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Al Magazzino del Sale di Cervia, una mostra celebra la leggerezza dell’estate
Arte contemporanea
di Mara Cintori
Nel cuore della città di Cervia, in un edificio dalla forte valenza iconica e storica quale il Magazzino del Sale, è sbocciata l’estate, con una mostra glamour, che evoca quel sentimento entusiasta e sognante che caratterizza la calda stagione.
Il collettivo MAGMA, sotto la direzione artistica di Viola Emaldi e Alex Montanaro, ha così inaugurato la prima edizione di un ciclo espositivo triennale in collaborazione con il Comune di Cervia, in cui l’impegno è chiaro fin da subito: tracciare una linea di crescita per la città, che generi valore per il tessuto socio-culturale del territorio e al contempo attragga nuovi flussi turistici, coniugando specificità locale e respiro internazionale.
Una mostra glocalist per citare le parole di Gioele Melandri, uno degli otto curatori, ovvero una mostra che coniuga le forze locali e globali, con l’obiettivo di fare rete. All’organizzazione della mostra infatti hanno partecipato otto curatori e curatrici diversi –Vittoria Caprotti, Viola Cenacchi, Rossella Farinotti, Davide Giannella, Gioele Melandri, Ornella Paglialonga, Giovanni Rendina, Valentina Rossi– i quali, seguendo le proprie inclinazioni personali, hanno coinvolto a loro volta più di 40 artisti e artiste, generando nuovi circuiti di conoscenze, scambio e crescita. Si mescolano infatti, come granelli di sabbia, grandi nomi come quelli di Mario Schifano e Yuri Arcanari a nomi di artisti emergenti come Oliviero Fiorenzi e Aronne Pleuteri, generando nuovi trampolini per alcuni e ventate di aria fresca per altri.

Il progetto trae ispirazione dall’omonimo documentario sul surf, girato a metà degli anni Sessanta e diretto da Bruce Brown, dove il regista segue alcuni surfisti nel loro viaggio a caccia delle onde più emozionanti in giro per il mondo. Un’avventura alla ricerca di un’estate perpetua, simbolo di un’infinita occasione da cogliere, una corsa contro il tempo nel tentativo di afferrare il καιρός, l’attimo, quel bimbo sfuggente che i greci raffiguravano con un unico ciuffo di capelli in fronte, perché si può acchiappare solo quando ci si presenta dinnanzi e mai quando è già passato.

Attraverso la scelta delle opere accattivanti e frizzanti, Endless Summer segue una wave ben precisa, quella dell’estate come eterna possibilità, quella di una bottiglia di prosecco che sta per essere aperta in spiaggia con gli amici, quella in cui l’intensità sentimentale si mescola con la fugacità del momento, il quale va quindi colto al volo. Opere leggere dunque, fresche, come Floating with chewing gum di Vedovamazzei che incolla gomme da masticare su paesaggi marini, o Cercando il polline di Roberto De Pinto che immortala su tela un momento fugace come quello delle api che si posano su una pancia nuda in spiaggia. Altri esempi potrebbero essere Scambisti di Davide Monaldi o Le Onde di Adelaide Cioni, sculture colorate e giocose che suggeriscono la necessità di vivere con entusiasmo e spensieratezza.

Allo stesso tempo però in Endless Summer non si dimentica la malinconia del costante mutare che il momento presente porta con sé. Nella prima sala infatti troviamo, quasi come monito, l’opera Occhiali da soli di Marta Pierobon che insieme a Cuori soli di Mario Schifano incarnano l’estate come condizione mentale prima ancora che condizione climatica.
Possiamo quindi concludere, citando le parole della direzione artistica di Ermaldi e Montanari, che Endless summer è «Un invito a pensare la mostra come si vive l’estate, con la consapevolezza che sia intensamente presente, eppure in costante dissolvenza».
















