19 luglio 2025

Ipogea: in Puglia, l’arte illumina il sottosuolo, con l’opera di Francesco Arena

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Dopo le edicole votive, l’arte contemporanea torna a Parabita, in provincia di Lecce, con un nuovo progetto che mette al centro la riscoperta del sottosuolo: si inizia con un’opera di Francesco Arena

Dopo aver trasformato le edicole votive del centro storico in opere d’arte permanenti con il progetto Votiva, Parabita, in provincia di Lecce, torna a interrogare il proprio paesaggio culturale con Ipogea, un nuovo percorso dedicato alla riscoperta del sottosuolo come spazio simbolico e comunitario. È stata presentata ieri, 18 luglio, La Grotta, una nuova installazione di Francesco Arena, già protagonista della prima tappa del programma Parabita per il contemporaneo.

Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025

Promosso dal Comune di Parabita su idea del sindaco Stefano Prete, il progetto si ispira agli antichi vani ipogei della città salentina, antichi frantoi, cavità naturali, luoghi silenziosi incastonati nella roccia, per dare origine a una riflessione sulle forme dell’abitare, della memoria e dell’identità collettiva. «Vogliamo che Parabita diventi fertile anche sul piano simbolico», ha dichiarato Prete. «L’arte riattiva legami tra persone, luoghi e generazioni. È un atto politico e di cura».

Francesco Arena. La Grotta, veduta dell'installazione, Parabita, 2025
Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025

A cura di Carmelo Cipriani, con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese, Ipogea propone una seconda soglia nel cammino aperto da Votiva e lo fa tornando a lavorare con Arena, artista che, nella sua ricerca, trova inediti punti di contatto tra spazio, storia e corpo. L’opera La Grotta è stata installata sulla scalinata di piazza della Vittoria, in corrispondenza del più vasto frantoio ipogeo della città, come ponte visivo e simbolico tra i volumi invisibili della terra e la superficie abitata del presente.

Francesco Arena. La Grotta, veduta dell'installazione, Parabita, 2025
Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025

«Il dato è il luogo selvaggio in cui i diversi sguardi si fronteggiano e oppongono; il dato m’interessa come unità di misura su cui costruire la scultura…un peso, una distanza, una superficie o una frase informano l’opera e ne determinano la forma o le dimensioni. Il dato è lì, disponibile alle interpretazioni nonostante la sua fissità, io decido se sceglierlo o meno ma quello che scelgo è il dato nella sua astrazione, nella sua condizione aerea, vocale, anche quando uso dei documenti non m’interessa il documento originale, ma il suo contenuto», ha dichiarato l’artista, nato a Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, nel 1978. La Grotta, in questo senso, svela un’ulteriore soglia di attraversamento, uno spazio fisico e mentale in cui affondare per ritrovare profondità.

Francesco Arena. La Grotta, veduta dell'installazione, Parabita, 2025
Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025

Parallelamente all’inaugurazione dell’opera, è stato presentato il catalogo ufficiale di Votiva, edito da Cura Books, e la nuova applicazione Parabita per il contemporaneo, dotata di geolocalizzazione, mappe, testi esplicativi e audioguide in italiano e inglese, affidate alle voci di Michele Placido e Francesco Pannofino.

Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025
Francesco Arena. La Grotta, veduta dell’installazione, Parabita, 2025

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