12 dicembre 2020

Giambattista Piranesi oggi – Museo Casa di Goethe

di

Gabriele Basilico, Sebastian Felix Ernst, Flaminia Lizzani, Elisa Montessori, Gloria Pastore, Max Renkel e Judith Schalansky in omaggio al grande incisore, nel 300esimo anno dalla nascita

IV 9, Piranesi, Kolosseum, Außenansicht
Sono trascorsi tre secoli dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778), eppure le incisioni delle geniale architetto veneziano – che hanno affascinato e ispirato numerose generazioni di artisti – conservano ancora oggi, intatto, il mistero della loro costante attualità. Anche il Museo Casa di Goethe – che fu la residenza romana del sommo poeta del Faust – ha voluto partecipare alla ricorrenza, in memoria –forse- di un antica suggestione, con una mostra curata dalla direttrice Maria Gazzetti. Racconta Augusto di Cossilla, primo traduttore del Viaggio in Italia (1875), che «il desiderio di visitare la penisola era sorto in Goethe fin da quando, ancora ragazzo, egli contemplava le incisioni dei monumenti di Roma del Piranesi, le quali stavano appese alle pareti dell’anticamera, nella casa di Francoforte sul Meno dove era nato». Nelle quattro sale, una quarantina di incisioni appartenenti alla collezione del Museo (più una matrice in rame proveniente dall’Istituto Centrale per la Grafica) dialogano con alcune opere di artisti contemporanei sia italiani che tedeschi, nelle quali è possibile cogliere un’impronta, un riflesso, un segno dell’intramontabile magistero piranesiano. Come nello scatto di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) esposto nella prima sala: la scansione dello spazio, ritmata dalle zone d’ombra in primo piano e dalle parti più terse sullo sfondo a dare l’illusione della profondità, rimanda ad una classica tecnica incisoria abilmente traslata nel medium fotografico.
Sala due, Casa di Goethe, Roma
Ci inoltriamo nella seconda stanza per soffermarci su un capriccio astratto di Max Renkel (München, 1966) e sulla ricerca segnica di Elisa Montessori (Genova, 1931), allieva di Mirko Basaldella. Per cogliere in nuce quel segno piranesiano la cui forza seminale è ancora attiva nella ricerca astratta contemporanea (pensiamo in particolare a Guido Strazza) occorre cercarlo nelle matrici, nel gioco fecondo della morsura e del bulino, icasticamente descritto da Judith Schalansky (Greifswald, 1980), scrittrice e designer, inserita nella mostra con alcune citazioni tratte dai suoi libri: « …un’infinità di strisce, punti e uncini, forme simili a macchie e linee vibranti che di rado s’incrociano, benché ad ogni dettaglio prendano una direzione nuova, come se cambiassero rotta…». Nella terza sala ci accoglie la fantasia contrappuntistica di Gloria Pastore (Napoli, 1949): dalla teca cranica di una testa scolpita affiora una composita visione piranesiana come rifratta da un lungo pannello adiacente, caoticamente istoriato con le tracce mnestiche di un sogno di antica bellezza.
Gloria Pastore, Piranesi Visionario
La nostra visita si conclude davanti ai disegni dell’architetto Sebastian Felix Ernst (Berlin, 1987), declinazioni digitali delle classiche vedute tanto apprezzate dai facoltosi viaggiatori del Grand Tour; e davanti agli scatti di Flaminia Lizzani (Roma, 1963) – realizzati, sia con la fotocamera che con il cellulare, nel quartiere romano Prenestino – dove, per un inatteso prodigio di sintesi estetica, Piranesi incontra Sironi.
“Giambattista Piranesi oggi: Vedute e Capricci di G.B. Piranesi, Gabriele Basilico,
Sebastian Felix Ernst, Flaminia Lizzani, Elisa Montessori, Gloria Pastore, Max Renkel e Judith Schalansky” è visibile fino al 17 gennaio 2021.

 

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