10 luglio 2023

Le frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative: intervista a Davide Sarchioni

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Lo stato dell’arte dell’AI generative e l’importanza di percorsi di formazione al passo con le ultime evoluzioni della tecnologia: con Davide Sarchioni parliamo del caso Var Digital Art by Var Group

Rinascimento 4.0 by Var Digital Art, 2018, Palazzo Strozzi, Firenze, courtesy Var Digital Art

Si è svolto allo IULM AI Lab di Milano, il forum “Le nuove frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative”, concepito dal dialogo tra IULM AI Lab e Var Digital Art. L’appuntamento è stato l’occasione per conoscere da vicino e riflettere sull’intersezione tra Intelligenza Artificiale, Arte, mondo accademico e impresa. A margine dell’incontro abbiamo intervistato Davide Sarchioni, Art Director Var Digital Art.

Antonio Barbieri, Digital Soul, 2022, frame da video con forme animate generate da daset, courtesy Var Digital Art

Quali sono stati gli obiettivi del forum “Le nuove frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative” e chi ne ha preso parte?

«Il Forum, concepito a quattro mani da me e da Rebecca Pedrazzi, sancisce una nuova sinergia tra IULM AI Lab, centro di ricerca e sviluppo dell’Università IULM incentrato sull’intelligenza artificiale al servizio delle imprese e del sistema di formazione, e il progetto Var Digital Art by Var Group, un hub culturale e multidisciplinare nato all’interno dell’azienda e volto a indagare gli scenari dell’innovazione tecnologica attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea.

L’appuntamento è stata un’occasione per conoscere da vicino e riflettere sull’intersezione tra Intelligenza Artificiale, Arte, mondo accademico e Impresa al fine di illustrare lo stato dell’arte delle AI generative, avviare un momento di confronto sugli aspetti più artistici offerti da queste tecnologie e l’importanza di formulare e attivare percorsi di formazione al passo con le ultime evoluzioni.

Hanno aperto il forum Guido Di Fraia (presidente dello IULM AI Lab e prorettore all’innovazione e all’intelligenza artificiale dell’Università IULM) con Alessandro Tiezzi (Head of Var Digital Art). Insieme hanno dato il via a una tavola rotonda per condividere idee ed esperienze sul tema Arte e AI tra formazione e impresa.

Oltre a me, sono intervenuti al dibattito anche Rebecca Pedrazzi (storica e critica d’arte, IULM AI Lab), Alessandra Massarelli (Responsabile Relazioni Esterne, IULM AI Lab), Martina Rella (Art Project Manager, IULM AI Lab) e Jacopo Romagnoli (Head of Innovation – WEB3, Var Group – member of the board of Var Digital Art)».

Dall’intersezione tra Intelligenza Artificiale, arte, mondo accademico e impresa, quale ruolo possono rivestire gli artisti nell’affrontare problematiche aperte del nostro tempo? E i curatori?

«Gli artisti sono da sempre motori di innovazione in vari ambiti, anticipando e raccontando il mondo attraverso quelle visioni innovative che l’arte stessa è deputata a intercettare. Nelle sperimentazioni con le nuove tecnologie digitali e, in particolare, con lo sviluppo progressivo e incalzante dell’AI, la ricerche artistiche offrono prospettive molteplici e multidirezionali che trovano affascinanti declinazioni anche in ambito scientifico, medico, come in quello economico e sociale.

In questo senso oggi la figura dell’artista, attraverso le proprie ricerche, torna a incidere attivamente e concretamente nel mondo reale. Espressione di un pensiero laterale, infatti, l’arte e gli artisti possono ispirare e sollecitare nuovi processi, riflessioni e visioni, operando e apportando contributi straordinari in senso interdisciplinare. L’arte digitale, in tutte le sue formulazioni, si apre a nuovi interrogativi, cambia il modo di essere concepita, prodotta, formalizzata e presentata dando luogo a estetiche e modalità di fruizione inedite.

Attraverso un lavoro costante di studio e aggiornamento, il curatore deve saper cogliere e leggere questi cambiamenti “epocali”, potendo distinguere ciò che ha realmente un valore artistico da ciò che invece attiene alla sperimentazione creativa. Deve favorire interconnessioni fluide tra arte, nuove tecnologie, mondo accademico e impresa, attivando relazioni di reciproco scambio e sostegno. A tale scopo è di fondamentale importanza implementare la conoscenza, la divulgazione e la formazione su questi temi attraverso eventi espositivi, laboratori, talk e tavoli di confronto. Infine, il curatore deve saper immaginare nuovi contesti e layout espositivi all’interno dei quali far operare gli artisti e presentare le rispettive ricerche».

Antonio Barbieri, Digital Soul, 2022, frame da video con forme animate generate da daset, courtesy Var Digital Art

Quali sono le principali forme/idee dell’arte digitale di oggi?

«Si tratta di un tema molto ampio le cui continue sperimentazioni si svolgono di pari passo alle velocissime evoluzioni dell’innovazione tecnologica. Tra VR, metaverso, ologrammi, installazioni immersive e interattive, Crypto Art e NFT, le AI generative sono al momento al centro degli interessi della ricerca artistica, avvalendosi di tecniche algoritmiche per generare immagini sintetiche a partire da un data set tematico, come ad esempio attraverso sistemi di text to image o text to video, ma non solo.

L’Intelligenza Artificiale non è semplicemente uno strumento per la produzione artistica poiché si sta trasformando sempre più in un collaboratore che contribuisce alla genesi dell’opera implementando a dismisura l’immaginario creativo dell’artista. Infatti, nell’arte creata con l’AI ci sono dei passaggi che sfuggono deliberatamente alla volontà dell’artista essendo delegati a sistemi intelligenti. Un ultimo approdo è sicuramente quello che vede l’applicazione delle AI nel campo delle neuroscienze: una nuova e interessantissima frontiera anche per la sperimentazione artistica».

Tu sei Art Director di Var Digital Art. Di cosa si tratta? Quali sono le prospettive offerte da questo tuo nuovo incarico e dal nuovo contesto in cui stai operando, in termini curatoriali e di ricerca disciplinare?

«Var Digital Art (VDA) è un progetto dell’azienda Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese. Nato nel 2018 VDA si propone di sostenere, esplorare e divulgare l’arte digitale in tutte le sue manifestazioni, coniugando cultura di impresa, arte e digitalizzazione per riflettere sul valore culturale e l’impatto sociale delle nuove tecnologie. Nel 2022 sono entrato a far parte del team di VDA come direttore artistico su invito di Alessandro Tiezzi, Head of Var Digital Art, con l’intento di formulare una progettualità più strutturata.

VDA oggi è un progetto complesso e molto articolato: crea intersezioni e progetti integrati tra gli artisti e l’azienda finalizzati alla ricerca e alla produzione di opere inedite (VDA Factory), cura esposizioni (VDA Exhibition), organizza talk (VDA Forum), premi (VDA Award), momenti di formazione e di scambio (VDA Lab), acquisisce opere per la collezione aziendale (VDA Art Collection),  dando vita a contaminazioni sinergiche tra persone e varie discipline in cui l’arte e gli artisti svolgono un ruolo cruciale e costituiscono la spinta propulsiva all’innovazione e all’evoluzione continua.

Con la mia direzione VDA mira a coinvolgere artisti soprattutto italiani all’interno di differenti progetti dando   particolare rilievo ai giovani, alle nuove frontiere dell’arte up to date, senza però tralasciare le vicende di artisti già affermati, con l’obiettivo di raccontare gradualmente le ricerche in corso e di costruire una narrazione approfondita sullo sviluppo e le manifestazioni più interessanti relative al rapporto tra arte e digitale in Italia.

VDA non è soltanto un progetto dedicato all’azienda poiché è alla costante ricerca di collaborazioni con le università, le accademie, i musei e con professionisti del settore, tra imprenditori, critici, esperti di arte e tecnologia per condividere e veicolare idee, esperienze innovative e cultura. A tale scopo, abbiamo lanciato due format per i canali social: VDA Drops e VDA Digital Art Stories. Il primo è costituito da video interviste a professionisti di vari settori a cui chiediamo opinioni sul rapporto tra Arte e Impresa; il secondo ha la finalità di raccontare sinteticamente la storia dell’arte digitale dalle sue origini a oggi. Inoltre, stiamo riallestendo diversi spazi all’interno di alcune sedi aziendali nelle maggiori città d’Italia per presentare nuovi progetti espositivi. Dal punto di vista curatoriale, sarà interessante alternare e trasformare questi spazi in relazione all’artista che si andrà a coinvolgere».

Leonardo Petrucci, Vortexy, 2022, frame da AI animation, at Convention Var Group 2022, Palazzo dei Congressi, Riccione, courtesy Var Digital Art, the Artist and Gilda Lavia gallery

VDA Award è il premio a cadenza biennale istituito da Var Digital Art by Var Group che avrà il suo incipit a luglio 2023. Ci puoi dare qualche anticipazione?

«VDA Award, alla sua prima edizione, è un premio rivolto agli artisti italiani senza limite di età la cui ricerca è legata all’impiego delle tecnologie digitali. Dodici artisti saranno direttamente invitati a partecipare da un comitato scientifico nominato per l’occasione. Ogni artista potrà partecipare con un progetto inedito o con un’opera già presentata in altri contesti.

Alla fine di settembre avverrà la selezione dei quattro finalisti e, in concomitanza della Convention Var Group 2023, che si terrà il 25 e 26 ottobre al Palazzo dei Congressi di Rimini, sarà decretato il vincitore attraverso il voto espresso da 2 diverse tipologie di giuria: una costituita da esperti e l’altra dalla “community” Var Group. Il vincitore, oltre a un premio acquisto, avrà la possibilità di partecipare ad alcuni dei LABS istituiti dallo IULM AI Lab relativi alla diverse applicazioni dell’AI in ambito creativo. Inoltre, potrà iniziare un percorso lavorando con il team di Var Digital Art all’interno di Var Group per realizzare un’opera inedita che sarà presentata al pubblico nel 2024».

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