13 febbraio 2020

Biennale Venezia: la Gran Bretagna sceglie Sonia Boyce, prima artista nera

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Sarà Sonia Boyce a rappresentare la Gran Bretagna alla 59ma edizione della Biennale d’arte di Venezia, che aprirà a maggio 2021: è la prima donna di origini afrocaraibiche

Sonia Boyce, per la Gran Gretagna alla Biennale di Venezia

Di certo la prossima Biennale d’arte Venezia si sta già annunciando ricca di novità: il British Council ha infatti annunciato che sarà Sonia Boyce a rappresentare la Gran Bretagna in occasione della 59ma edizione, che aprirà a maggio 2021. Si tratta in assoluto della prima donna di origine afrocaraibiche a essere scelta per la prestigiosa commissione e il terzo artista nero, dopo Chris Ofili e Steve McQueen. Insomma, un “record” da superare assolutamente e che continua sulla scia dell’annuncio della Francia, che ha nominato Zineb Sedira per suo Padiglione, la prima artista di origine algerina. «Quando mi hanno chiamata per dirmi che ero stata scelta per rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 2021 è stato come un fulmine a ciel sereno», ha dichiarato Boyce. «Ovviamente, sono estremamente onorata, felice e concentrata. Sono ansiosa di iniziare questo viaggio, insieme a tutti gli altri che accetteranno accettano di lavorare con me».

Boyce, che vive e lavora a Londra, scatenò alcune polemiche due anni fa, quando rimosse per una settimana un dipinto di John William Waterhouse, Hylas and the Nymphs, – un’opera che mostra giovani donne nude – dalla sala della Manchester Art Gallery. L’azione. che Boyce rivendicò come artistica e performativa, voleva portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle modalità in cui le decisioni su ciò che è reso visibile al pubblico vengono prese nei musei.

Nata nel 1962, a Islington, Sonia Dawn Boyce insegna Black Art and Design alla University of the Arts di Londra. Formatasi in varie università della Gran Bretagna, Boyce lavora con un’ampia gamma di supporti e materiali, tra cui fotografia, installazione ed elementi di testo, prediligendo una certa matrice relazionale. Infatti, nella sua ricerca, l’arte è intesa come una pratica sociale e come occasione di dibattito critico. Spesso Boyce lavora a stretto contatto con altri artisti, realizzando azioni improvvisate e performance spontanee che, in molti casi, coinvolgono anche gli spettatori.

Sonia Boyce, Big Womens’ Talk, 1984 © Sonia Boyce. All Rights Reserved, DACS/Artimage 2017

A partire dagli anni ‘80, Boyce iniziò a realizzare ritratti di soggetti neri, con particolare attenzione alle donne, in risposta all’ondata di razzismo che colpì il Regno Unito. I suoi disegni, dipinti e fotografie si sono concentrati su cosa significhi essere neri in una società patriarcale in gran parte bianca e, talvolta, hanno fatto allusione alle sue radici afro-caraibiche.

Emma Dexter, direttrice delle arti visive del British Council e commissario del padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia, ha dichiarato: «Il lavoro di Sonia Boyce solleva importanti domande sulla natura della creatività, mettendo in discussione chi fa arte, come si formano le idee e la natura dell’autorialità. In un momento così importante nella storia del Regno Unito, il British Council ha scelto un artista il cui lavoro incarna l’inclusione, la generosità, la sperimentazione e l’importanza di lavorare insieme».

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