13 giugno 2022

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli – Galleria Clivio

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Due personaggi opposti, Manzoni e Cavandoli, uniti dall’elemento più essenziale dell’arte, che hanno dato vita a esperienze caratterizzate da un'analoga carica innovativa

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli

“Datemi una linea e vi inventerò un mondo”, questo potrebbe essere il motto di Piero Manzoni (1933-1963), tra i padri dell’arte concettuale, autore delle Linee e di Osvaldo Cavandoli (1920-2007), animatore, regista, fumettista, inventore della Linea, omino brontolante delle pentole Lagostina, protagonista di successo del Carosello negli anni Settanta. Dal 1959, Manzoni ha tracciato linee in orizzontale come quelle dell’autostrada, su rotoli di carta di varia lunghezza variabile arrotolati e poi chiusi in cilindri sigillati; quella più lunga misura 7.200 metri, mentre la sapiente mano di Cavandoli, dieci anni dopo ha animato una linea bianca, diventata un personaggio iconico, inconfondibile anche per un linguaggio astruso, tra il dialetto milanese e il gramelot, entrato nelle case degli italiani dalla TV.
L’essenziale è il punto di incontro tra la Linee di Manzoni e la Linea di Cavandoli, inscritta in un tratto di una matita continua capace di contenere una brevissima storia azioni di un personaggio amato dagli italiani della generazione boomer, nati nel dopoguerra e riscoperto dai nativi digitali. Per capire come, ci voleva la geniale mostra “Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli” a cura di Anna Dusi e Flaminio Gualdani, ospitata nella Galleria Clivio a Milano (Foro Bonaparte 48, fino al 30 giugno), dove i due autori diversi in tutto sono messi a confronto sulle modalità d’invenzione intorno al loro “tratto”.
Per Wassily Kandinsky la linea è la più diretta conseguenza della traccia di un insieme di punti che generano una complessità nello spazio generativo, lo scrive nel testo capitale Punto, Linea, Superfice; e questa mostra sui generis è una testimonianza sulle sue potenzialità espressive innovative rigenerative all’infinito.
In mostra catalizza l’attenzione un video di 40 minuti che unisce 20 episodi della Linea di Cavandoli sugli 82 ideati per la pubblicità dell’azienda Lagostina, opera cult di Carosello e le linee chiuse nel cilindro di cartone, “srotolate” con stupore da un elegante signore incravattato in un video delle Teche Rai.

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli

Anna Dusi, appassionata studiosa di Cavandoli, grazie a questa mostra ha evidenziato la contemporaneità di questo omino così vulnerabile, solitario e resiliente in cammino su una retta, capace di rialzarsi tra un inciampo e l’altro di un mondo incognito. Le linee di Manzoni inscatolate nell’elegante cilindro nero, nel 1959 non erano comprese, oggi sono considerate le prime opere tridimensionali concepite dall’artista per superare la bidimensionalità della pittura, all’epoca considerata vetusta. Spicca in galleria in una teca la sua Linea infinita, aperta a riflessioni sullo spazio, il tempo infinito, proprio come la linea di Cavandoli, capace di contenere personaggio, tempo e azione e altro ancora in un tratto animato, ripetibile senza soluzione di continuità.
E chi non si riconosce un pochino del signore delle pentole, tenacemente ancorato a una linea, un binario mai lineare, come la vita? La Linea di Cavandoli cammina, cade e si rialza, brontola ma poi gongola, è capace di superare numerosi ostacoli e interroga il suo autore. Questa Linea, con la fine del Carosello ha cominciato a viaggiare all’estero, pubblicizzando tra gli altri il Touring Club Svizzero, il medicinale Faku, la Ford e non tutti sanno che è stata citata nel video di Jamiroquai (Don’t) Give Hate a Chance (2005), in cui appaiono varianti tridimensionali l’inconfondibile silhouette di Cavandoli.

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli

Nel 2020 il personaggio di Terry, il contabile nel film animato della Pixar sembra essere un dichiarato omaggio alla Linea di un geniale animatore di un nuovo linguaggio pubblicitario già opera d’arte nel suo disegno. Ha dichiarato il curatore Flaminio Gualdoni “Il senso di questo allestimento non è creare affinità tra i due autori, ma di testimoniare come l’elemento più essenziale dell’arte, la linea, abbia dato vita a esperienze caratterizzate da un’analoga carica innovativa”.
In concomitanza con la mostra sono previsti laboratori gratuiti per bambini dai 6 ai 10 anni dedicati alle linee; per informazioni e prenotazioni qui, e workshop teatrali “Divenire della Linea”.

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