27 novembre 2025

Noor Riyadh 2025: in Arabia Saudita torna il festival di installazioni luminose. Ed è sempre più esteso

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Non solo show e intrattenimento: con oltre cento installazioni diffuse per la città, la quinta edizione di Noor Riyadh porta artisti arabi e internazionali a plasmare la geografia urbana e i luoghi dell’abitare quotidiano

Noor Riyadh 2025
Encor Studio, Sliced, Photo Noor Riyadh 2025

Giochi d’illusione, senso di stupore e meraviglia, divertimento: il festival delle luci è tutto questo, ma a Noor Riyadh c’è anche altro. Nel racconto di questa città di quasi 8 milioni di persone che negli ultimi dieci anni ha cambiato (e sta cambiando) radicalmente il proprio volto, affiorano temi legati all’ambiente, all’ecologia, alla tecnologia, all’urbanismo sostenibile e alle politiche di genere che nel farsi portavoce di un messaggio di inclusione, accettazione dell’altro e «contaminazione» utilizza le molteplici e straordinarie possibilità della luce. «Love difference» è proprio l’invito-manifesto di Michelangelo Pistoletto, autore della coloratissima installazione posta all’esterno della fermata della metropolitana di Qasr Al Hokm, invece un suo iconico Terzo Paradiso di tessuto è all’esterno del nuovo museo SAMoCA (Saudi Arabia Museum of Contemporary Art) nel JAX District, parte della collettiva Km 12838 Riyadh/ Passport di Bienalsur 2025.

Noor Riyadh
Loris Cecchini, Blaublobbing – Noor Riyadh 2025 ph. Manuela De Leonardis

Per la quinta edizione di Noor Riyadh 2025 (fino al 6 dicembre), dal titolo In the blink of an eye (in un batter d’occhio in italiano), presentata da Riyadh Art sotto l’egida della Royal Commission for Riyadh City (RCRC) e prodotta da Filmmaster con la curatela della giapponese Mami Kataoka (direttrice del Mori Art Museum di Tokyo), dell’artista e curatore cinese Li Zhenhua e della saudita Sara Almutlaq, che ambisce ad essere il festival di light art più grande al mondo, sono state realizzate un centinaio di installazioni luminose su grande scala, di cui 35 nuove commissioni di una sessantina di artiste e artisti locali e internazionali di diverse generazioni, tra loro Francesco Simeti, Fatma Abdulhadi, Loris Cecchini, Obaid Alsafi, Edwin Van der Heide, Nebras Aljoaib, Encor Studio, Wang Yuyang, Abdelrahman Elshahed.

Shinji Ohmaki, Liminal Air Space-Time – Noor Ryadh 2025 ph Manuela De Leonardis

Opere collocate in diverse aree della città, dal centro storico King Abdulaziz, nel quadrato compreso tra Prince Abdullah Ibn Jalawi Ibn Turki Road, King Saud Road e King Faisal Road e nel distretto Qasr Al Hokm, tra vicoli stretti, piazze, antichi edifici di adobe restaurati di recente e giardini, dove soprattutto il giovedì sera le famiglie con i bambini si riuniscono per fare il pic-nic notturno, fino alla Torre Al Fiasaliah.

Muhannad Shono, Amidst the thirsty wilderness – Noor Ryadh 2025 ph Manuela De Leonardis

Tra le opere più suggestive il giardino di palme che si riflette nelle centinaia di metri di pellicola specchiante mossa dalla brezza dell’installazione Amidst the thirsty wilderness, in cui Muhannad Shono (l’artista che nel 2022 ha rappresentato l’Arabia Saudita alla Biennale Arte di Venezia) coinvolge il visitatore nelle considerazioni sul tema dell’ambiguità della memoria. Quanto alla proiezione animata Scenes of a Matrimony (2025) che unisce le immagini di tre dipinti ad olio su tela – Al Henna (1969), The trousseau (1972) e Al Nassah (1975) – di Safeya Binzagr (1940-2024), una delle artiste più importanti della scena artistica saudita, rappresenta un «ritratto storico» della società dell’Hijaz.

Safeya Binzagr, Scenes of a Matrimony – Noor Ryadh 2025 ph. Manuela De Leonardis

Opere luminose che trasformano i luoghi in palcoscenici dalle coreografie coinvolgenti, in cui il passante diventa esso stesso protagonista, come in Calligraphic body del duo di coreografi francesi N+N Corsino (Nicole Corsino e Norbert Corsino), nella video proiezione Place of History’s Inscription di Abdulrahman Alsoliman, così come nel lavoro di un altro artista saudita Mohammed Farea che nella coloratissima installazione immersiva (video e sonora) Najd Icons traduce visualmente le caratteristiche degli elementi dell’architettura tradizionale Najdi con le forme triangolari e rettangolari delle aperture (furjat), le merlature (shurfat) e le piccole aperture che sporgono verso l’esterno dalla facciata principale degli edifici (tarma).

Noor Riyadh
Guillaume Cousin, Le Silence Des Particules, Photo Noor Riyadh 2025

In Liminal Air Space-Time, invece, il giapponese Shinjo Ohmaki crea un «volume tangibile» di luce. «L’installazione incarna la transitorietà, ricordandoci che lo spazio stesso è vivo, scolpito dal respiro e dal tempo. È una meditazione sulle forze invisibili che plasmano la nostra percezione e una testimonianza della bellezza che nasce dall’impermanenza.», afferma l’artista. Del circuito di Noor Riyadh fa parte anche la mostra personale Time Arcs dell’artista coreana Ayoung Kim nel JAX District, in cui viene esplorato il concetto di tempo attraverso culture e tradizioni di diverse geografie.

Noor Riyadh
Ivana Franke, Center, STC, 2025

Infine, tra gli spazi pubblici della rassegna In the blink of an eye, le stazioni della metropolitana di Ryadh (le sei linee sono state inaugurate un anno fa) «irradiano un impulso di modernità, animate da installazioni che riflettono il ritmo della vita urbana», come spiegano i curatori. Nella futuristica e sfavillante fermata della stazione Qasr Al Hokm, firmata dallo studio norvegese di architettura Snøhetta (lo stesso che ha progettato Ithra, il King Abdulaziz Center for World Culture a Dhahran), la kuwaitiana Monira Al Qadiri in Benzene Float I fonde il petrolio con fibra di vetro iridescente creando forme scultoree che ricordano le perle.

Khalid Zahid, Skeleton of the Glorious, Photo Noor Riyadh 2025

Parte di un progetto work in progress, questo lavoro fortemente simbolico riflette la poetica dell’artista che «ridefinisce l’energia come uno specchio culturale: ciò che alimenta il progresso plasma anche l’identità e la storia. A Riyadh, l’opera galleggia in una piscina luminosa, la cui superficie passa dal viola all’oro, riflettendo la luce come un fenomeno prezioso ma transitorio. L’installazione invita a riflettere sul valore, sulla trasformazione e sul paradosso della prosperità moderna, ricordando agli spettatori che lo splendore del progresso spesso nasconde ombre complesse sotto la sua superficie».

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