11 settembre 2025

Il tempo sospeso di Rione Terra: Panorama porta l’arte contemporanea a Pozzuoli

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La mostra diffusa di Italics ha portato a Pozzuoli e dintorni 110 opere d’arte, in un itinerario denso e stratificato, che unisce archeologia, mito e arte contemporanea

Pozzuoli, Rione Terra © photo Luciano Romano

Tra le strette stradine lastricate di Rione Terra, il tempo è in attesa. Il mare si intravede da una prospettiva sopraelevata e in ritagli dagli angoli acuti, ricavati tra gli scorci creati da svolte improvvise del tracciato e dagli angoli di edifici non più abitati. Rione Terra, nucleo abitativo originario dei coloni greci di Pozzuoli, era una rocca e qualcosa di quell’attitudine difensiva e primordiale rimane nella tenacia delle pietre. Poi si arriva a uno slargo, un’apertura, un belvedere panoramico e anche lì si respira l’attesa.

In piazza di via Crocevia le persone si radunano in piccoli gruppi, parlano modulando la voce da orecchio a orecchio e guardano verso l’alto, aspettando che l’opera di Maurizio Cattelan esprima il suo richiamo. Senza titolo (2003) è un manichino preadolescenziale in giacca a vento rossa, blue jeans e stringate nere e ogni tre minuti batte con le bacchette su un tamburello. Le onde sonore della percussione agiscono come un richiamo ipnotico irresistibile per l’attenzione e per i video da pubblicare sui social. Anche la cornice è perfetta: qui il cielo, anche se nuvoloso, è sempre ampio e il mare si svela su uno sfondo di riflessi argentati, mentre il manichino è sospeso in alto, seduto su una cassa da imballaggio di compensato pendente dalla catena di una gru.

Maurizio Cattelan Senza titolo, 2003 Resina, capelli sintetici, tessuto, acciaio, elementi elettronici 105 × 65 × 55 cm Courtesy The Rachofsky Collection e Gagosian. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Da diversi anni Rione Terra è in fase di ristrutturazione e le transenne dei cantieri orlate di salsedine pure sono un elemento significativo, nel panorama urbano. Sono aperte al pubblico solo alcune aree esterne, il Duomo, il Museo Diocesano, un percorso archeologico di saliscendi che restituisce la sensazione fisica, immediata, di una stratificazione millenaria e tuttavia vitale, un respiro lento d’attesa. E dunque su una certa concezione del tempo, quella del futuro sotto le forme della divinizzazione, Chiara Parisi ha orientato la sua visione per Panorama Pozzuoli, mostra diffusa promossa dal consorzio di gallerie Italics e arrivata alla quinta edizione, dopo le tappe di Procida (2021), Monopoli (2022), L’Aquila (2023) e Monferrato (2024).

D’altra parte, secondo la tradizione greca, la località dove i coloni dovevano stabilirsi era individuata seguendo l’indicazione dell’Oracolo del Santuario di Apollo a Delfi. «A Pozzuoli la divinizzazione non è un concetto astratto. Ma qualcosa di inscritto nella terra stessa. I Campi Flegrei sono un territorio in cui il mito si è fatto geografia: qui gli dèi hanno sconfitto i Giganti, il Lago d’Averno era la porta degli Inferi, la Solfatara la fucina di Efesto», ha spiegato la curatrice Chiara Parisi. «In un contesto simile, “divinizzazione” è sembrata la chiave più naturale per aprire il dialogo tra passato e presente. In questi luoghi, in cui sacro e profano, antico e moderno, convivono in un unico respiro, il divino non è quindi una categoria fissa, ma un continuo interrogarsi su chi o cosa eleggiamo a simbolo di trascendenza».

William Kentridge Sibily 2020 Courtesy dell’artista e Galleria Lia Rumma. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Dunque, il percorso di Panorama Pozzuoli si estende come una mappa viva: musei, siti archeologici, chiese, gallerie sotterranee, sale più o meno spaziose, terrazze e botteghe si incastrano in un’unica narrazione che abbraccia l’intero paesaggio dei Campi Flegrei. Dall’Anfiteatro Flavio al Parco di Villa Avellino, dal Cinema Sofia alla Chiesa di San Raffaele Arcangelo, fino all’area esterna della Chiesa del Purgatorio e al cuore pulsante del Rione Terra con il suo percorso ipogeo, il Duomo di San Procolo Martire, la Chiesa di San Liborio e i locali storici restaurati, verso il Parco archeologico di Cuma.

È un foglio di rotta fittamente scandito nello spazio, senza paura di osare con i numeri e le grandezze – con oltre 110 opere di 47 artisti, presentati da 45 gallerie di tutta Italia – e nel tempo, con una maratona di cinque giorni di public program, tra visite al Rione Terra guidate da chi il territorio lo abita, passeggiate culturali a Cuma, proiezioni, colazioni con gli artisti, talk e performance, oltre alle aperture straordinarie delle gallerie ITALICS a Napoli.

Panorama Pozzuoli: le opere

Il percorso si apre all’Anfiteatro Flavio, con le sculture in bronzo di Simone Fattal, figure archetipiche dai rimandi letterari e mitologici, che dialogano con le opere pittoriche di Servane Mary e con una scultura romana del II secolo d.C. Nella cavea risuona D’Incanto di Clarissa Baldassarri, azione site specific che intreccia gesto e voce in una ritualità sonora ispirata alla glossolalia: una «espressione estatica» che, grazie a sei danzatori, si diffonde tra le pietre trasformando l’architettura in corpo risonante.

Clarissa Baldassarri D’Incanto 2024 2025 Courtesy dell’artista e Gian Marco Casini Gallery. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Negli ambienti sotterranei, le sculture su «Scaglie di marmo» di Helena Hladilová innescano cortocircuiti con i resti archeologici, mentre Wilfredo Prieto scava, con precisione concettuale, nelle contraddizioni del presente. Tra la Darsena e Villa Avellino compaiono speakers’ corners all’aperto: artisti, filosofi, poeti e attivisti si alternano in brevi interventi pubblici, mentre frasi liberamente ispirate all’Eneide sono disseminate nei vicoli su pannelli di acciaio.

Wilfredo Prieto Plastic and Silk 2019 Courtesy Galleria Massimo Minini. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

La promenade tocca il Cinema Sofia, dove Yuri Ancarani con Séance trasforma la sala in un set dentro la Casa Museo Mollino a Torino, e la borrominiana Chiesa di San Raffaele Arcangelo, animata dalla pittura intima di Celia Paul. Sui gradini della Chiesa del Purgatorio, le sculture di Walter Moroder avvolgono lo spazio in un’aura di sospensione. L’ascensore urbano che collega il percorso al centro storico accoglie l’arioso e colorato statement di Lawrence Weiner, varco poetico nel tragitto quotidiano.

Ugo Rondinone the first, 2025 Bluestone, cemento, acciaio 193 × 63 × 37 cm (scultura); 300 × 83 × 83 cm (piedistallo) Courtesy Alfonso Artiaco. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

All’ingresso del Rione Terra, l’opera di Ugo Rondinone si staglia come presenza senza tempo, al Sedile dei Nobili, Simon Starling rielabora la Decapitazione di Caravaggio. In Strada del Duomo scorrono i film Calcinacci (1991) e Giro di lune tra terra e mare (1997) di Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri. Nel percorso archeologico sotterraneo, tra i complessi ipogei più importanti del Mediterraneo, la continuità dal romano al medioevo diventa scena di dialogo: opere di Simon Dybbroe Møller, Giusy Pirrotta, Marie Denis, Fabrizio Corneli, le rovine dipinte da Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi, la mitologia nel marmo di Matteo Bottigliero. L’installazione sonora di Oliver Beer trasforma affetti personali in «divinità domestiche», un iconico capolavoro di Mario Merz scandisce la sequenza numerica dell’evoluzione naturale, mentre Marino Marini restituisce l’immagine di un’umanità senza certezze.

In superficie, le mappe immaginifiche di Sandra Vásquez de la Horra, le cancellature da Shakespeare di Emilio Isgrò, le storie intime e collettive ricamate da Sang A Han, mentre Gino Marotta dispiega metacrilati e ninfee luminose e Goshka Macuga trasforma una bottega in grotta-studio sul tempo e i mutamenti ambientali. Nel Duomo di San Procolo Martire, la superficie specchiante di Anish Kapoor introduce a un riflesso che non ammette visioni univoche.

Mario Merz Senza Titolo, 1971 Terra, vetro, neon Dimensioni variabili Courtesy Cardi Gallery. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

L’ingresso nell’area archeologica sottostante il Duomo è segnato dalla forza materica delle sculture parietali di Jannis Kounellis, seguito dal segno circolare sottile e luminoso di Gianni Colombo. In un ambiente usato come deposito archeologico di frammenti architettonici, i ritratti introspettivi e onirici di Carlos Amorales realizzati a partire dall’elaborazione dell’Intelligenza Artificiale. All’esterno, in via Crocevia, l’opera elusiva di Elmgreen & Dragset, un neonato in un porte-enfant, lasciato davanti a una (finta) porta chiusa, con tanto di cartello “Non disturbare”.

Carlos Amorales, Self Portrait of the Inner Self, 2022. Courtesy dell’artista e Galleria Umberto Di Marino. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Verso Piazzetta San Liborio si succedono i carboncini di Felix Shumba, un trittico che incrocia immaginari distopici e riflessioni storiche, un dipinto di Giovanni Peruzzini, le sculture fluide e seducenti di Kevin Francis Gray, un secondo intervento di Elmgreen & Dragset, 60 Minutes (Marble), un scultura che osserva il mare dalla finestra, una grande pittura di Luca Giordano e l’installazione di Maria Grazia Rosin, popolata da creature ibride di vetro sospese e in dialogo sonoro.

Felix Shumba, and in the glass, like moonshine – the hue was purple, 2025

In piazza di via Crocevia, prendono forma le fusioni in alluminio verniciato di Rebecca Moccia, innestate nella geologia del Vesuvio e nella memoria familiare. Un intervento pittorico-ambientale-sonoro per David Tremlett, che ricopre una stanza affacciata sul mare con una superficie nera di grasso di grafite, in ricordo di Ezio Bosso. E, come un metronomo nell’aria, ecco il bambino di Maurizio Cattelan che batte il tamburo.

Maurizio Cattelan Senza titolo, 2003 Resina, capelli sintetici, tessuto, acciaio, elementi elettronici 105 × 65 × 55 cm Courtesy The Rachofsky Collection e Gagosian. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Cattelan ritorna anche nella Chiesa di San Liborio con due opere del 2025, due sculture in marmo di Carrara adagiate a terra e che sembrano fare il verso – o uno sberleffo – al virtuosismo. Da qui riparte l’itinerario sotterraneo con Bram Demunter fino alla terrazza con l’idolo contraffatto di Michael Landy e il video di Damir Očko, celebrazione queer ispirata agli Uccelli di Aristofane che fonde voguing e canti d’uccelli all’alba imitati dai performer come un linguaggio di richiami tra diversi stormi.

Il viaggio prosegue poi a Cuma: nell’Antro della Sibilla, il video di William Kentridge scorre come un flipbook animato tra figure, simboli e testi in ritmo ipnotico, con una colonna sonora che evoca la Sibilla dantesca, emblema dell’incertezza e del tempo che fluisce.

Queste sono le voci della contemporaneità selezionate dalle gallerie – che, con la loro attività, contribuiscono a definire una parte dell’immaginario visivo del presente – e qui condensate in un percorso denso ed esaustivo, da affrontare con scarpe comode e una buona riserva d’acqua se la giornata è afosa. Ma a Rione Terra si respirano anche altre vibrazioni: nel percorso di Panorama merita una fermata Memorie appese a un filo dell’associazione Lux in Fabula, che riattiva, in una bottega d’archivio, la memoria dello sgombero del Rione Terra del marzo 1970, eseguito a seguito dell’allarme degli geologi per la crisi bradisismica in corso ancora oggi.

Wilfredo Prieto Futuro incierto Uncertain Future 2011 Courtesy Galleria Massimo Minini. Installation View Panorama Pozzuoli 2025. Courtesy Italics. Photo © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Tutte le gallerie di Panorama Pozzuoli

Le gallerie che partecipano a Panorama Pozzuoli sono: A arte Invernizzi, Apalazzogallery, Alfonso Artiaco, Botticelli Antichità, Galleria Canesso, Car Gallery, Cardi Gallery, Carlo Orsi, Galleria Continua, Thomas Dane Gallery, Galleria Umberto Di Marino, Galleria Tiziana Di Caro, Galleria Doris Ghetta, Galleria d’Arte Frediano Farsetti, Galleria Fonti, Galleria Fumagalli, Gagosian, Giacometti Old Master Paintings, Gian Marco Casini Gallery, Kaufmann Repetto, Galleria Lia Rumma, Lunetta11, Magazzino, Massimo De Carlo, Mazzoleni London-Torino, Francesca Minini, Galleria Massimo Minini, ML Fine Art, Galleria Franco Noero, Galleria Alberta Pane, Giorgio Persano, Porcini, Richard Saltoun Gallery, Robilant+Voena, Secci, SpazioA, Studio Trisorio, Thaddaeus Ropac, Tim Van Laere Gallery, Caterina Tognon Arte Contemporanea, Tornabuoni Arte, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Victoria Miro Venice, Vistamare, Zero…

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