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Il Premio Matteo Olivero porta le martellate di Marcello Maloberti a Saluzzo
Arte contemporanea
di redazione
Due nuove opere entrano a far parte del percorso d’arte pubblica di Saluzzo, proseguendo il dialogo tra arte contemporanea e spazio urbano: si tratta di due lavori realizzati da Marcello Maloberti per la 47ma edizione del Premio Matteo Olivero e che saranno presentati il 31 maggio, presso l’ex Tribunale, nell’ambito di START/storia e arte, iniziativa dedicata al dialogo tra patrimonio culturale e identità locale.
Il riconoscimento, intitolato al pittore divisionista piemontese che nella seconda metà dell’Ottocento legò la sua ricerca alla luce e al paesaggio alpino, ha saputo reinterpretare nel tempo la propria vocazione, offrendosi come piattaforma capace di interrogare tanto le memorie dei luoghi quanto le trasformazioni della contemporaneità. Promosso dalla Fondazione Amleto Bertoni, dal Comune di Saluzzo e da The Blank Contemporary Art, sotto la direzione artistica di Stefano Raimondi, il Premio Matteo Olivero è infatti incentrato sull’ideazione di un’opera site specific permanente, pensata per entrare in relazione con la comunità e gli spazi della città.

Negli ultimi anni, il Premio ha dato forma a una collezione diffusa nelle vie e negli edifici della città, con opere permanenti di Alice Ronchi (2024), Patrick Tuttofuoco (2023), Marinella Senatore (2022), Roberto Pugliese (2021), Veit Laurent Kurz (2020), Santiago Reyes Villaveces (2019) e del duo Barrow-Parke (2018).
«Questo riconoscimento è molto importante perché offre la possibilità agli artisti di contribuire alla valorizzazione del territorio ed entrare in dialogo con gli spazi pubblici e gli abitanti del luogo. Nel mio caso la parola, la poesia, diventa spesso il mezzo attraverso cui mi relaziono direttamente con il contesto che mi circonda», ha dichiarato Marcello Maloberti, ringraziando gli organizzatori.

Dunque, in questa occasione, Marcello Maloberti porterà a Saluzzo la sua poetica fatta di gesti minimi e affermazioni folgoranti. Le opere realizzate per l’ex Tribunale, oggi sede di uffici comunali e del Liceo Classico cittadino, sono parte della serie MARTELLATE, che l’artista porta avanti fin dagli anni Novanta. Si tratta di epigrammi fulminei, scritte a olio nero o trasformate in insegne al neon, dalla semantica ambigua, tra ironia e tensione lirica, riflessione filosofica e commento sociale. A Saluzzo compaiono così due nuove frasi-simbolo, che irrompono nello spazio con veemenza e sintesi: “LA GENTILEZZA È PUNK” e “LA PAROLA È IL SOGNO DELLA VOCE”.

«Il lavoro di Marcello Maloberti si potrebbe definire umanista nel suo essere aperto al dialogo con la comunità e la geografia sociale del territorio. Le opere realizzate per Saluzzo testimoniano la sensibilità e la generosità dell’artista e si inseriscono in un crescente percorso diffuso di arte contemporanea nella città», ha spiegato Stefano Raimondi. Per Maloberti, che da anni lavora con il potenziale evocativo della parola, la scrittura è azione, evocazione, urgenza. Le sue frasi agiscono come mantra laici, condensati di senso pronti a sedimentarsi nella memoria urbana e personale dei passanti.

L’intervento di Marcello Maloberti, con la sua radicale semplicità, aggiunge un nuovo tassello a questo percorso, rilanciando l’idea che l’arte pubblica non sia solo monumentale ma possa anche sussurrare, insinuarsi, provocare, senza scomparire.














