04 ottobre 2021

Da Murano a San Pietroburgo, in mostra all’Ermitage l’arte contemporanea del vetro

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Da Ai Weiwei a Renate Bertlmann, da Laure Prouvost a Ilya ed Emilia Kabakov, in mostra all'Ermitage di San Pietroburgo 50 opere d'arte realizzate in vetro di Murano

murano ermitage
Karen LaMonte Reclining Nocturne 4 2018 Cast glass Courtesy the artist

Da Ai Weiwei a Renate Bertlmann, da Laure Prouvost a Ilya ed Emilia Kabakov, dai Chapman Brothers a Mat Collishaw: la lista degli artisti contemporanei affascinati dalla tradizione del vetro di Murano è lunga e la si può scorrere al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, leggendola attraverso – è proprio il caso di dirlo, vista la trasparenza – le opere in esposizione per la mostra “Glasstress- Finestra sul futuro”. A cura di Dimitri Ozerkov, capo del Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Ermitage, Yelisei Zakharenkov, ricercatore junior nello stesso dipartimento e Olga Kozhura, tecnico di laboratorio del dipartimento, la mostra è organizzata da Berengo Studio e Fondazione Berengo, in collaborazione con Ermitage Italia e Villaggio Globale International. Più di 50 le opere, allestite in un bel percorso in 10 sale, all’interno del General Staff Building, tra le monumentali Grand Enfilade e White Hall, e gli spazi intimi della Courtyard Gallery e della Red Hall.

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Hans Op de Beeck Frozen Vanitas 2015 Blown and thermal fused glass Courtesy the artist and Berengo Studio

«Abbiamo legami di vecchia data con Glasstress. Nell’ambito di questo progetto abbiamo realizzato una splendida mostra a Venezia», ha dichiarato Mikhail Piotrovsky, direttore generale dell’Ermitage, facendo riferimento all’omonima mostra organizzata nel 2015, nell’ambito degli eventi collaterali della 56ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia e ospitata a Palazzo Cavalli-Franchetti, parte degli eventi in occasione del 250mo anniversario del museo russo. In quella occasione, l’esposizione comprendeva oggetti appositamente selezionati dalla collezione dell’Ermitage, tra armature, piatti da chiesa, reliquiari e altre opere d’arte applicata realizzate in stile gotico e neogotico, presentati in dialogo con pezzi realizzati da artisti contemporanei presso Berengo Studio nell’isola di Murano. «Oggi Glasstress è all’Ermitage. Questa mostra rappresenta un’ottima formula, poiché permette di presentare un ampio spettro di arte contemporanea, artisti famosi e non ancora così noti, uniti attraverso un materiale magico come il vetro.  Il vetro è una delle più grandi invenzioni artistiche dell’umanità. Le persone hanno imparato a imitare la natura in modo impeccabile e a creare allo stesso livello», ha continuato Piotrovsky.

Ai Weiwei, Black Chandelier in Murano Glass, 2017-2021

Senza dubbio interessante esplorare le diverse soluzioni adottate dagli artisti per esprimere lo spirito del contemporaneo attraverso una tecnica dagli antichi – ma mai sopiti – fasti. L’opera di Ai Weiwei, Black Chandelier in Murano Glass, è una complessa scultura in vetro composta da teschi, scheletri, ossa di animali, organi interni e parti di granchi. Reinterpretando il classico lampadario in vetro veneziano, l’artista dissidente cinese ne ribalta funzioni e significati, per riflettere sul deterioramento del rapporto delle persone con la natura, sull’impatto sul mondo animale e sul futuro nebuloso dell’umanità.

Anche Babylon di Joana Vasconcelos è un’opera ispirata ai magnifici lampadari dei palazzi veneziani: una moltitudine di lunghi tentacoli lavorati a maglia, impreziositi da perline e sfere di vetro, trafitti da decine di lampade a LED, che si intersecano e si intrecciano con grandi elementi rotondi in vetro di Murano. Un esuberante organismo femminile in pizzo prende possesso della struttura in vetro del lampadario e lo trasforma nell’incredibile giardino pensile a cui fa riferimento il titolo.

Joana Vasconcelos Babylon 2013—2016 Mixed media Courtesy Patrizia Spadafora, Spafin company and Berengo Studio

Per realizzare The Man Climbing Over the Wall, conosciuta anche come The Eternal Emigrant (1995-2004), Ilya ed Emilia Kabakov hanno chiesto l’aiuto dei Maestri vetrai muranesi, che hanno soffiato il vetro. Insomma, a discapito di delocalizzazioni e globalizzazioni, la conoscenza specificamente riferita a un luogo, sviluppatasi in un contesto preciso, riesce ancora a mantenere il suo valore. Anzi, se interpretata in un certo modo, può arricchirsi di stimoli distanti geograficamente e culturalmente.

Pascale Marthine Tayou Colonne Coloniale 2015 Blown glass, enameled pots Courtesy Galleria Continua (San Gimignano, Beijing, Le Moulins, Havana) and Berengo Studio

«L’arte non conosce confini. Non può essere tenuta in gabbia. Va in giro liberamente. Nonostante tutte le quarantene, i blocchi e le restrizioni che abbiamo incontrato in questi tempi senza precedenti, è evidente che l’energia creativa non può essere tenuta sotto chiave», ha commentato Adriano Berengo, Presidente di Berengo Studio e Fondazione Berengo. «Dico questo con enorme orgoglio da Murano, perché nonostante tutte le difficoltà siamo riusciti a organizzare questa mostra e perché nonostante tutto stiamo continuando a produrre grande arte e a renderla fruibile alle persone di tutto il mondo».

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