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Biennale di Venezia 2024, per il Padiglione Singapore c’è Robert Zhao Renhui
Arte contemporanea
di redazione
Conosciuto per la sua ricerca multidisciplinare, che mette in dialogo i linguaggi dell’arte con le varie aree della scienza, in particolare la zoologia, Robert Zhao Renhui rappresenterà Singapore alla 60ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, che si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre 2024. A curare il Padiglione del Paese asiatico, che di solito è uno dei più interessanti della manifestazione lagunare, sarà Haeju Kim, direttrice artistica della Busan Biennale 2022.
La procedura di selezione e le dichiarazioni
Ad annunciare la nomina, il SAM – Singapore Art Museum, che ha ricevuto la commissione per la partecipazione alla Biennale di Venezia 2024 dal NAC – National Arts Council, ente del Ministero della Cultura singaporiano. A individuare l’artista, una commissione composta da rappresentanti della comunità artistica, che ha vagliato diverse figure.
La forza e la traiettoria della pratica artistica e della ricerca di Robert Zhao hanno convinto la Commissione della sua capacità di presentare un progetto stimolante, che parli degli argomenti più urgenti della contemporaneità», ha dichiarato Eugene Tan, copresidente della Commissione e direttore del SAM. «Questa è l’undicesima presentazione di Singapore alla Biennale Arte. Siamo entusiasti di questa opportunità di presentare la nostra arte su questa piattaforma internazionale. Non vediamo l’ora di poter affermare ulteriormente Singapore come nodo artistico e culturale chiave», ha aggiunto Low Eng Teong, copresidente della Commissione e amministratore delegato del NAC.
Singapore partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia dal 2001. Nelle sue edizioni più recenti, il Padiglione ha ospitato artisti come Shubigi Rao (2022), Song-Ming Ang (2019), Zai Kuning (2017) e Charles Lim (2015). Le edizioni dal 2001 al 2022 del Padiglione di Singapore sono state commissionate dal National Arts Council. Dal 2015, il Padiglione di Singapore si trova in uno spazio dedicato e recentemente restaurato di 250 metri quadrati nel complesso delle Sale d’Armi, all’Arsenale.
Robert Zhao Renhui: biografia e opere
Nato nel 1983 a Singapore e laureatosi in Fotografia al Camberwell College of Arts e al College of Communication di Londra, Robert Zhao Renhui ha condotto progetti e borse di ricerca presso diverse istituzioni in tutto il mondo, come il Fukuoka Asian Art Museum, la Bangkok University Gallery, il National Museum of Wales, l’Earth Observatory di Singapore, Fotogallery, The Arctic Circle Residency e la Kadist Art Foundation di San Francisco. Ha vinto il Deutsche Bank Award in Photography (2011), il Sony World Photography Awards (2010 e 2011) e lo ìYoung Artist Award conferito dal National Arts Council (2010).
Ha partecipato alla 10ma Biennale di Busan (2020), alla sesta Biennale di Singapore (2019), alla nona Asia Pacific Triennial of Contemporary Art (2018), 11ma Biennale di Taipei (2018), 17ma Giacarta Biennale (2017) e alla 20ma Biennale di Sydney (2016). Recentemente è stato invitato alla 14ma Biennale di Gwangju (2023) e ha esposto, a marzo 2023, una mostra personale alla ShanghART Gallery di Shangai, storica galleria fondata nel 1996 dal gallerista svizzero Lorenz Helbling, tra le delle prime gallerie d’arte contemporanea stabilite in Cina.
Nella sua pratica interdisciplinare, Zhao esplora le complesse relazioni tra natura e cultura. Lavorando tra installazione, fotografia, video e scultura, Zhao intesse narrazioni stratificate del mondo naturale, per scoprire come le esperienze dei molteplici esseri e degli oggetti che costituiscono il mondo vivente arricchiscano la nostra esistenza collettiva. Negli ultimi anni ha concentrato la sua ricerca sulle foreste secondarie, aree boschive che si sono rigenerate attraverso processi in gran parte naturali, dopo disturbi causati dall’uomo. Tra le opere più recenti, The Forest Institute (2022), una installazione architettonica su larga scala a Gillman Barracks, un cluster di arte contemporanea ricavato in edifici risalenti all’epoca coloniale, a Singapore, e Untimely Meditations (2022), una serie di lavori che suggeriscono modi alternativi di guardare la storia.