08 luglio 2022

Da De Chirico a Chagall e oltre – 21Gallery

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La bellezza e la sua ricerca nell’opera pittorica contemporanea, in uno sguardo totale a cavallo tra due secoli che arriva fino all’oggi

Da De Chirico a Chagall e oltre - 21Gallery

Qual è il senso della bellezza nell’arte contemporanea? È questa la domanda che si pone (e ci pone) Cesare Biasini Selvaggi nella mostra “Da De Chirico a Chagall e oltre” ospitata dalla 21 Gallery di Villorba, a Treviso. Proponendo una serie di opere anche molto distanti tra loro, per lo più inedite, che affianca alcuni autentici capolavori dei maestri dell’arte internazionale del XX secolo mettendoli in rapporto alle opere di undici artisti emergenti capaci di indagare sul senso della bellezza, sia pure nelle loro differenze: di età, estrazione e mezzi espressivi. In un percorso espositivo sviluppato in una successione di 37 opere concepito per documentare come l’arte contemporanea non abbia fornito l’ennesima immagine della bellezza naturale, quanto piuttosto abbia insegnato a interpretare il mondo, a comporre ipotesi alternative per il presente, ovvero a conferirgli una diversa visibilità e possibilità di significato.
Partendo dai “master” di inizio Novecento, come: Afro, Giacomo Balla, Alighiero Boetti, Valerio Adami, Carla Accardi, Marc Chagall, Enzo Cucchi, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Piero Dorazio, Tano Festa, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Fernand Léger, Piero Pizzi Cannella, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Massimo Campigli, Giulio Turcato. Quelli cioè che come pochi altri sono riusciti a dimostrare come la bellezza sia qualcosa che risieda oltre i soli canoni estetici, rappresentando qualcosa che nasce dal profondo e che si può trovare anche nella cosa più piccola e solo apparentemente insignificante agli occhi degli altri. Per un’esperienza così forte e dirompente da influenzare le proprie scelte e le proprie aspettative di vita.

Da De Chirico a Chagall e oltre – 21Gallery

C’è la ricerca della bellezza, senz’altro, nell’inconscio di Giorgio de Chirico, autore della tela Ettore e Andromaca (1955). Ma c’è bellezza anche nei futuristi, presenti in mostra con gli inediti dipinti di Giacomo Balla (Marvele, 1919 ca.) e Fortunato Depero (Personaggi capresi, 1917 ca.), pur essendo ricercata unicamente nella velocità. Come pure si può individuare nella Composition-étude pour une peinture murale (1938) di Fernand Léger. Marc Chagall, dal canto suo, inseguì la bellezza del sogno, la sua purezza. È nella dimensione del sogno, infatti, che questo artista raggiunse la “vera” bellezza, che è insieme soprannaturale, magica, miracolosa, come testimonia il suo suggestivo dipinto in mostra Les Mariés sur fond bleu (1980-82).
Emerse nell’Informale una valorizzazione della “materia”, la sua pionieristica esplorazione per scoprirne la segreta bellezza nascosta. A cominciare dalla ricerca estetica di Alberto Burri, di cui è stato selezionato il catrame e olio su tela Composizione (1950). I Concetti spaziali che Lucio Fontana stesso definiva la fine dell’arte, erano in realtà la promessa del territorio di una nuova bellezza sconosciuta tutta da indagare. La ricerca di Fontana irrompe nelle sale di 21Gallery con la preziosa terracotta smaltata intitolata Crocifissione (1955-60), a cui segue il Senza titolo (2002) di Jannis Kounellis, un evocativo lavoro in lamiera di ferro, piombo, martello, sacco di juta, cavo d’acciaio, rete metallica e disegni. Tra le rarità della mostra, spicca 17 aprile 1972 di Alighiero Boetti, eseguito in vernice industriale su legno. L’opera è un Date Painting dalla serie Le tre Marie risalente al 1968, anno di svolta e di allontanamento di Boetti dall’arte povera verso lavori ad alta valenza concettuale. Conclude il percorso espositivo una sezione rivolta al senso della bellezza nella ricerca artistica di undici autori della scena più recente, estremamente diversi fra loro, i quali più che proporre esempi di bellezza ne mettono in rassegna tentativi di comprensione. Da Maurizio Savini a Mauro Di Silvestre, Francesca Marconi, il duo Eva Hide, Roberto Bernardi, Gonzalo Borondo, il duo Antonello Ghezzi, Giulio Frigo, Alessandro Giannì, Nicole Voltan e Luca Grimaldi.
Il risultato, è una mostra estremamente coinvolgente, dinamica, capace di scaldare l’anima dei visitatori, grazie alla grande bellezza dei classici proposti, completata dalle interessanti novità provenienti da artisti attivi nel campo della ricerca a della sperimentazione.

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