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Rosa Barba vince lo Zurich Art Prize: il cinema come scultura da decostruire
Arte contemporanea
di redazione
Il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo e lo sponsor Zurich Insurance Group hanno annunciato l’assegnazione del 19mo Zurich Art Prize all’artista italiana Rosa Barba. Barba riceverà 100mila CHF destinati a una mostra personale presso il museo e un ulteriore premio di 30mila CHF, corrispondenti complessivamente a circa 135mila euro.
Il Zurich Art Prize e l’eredità costruttiva
Fondato nel 2007 dal Museum Haus Konstruktiv in collaborazione con Zurich Insurance, il premio è annualmente assegnato a un artista che opera ai confini tra l’eredità dell’arte costruttiva e la ricerca contemporanea. Ogni anno, il museo invita sei curatori, critici ed esperti d’arte a nominare un artista per il premio e tra questi candidati selezionati una giuria seleziona il vincitore, che propone un progetto espositivo originale presso il museo. In passato il riconoscimento è andato, tra gli altri, ad autori come Carsten Nicolai (2007), Tino Sehgal (2009), Ryan Gander (2010), Mariana Castillo Deball (2012), Adrián Villar Rojas (2013), Haroon Mirza (2014), Latifa Echakhch (2015), Nairy Baghramian (2016), Marguerite Humeau (2017), Leonor Antunes (2019), Sonia Kacem (2021), Kapwani Kiwanga (2022).

A Zurigo, Barba allestirà quindi la sua mostra personale presso il Museo Haus Konstruktiv con il supporto dei 100mila CHF del premio. L’esposizione sarà focalizzata sulle sue installazioni filmiche, partendo dall’interazione tra spazio e spettatore.
Rosa Barba, tra cinema, paesaggio e scultura
Artista e filmmaker nata nel 1972 ad Agrigento e residente a Berlino, Rosa Barba ha studiato teatro e cinema in Germania, ha completato il suo percorso accademico presso l’Academy of Media Arts di Colonia e ha conseguito un PhD nel 2018 presso l’Università di Lund, con una tesi intitolata On the Anarchic Organisation of Cinematic Spaces. Per Barba il cinema è scultura: nella sua pratica, crea installazioni in cui le sequenze filmiche si intrecciano con strutture, motori, suono e proiezioni vintage, per ridefinire il confine tra tempo, architettura e paesaggio.

La sua recente installazione al MoMA di New York, The Ocean of One’s Pause, riunisce opere realizzate nell’arco di 15 anni, esplorando la luce come agente di cambiamento ecologico, comprendendo anche un lavoro site specific chiamato Charge e performance sonore definite dall’artista stessa come un «Poema esploso».

Oltre al MoMA, ha esposto in istituzioni quali la Tate Modern di Londra e la Neue Nationalgalerie di Berlino, il Museo Reina Sofía di Madrid, il Pirelli HangarBicocca di Milano. Barba ha partecipato anche a diverse biennali, tra cui San Paolo, Sidney e Venezia (2007, 2009, 2015). È stata inoltre insignita già di diversi premi internazionali, come il Prince Pierre de Monaco International Prize (2015) e il Calder Prize (2020).














