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Grid: a Milano la mostra che si sviluppa sul ripiano di una libreria
Arte contemporanea
Un progetto curatoriale per loro stessa definizione fuori formato. Nasce dallo spazio di una libreria e in essa si realizza: una mensola che ad ogni edizione ospita il progetto di un guest curator. Uno spazio libero da riempire, in cui realizzare e condividere, senza sovrastrutture o condizionamenti, il senso più intimo della propria ricerca tra libri, oggetti o opere d’arte. Uno spazio libero che possa stimolare dialoghi, sollevare dubbi e accrescere l’interesse per un collezionismo fuori dalle aste o dal sistema dell’arte.

La libreria è uno vuoto intimo e indipendente, chi ne possiede una la riempie nel tempo di storie, passioni, vita, in realtà la riempie di se stesso, di tutto ciò che tra le pagine, scritte o meno risuona nella parte più profonda e vulnerabile, la riempie di ciò che fa vibrare l’essenza del sentire, la riempie e riconosce se stesso. Ecco perché è uno spazio intimo ma al tempo stesso universale. Con la medesima proporzionalità, una mensola è un microcosmo nella complessità architettonica ed esperienziale di una parete, ed è in quello spazio vuoto che ad ogni edizione GRID rivela un nuovo progetto.

Il circuito attorno al collettivo è ormai un network internazionale consolidato che si è creato spontaneamente e di questa libertà e indipendenza si nutre, così ci racconta Antonio Grulli: «I libri stampati sono la libertà. E lo saranno sempre, soprattutto in questo momento di espansione del digitale. GRID ha raccolto subito consensi proprio per questo. Gli artisti e i curatori si sono stretti automaticamente attorno a noi. Anche i grandi artisti di successo vedono il libro come una forma di indipendenza: costretti a lavorare con poche gallerie, a accettare continuamente dinamiche sempre più asfissianti per il proprio lavoro, il libro diventa uno spazio di totale libertà, in cui è possibile lavorare con chiunque, distribuirli in maniera libera, venderli a prezzi bassi arrivando a tutti. Lo stesso vale per coloro che vogliono collezionare e hanno pochi soldi. Attraverso i libri fatti dagli artisti è possibile avere una collezione di grandi opere fatta con pochi euro. E la comunità del libro è semplicemente stupenda. Ha ancora il fascino della setta o delle sottoculture. É una comunità tutto sommato piccola e sparsa nel mondo. Bene o male ci si conosce tutti. E come in tutte le sottoculture, tenute sempre assieme da una fede totale, lo scambio dell’informazione avviene attraverso un passaggio di tipo orale, il modo più magico e affascinante. É un mondo che vive in maniera sana e naturale, senza bisogno di aiuti istituzionali».

Una setta virtuosa che nella forza delle pagine trova l’universalità di un linguaggio che arriva e coinvolge in un dialogo profondo tra ricerca ed espressione artistica. «GRID è nato dall’amicizia – Diego Bergamaschi – tre amici che a vario titolo frequentano il mondo dell’arte con la stessa visione delle cose — ma soprattutto con una notevole passione per libri, pubblicazioni, libri d’artista, e tutto quello che ruota attorno al mondo della stampa e dell’effimero. All’inizio è stata una scommessa, un gioco, ma ha funzionato sin da subito. E da lì un passo alla volta, ci siamo ritagliati uno spazio ben definito con al centro un oggetto che per noi è tutto: il libro. Non solo da guardare, ma da usare, da scambiare, da leggere, da collezionare: un linguaggio vero e proprio».

GRID è diventato ormai un riferimento nel dialogo artistico contemporaneo. Il progetto ha visto sin qui coinvolti artisti, curatori, collezionisti ed operatori dell’editoria quali Luca Lo Pinto, Keren Cytter, Daniel Gustav Cramer, Eva Barto, Luca Trevisani, Jacopo Benassi & Michele Lombardelli, Italo Zuffi nella “sede” domestica di Milano ma anche in luoghi esterni quali il MACRO a Roma, la Kunsthalle di Lisbona, la libreria/editore BRUNO di Venezia e altri. Per la sua XI edizione, la libreria del loft milanese di Diego Bergamaschi, ha ospitato la curatrice Claudia de la Torre, artista messicana che vive e lavora a Berlino, insegnante ed editrice indipendente, che orienta il focus della sua ricerca muovendosi tra media stampati, pubblicazioni concettuali e installazioni. Nell’utilizzare il libro come guida, de la Torre esplora le relazioni tra forma, sostanza e idea.
Per l’evento ha proposto e allestito il progetto GAP LOGIC, per cui ha presentato una selezione di libri d’artista in cui buchi concettuali e fisici attraversano le pagine, trasformando gli spazi vuoti in un nuovo linguaggio attraverso cui comprendere la struttura del libro e la sua materialità. Gli omissis di alcune opere, rivelano qualcosa che si trova stratificato in piani successivi, in altre, la mancanza fisica si trasforma in meditazione e spazio speculativo di riflessione.

Il libro diventa attivo e interattivo nei pieni e vuoti che coinvolgono il lettore in una dinamica di assenza e presenza. Un nuovo modo di leggere. Una riflessione sulla logica del sottrarre
Un evento intenso e concettualmente incisivo, che ha confermato il posizionamento e consolidato il coinvolgimento del progetto #EddyMerckxcurating. All’indomani della undicesima edizione gli stessi tre amici anticipano che ci saranno delle evoluzioni e delle conferme, GRID continua ad essere uno spazio di libertà e di riflessione attraverso le pagine dello strumento più potente che possiamo tenere tra le mani, un libro.














