21 aprile 2015

Fino al 26.IV.2015 Stuart Brisley, Headwinds The MAC, Belfast

 

di

“Headwinds” è il titolo della mostra di Stuart Brisley (Surrey, 1933) presso il Metropolitan Arts Centre di Belfast.
Il curatore del museo, Hugh Mulholland, aveva di recente dato anticipazione del suo lavoro con una serie di piccoli dipinti esposti presso la Golden Thread Gallery, all’interno di This is What Comes…, vero e proprio gioiello dedicato al conflitto nordirlandese, con opere, oltre che di Brisley, di Phil Collins, Mike Kelley e Irene Sosa.
Headwinds – venti contrari – mette insieme lavori di diversi periodi e di generi completamente diversi.
L’intento è quello, attraverso un’apparente comparazione degli opposti, di tracciare un profilo dell’artista che ne restituisca il più possibile la sua natura poliedrica rendendo allo stesso tempo tangibile il suo costante impegno politico.
La mostra si divide, attraverso i tre grandi ambienti distribuiti su più livelli del museo, in altrettante aree tematiche: dal corpo come elemento di improvvisazione che permette di indagare le questioni vitali di base, alla scultura che usa l’oggetto trovato come critica sociale sino al paesaggio dipinto che rappresenta, in natura, i danni dei comportamenti contraddittori del genere umano.
Stuart Brisley e Maya Balcioglu_The Cenotaph Project_1987-1991
La prima sala è dedicata all’attività più nota dell’artista, quella performativa. I video in mostra restituiscono un ritratto completo non solo di Brisley come performer del contingente ma anche della sua volontà di usare la documentazione video come forma d’arte a se stante.
Le opere principali, dal carattere politico più esplicito, si trovano, invece, all’ultimo piano. Vicino al dittico in grafite del 1999 dedicato al Bloody Sunday vi è Hille Fellowship (1970-2014), un cerchio realizzato con gambe di sedie in metallo, eseguito dopo molti mesi passati con i lavoratori di una fabbrica nel Suffolk, esplicita e ironica critica alla catena di montaggio.
Il piano intermedio del museo ospita, invece, una serie di acquarelli su carta di recente realizzazione. Qui Brisley utilizza un terreno comune, il paesaggio, per attivare una critica all’industrializzazione che diviene via via sempre più cupa e palesemente feroce nella decisione di inserirla come cornice all’installazione Bloody House (2009), rappresentazione della casa e della famiglia borghese, come nido ma anche come gabbia, e, infine, della scultura Cenotaph, monumento isolato, apparentemente muto nell’oscurità con cui si erge nella sala. Cenotaph Project (con Maya Balcioglu, 1987-1991) nasce durante una residenza presso l’Imperial War Museum di Londra e diviene una sorta di monumento itinerante, in perpetua evoluzione semantica. Il suo viaggio sembra oggi trovare un perfetto approdo a Belfast. In un luogo dove il memoriale costituisce la malta della città, il cenotafio di Brisley quasi brilla per la sua assoluta neutralità e quindi per la rara possibilità di potervi proiettare tutte le memorie possibili. 
Manuela Pacella
mostra visitata il 4 aprile
Dal 30 gennaio al 26 aprile 2015 
Stuart Brisley. Headwinds 
The MAC (Metropolitan Arts Centre), Belfast
10 Exchange Street West, BT1 2NJ Belfast (UK)
Orari: Tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00.
Info: T +44 (0)2890235053, www.themaclive.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui