taglienti di una facciata. L’Hot Urban Service di Ana Mir, curatrice della mostra ed Emili Padros (Emiliana design Studio) si rivolge a coloro che della città spesso non vivono che la trasparente indifferenza degli altri. Una pedana riscaldata hot box ed un sistema di distribuzione pubblica di acqua calda hot water, ci ricorda purtroppo che il pensiero è sempre troppo avanti rispetto alla realtà.

licia buttà
mostra visitata il 20 marzo 2003


teràpies urbanes
Barcellona, sala d’exposicions del col.legi d’arquitectes de Catalunya, Plaza nova 5 (centro storico)
orario di visita: 10.00-19.30;
ingresso libero
per informazioni: tel. 0034 933067806
a cura di Ana Mir


[exibart]

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