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Biennale Arte 2026: il Padiglione Singapore di Amanda Heng come laboratorio della performance
Arte contemporanea
di redazione
La scena si va componendo: con l’annuncio della partecipazione di Amanda Heng come artista scelta per rappresentare Singapore alla Biennale Arte 2026, continua a delinearsi la rosa dei Padiglioni della 61ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, che si terrà dal 9 maggio al 22 novembre 2026. Il Padiglione sarà curato da Selene Yap e organizzato dal Singapore Art Museum – SAM, su commissione del National Arts Council – NAC e con il supporto del Ministero della Cultura, della Comunità e della Gioventù di Singapore.
Per la città-Stato asiatica, che partecipa alla Biennale di Venezia dal 2001 e che dal 2015 ha sede stabile nell’Arsenale, si tratta della dodicesima partecipazione ufficiale. Dopo le riflessioni ecologiche di Robert Zhao Renhui (2024) e le indagini archivistiche e linguistiche di Shubigi Rao (2022), la presenza di Amanda Heng orienta il Padiglione 2026 verso una riflessione performativa e poetica sulla corporeità, la memoria e la vita quotidiana.
Amanda Heng: una voce pionieristica del Sud-Est asiatico
Nata nel 1951 e attiva sin dagli anni ’80, Amanda Heng è considerata una delle figure fondamentali per lo sviluppo dell’arte contemporanea a Singapore. Artista interdisciplinare, la sua pratica spazia tra performance, installazione, fotografia e arte partecipativa, con una costante attenzione al corpo come dispositivo critico, terreno simbolico e mezzo di relazione. Il suo lavoro è attraversato da una ricerca sulla ritualità del quotidiano, sulla memoria collettiva e sulle tensioni tra modernità e tradizione nel contesto postcoloniale del Sud-Est asiatico.
Heng è nota per il suo impegno nell’attivismo culturale e femminista: ha co-fondato The Artists Village, primo artist-run space di Singapore, e Women in the Arts – WITA, collettivo femminile nato per contrastare l’assenza di voci femminili nel panorama artistico nazionale. Insignita del Cultural Medallion, la massima onorificenza artistica del Paese, Heng ha presentato i suoi lavori a livello internazionale, in manifestazioni come la Singapore Biennale, la Bangkok Art Biennale, la Werkleitz Biennale in Germania e numerosi festival di performance in Asia.

Il dialogo con Selene Yap
«L’opera di Amanda Heng offre modi coinvolgenti di leggere il mondo attraverso esperienza, corpo e performance. Il Padiglione sarà uno spazio di risonanza critica, capace di parlare al mondo da una prospettiva radicata ma aperta», ha sottolineato da Eugene Tan, direttore del SAM e co-presidente della Commissione selezionatrice.

Per l’occasione, Heng ha scelto di lavorare con la curatrice Selene Yap, già parte del team curatoriale del Singapore Art Museum, riconosciuta per la sua pratica situata e dialogica, attenta alla dimensione processuale della creazione artistica. Yap ha recentemente curato mostre su artisti come Simryn Gill, Pratchaya Phinthong e Ho Tzu Nyen, approfondendo le connessioni tra arte, luogo e memoria.
La collaborazione tra Heng e Yap non è nuova: le due hanno recentemente lavorato insieme per la mostra Presentation of Works by Benesse Prize Artists presso il Benesse House Museum di Naoshima, in Giappone, nel 2024.














