22 novembre 2025

L’opera tessile di Matt Mullican invade Palazzo della Ragione a Bergamo

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Con That Person’s Heaven, The Blank Contemporary Art porta a Bergamo l'opera monumentale dell'artista americano, che ci invita ad attraversarlo, esplorando l’inconscio e il cosmo

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Matt Mullican, That Person's Heaven, 2025, allestimento, Palazzo della Ragione, Bergamo Courtesy l’artista e The Blank Contemporary Art. Crediti fotografici: Roberto Marossi

Fino al 18 gennaio 2026 è possibile visitare presso Palazzo della Ragione, nel cuore del centro storico di Bergamo Alta, la mostra That Person’s Heaven, con una monumentale installazione dell’artista americano Matt Mullican, a cura di Stefano Raimondi e presentata da The Blank Contemporary Art. L’esposizione, a ingresso libero, segna il ritorno in Italia di uno dei più importanti artisti della scena internazionale e apre la 15° edizione del Festival ArtDate sostenuto da Regione Lombardia e dal Comune di Bergamo, sviluppandosi con oltre quaranta appuntamenti tra mostre, talk, studio visit con tema portante il Silenzio.

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Matt Mullican, That Person’s Heaven, 2025, allestimento, Palazzo della Ragione, Bergamo. Courtesy l’artista e The Blank Contemporary Art. Crediti fotografici: Roberto Marossi

Matt Mullican (1951, Santa Monica, California) cui opere sono incluse nelle collezioni dei più importanti musei al mondo – tra cui il MoMA e il Whitney Museum of American Art di New York, la Tate di Londra e il Centre Pompidou di Parigi – torna a esporre in un’istituzione italiana dopo la retrospettiva al Pirelli Hangar Bicocca (2018). Sin dagli anni Settanta, Mullican sviluppa un complesso alfabeto fatto di simboli, codici, colori; una mappa cromatica con la quale traduce le esperienze del sé più sommerso.

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Matt Mullican, That Person’s Heaven, 2025, allestimento, Palazzo della Ragione, Bergamo. Courtesy l’artista e The Blank Contemporary Art. Crediti fotografici: Roberto Marossi

Entrando nella sala principale di Palazzo della Ragione, si trova subito la grande opera – sviluppata in forma di arazzo – a terra, ribaltando i soliti principi di fruibilità dell’arte. Progettata come site specific, quindi legandosi alle misurazioni architettoniche della sala espositiva, l’opera rivela subito la sua natura interiorizzante, un vero salto tra conscio ed inconscio. Rientra nella serie di opere progettate in forma di orizzonti morbidi, quelle che Stefano Raimondi chiama «pianure tessili, curatela dal basso». Duecentocinquantasei metri quadrati posti a terra tramutano l’opera in esperienza collettiva e relazionale. Prodotta da Aquafil, è composta con un filato rigenerato da moquette, reti da pesca e tessuti dismessi. Il curatore spiega: «l’artista ha la possibilità di vederle nella loro interezza solo al momento dell’installazione»; la metodologia applicata ha portato alla collaborazione di diversi artisti tra i quali Cory Arcangel (2015), Paola Pivi (2021), Stefano Arienti (2022), Peter Halley (2023), Ugo Rondinone (2024) e – appunto – Matt Mullican (2025).

Matt Mullican, That Person’s Heaven, 2025, allestimento, Palazzo della Ragione, Bergamo. Courtesy l’artista e The Blank Contemporary Art. Crediti fotografici: Roberto Marossi

La grande opera è divisa nettamente in due parti, corrispondenti a processi creativi distinti. La prima sezione è dedicata a That Person – da cui il titolo della mostra – un personaggio specifico che Mullican incarna durante le sue sessioni ipnotiche, un alter ego che emerge durante il flusso creativo monitorato. Si tratta del lato in bianco e nero, disegni veloci che testimoniano un flusso di coscienza primigenia; sono appunti sulla vita quotidiana, liste, pensieri, menù,  flash ed immagini che emergono durante le sessioni ipnotiche. L’artista afferma: «Tutto è nella mente. Tutte le immagini sono mentali. Il lato in bianco e nero è dipinto da quella persona. Quella persona è ciò che divento in trance ipnotica. Il copione è dipinto. Il copione è mentale. Il soggetto è il tempo. Il soggetto è ciò che faccio dopo essermi svegliato e prima di andare al lavoro. Riguarda i dettagli e le emozioni quotidiane». I soggetti rappresentati, infatti, retrocedono in secondo piano: il vero protagonista è il tempo scandito e l’Io nascosto, l’inconscio e le dimensioni percettive riemerse. La seconda sezione dell’opera, rossa bianca e nera, riguarda la personale cosmologia di Mullican, costruita passo dopo passo in molti anni. L’Io agisce in modo razionale, nel tempo di creazione ordinaria. Segni sferici rivelano un intricato sistema di energie e spiritualità, Dei e spiriti, angeli e demoni, paradisi e inferni. Non è un sistema cosmologico fisso, piuttosto un tentativo di catturare l’energia e le astrazioni di cui è composta la vera realtà. Spiega l’artista: «Non ci sono parole sul lato destro! È tutto astratto! Sono parti diverse della stessa storia. Rispondono alle domande: Dov’ero prima di nascere? Perché mi accadono cose mentre vivo la mia vita? Dove vado dopo la morte?».

Matt Mullican, That Person’s Heaven, 2025, allestimento, Palazzo della Ragione, Bergamo. Courtesy l’artista e The Blank Contemporary Art. Crediti fotografici: Roberto Marossi

Con That Person’s Heaven, Mullican viaggia consapevolmente in quel Silenzio che rivela mondi antichi ed interiori, spiritualità e inconsci da far riemergere con l’ascolto attivo dei sensi. Ponendo l’accento sul concetto di realtà come Cosa in cui tutto esiste, anche l’apparente Nulla, l’opera svela l’autenticità di una realtà mutevole ed astratta. È specchio della mente stessa, composta da luce e oscurità.

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